Un apparecchio portatile di piccolo formato per la dialisi: l’obiettivo del gruppo di ricerca

“Si tratta di un importante segnale di fiducia non solo per il Dipartimento e per l’Ateneo, ma per l’intera città. Abbiamo ottimi studenti, brillanti e volenterosi e riuscire ad attirare investimenti affinchè possano fare ricerca da noi è un obiettivo importante. Speriamo che altre aziende seguano l’esempio di EasyDial”, commenta il prof. Stefano Guido, ordinario di Principi di Ingegneria Chimica, responsabile scientifico, con l’ing. Giovanna Tomaiuolo, del progetto che si occuperà di attività di ricerca di base per supportare lo sviluppo di tecnologie miniaturizzate di dialisi. Anche se le vicende che hanno portato a Napoli l’azienda statunitense di prodotti biomedicali, il cui fondatore è proprio un laureato alla Federico II, sembrano spinte da sentimenti nostalgici, in realtà il faro è stata l’eccellenza dei nostri ingegneri. “La storia che sta dietro a questo progetto è molto particolare, fatta di tante coincidenze – racconta, infatti, il prof. Guido -Tutto nasce da un bando per una borsa per uno studio di fattibilità su nuove tecnologie di dialisi, finanziata da EasyDial tramite la fondazione ISSNAF – Italian Scientists and Scholars in North America Foundation. A questo bando ha, infatti, partecipato una nostra postdoc, la dottoressa Valentina Preziosi, ed è risultata vincitrice. Questo ha attirato l’attenzione su di noi, e la coincidenza interessante è stata che il fondatore di questa azienda è un nostro laureato. L’ing. Giordano, che ha dovuto sottoporsi ad oltre un anno di dialisi, a seguito di un intervento che gli ha procurato un’insufficienza renale, coltiva il sogno di rendere meno disagevole questo tipo di trattamento, che spesso è faticoso e lungo. Ha, così, già brevettato una valigetta, ‘Dharma’, grande quanto un trolley, per la dialisi portatile, ma l’obiettivo è di arrivare a qualcosa di ancora più piccolo, una borsetta di pochi centimetri”. Dunque mentre Dharma andrà in produzione nello stabilimento che si sta per aprire in Trentino, il Centro di Ricerca che nascerà a Napoli inseguirà il sogno di un dializzatore di dimensioni mini: “Quando Giordano ha iniziato a collaborare con noi, ha trovato nei nostri ricercatori tante potenzialità, quindi, oltre al legame emotivo, che pure c’è, le basi che muovono questo accordo sono legate alla qualità dei nostri studi. Sono dieci anni e più che con il mio gruppo di ricerca lavoro sul sangue, sul suo flusso in microcanali. Vedere applicate queste ricerche in un ambito così importante della salute, come quello della dialisi, rappresenta il coronamento di tanti sacrifici. Il Centro continuerà a fare ricerca di base in questo settore, in stretto rapporto con l’azienda che metterà a frutto i nostri risultati. L’obiettivo è ambizioso ma noi daremo il massimo”. Il gruppo di ricerca, per adesso ospitato presso il Dipartimento, “anche se ci auguriamo che possa avere presto una sua sede”, si sta man mano formando. Oltre al prof. Guido, ne fanno parte i quattro ragazzi neo-assunti a tempo indeterminato, la dottoressa Preziosi, come borsista, la dott.ssa Giovanna Tomaiuolo, giovane ricercatrice, più due
assegnisti, finanziati da EasyDial. “Grazie ai fondi che l’azienda ha già stanziato per il Dipartimento – spiega
il docente – siamo riusciti a bandire un primo assegno di ricerca, e adesso ne stiamo preparando un altro. Utilizzeremo, quindi, i fondi di questo progetto per dare la possibilità a nostri dottorandi di fare attività di ricerca alla Federico II. La EasyDial ha, inoltre, annunciato che nell’arco dei cinque anni arriverà ad assumere ben 40 dei nostri laureati, che non sono pochi, soprattutto quando si parla di Centri di ricerca”.
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