Una forte motivazione, il sogno di diventare ingegnere, la forza di non adagiarsi sui risultati raggiunti. Sono le caratteristiche che hanno contraddistinto il percorso accademico e professionale di Fausto Gallo, giovane project engineer presso lo stabilimento Bridgestone Europe di Pomezia, laureatosi in Ingegneria meccanica alla Seconda Università, circa tre anni fa (nel 2008), con una votazione di 98/110. Ancor prima di conseguire la laurea, Fausto aveva già un lavoro, vicino casa e anche a tempo indeterminato, ma la sete di crescere e migliorare professionalmente lo ha portato altrove, seppur con qualche sacrificio economico. “Ho avuto la fortuna di potermi mantenere agli studi, grazie al mio lavoro di manutentore meccanico presso la centrale di Mugnano dell’Acquedotto campano, dove sono entrato tramite concorso pubblico”, afferma Fausto, 32 anni, napoletano, il quale dopo circa tre anni alla Federico II ha scelto di trasferirsi alla Sun, presso la sede di Aversa, per motivi logistici (“la Facoltà era vicina al posto di lavoro e mi ci potevo recare anche dopo i turni. Tante volte, dopo il turno di notte, andavo a seguire le lezioni”). Importantissimo il contatto con i docenti in un ambiente definito “quasi familiare”. “Alla Federico II i docenti apparivano molto distanti e i Dipartimenti qualcosa di irraggiungibile – racconta – Al contrario, alla Sun ho apprezzato molto il contatto docenti/discenti. Nonostante il lavoro, ho seguito la maggior parte dei corsi in aule, soprattutto alla Specialistica, di venti o trenta studenti, dove partecipare è molto produttivo. Ho davvero un bel ricordo dei professori, tutti preparati e disponibili”. Lavorare full time e studiare comporta qualche sforzo. “Tante volte, sotto esame, portavo i libri a lavoro e studiavo, soprattutto durante il turno di notte. Al contrario di molti ragazzi, non volevo rimanere parcheggiato per anni all’Università, volevo diventare ingegnere e ci sono riuscito. Ho impiegato qualche anno in più (quasi otto anni e mezzo rispetto ai cinque canonici), ma ce l’ho fatta”. Al conseguimento del titolo di dottore in Ingegneria, l’impiego all’Acquedotto era assicurato, insieme ad un stipendio fisso di milleduecento euro, che possono andare più che bene per un giovane. Fausto, però, non si è fermato. “Ho cominciato ad inviare curriculum in tutto il mondo, oltre che mettermi a studiare l’inglese seriamente perché la conoscenza della lingua è richiesta nelle selezioni presso le grandi aziende. Ho sostenuto colloqui in Fiat a Torino, alla Selex di Firenze, alla Seda di Arzano, e diversi altri, ma nessuno è andato a buon fine”. Dopo circa un anno dalla laurea, arriva il contratto in Nordex, azienda che realizza turbine eoliche ad alto rendimento (“è stato il mio inizio, anche se il risvolto economico non era dei migliori”) e poi l’assunzione, da gennaio di quest’anno, presso la multinazionale giapponese Bridgestone Europe. “Mi occupo di assistenza e supporto agli stabilimenti europei, quindi passo il trenta per cento delle mie ore lavorative fuori dall’Italia”. Un percorso in ascesa che porta Fausto a confrontarsi con colleghi di ogni parte del mondo. “Noi italiani siamo chiusi, limitati, piuttosto che collaborare abbiamo paura di condividere informazioni. Gli stessi giovani che si laureano devono pensare che il lavoro non si può trovare sotto casa, bisogna guardare dappertutto. Ancora oggi, spulcio tra gli annunci di lavoro e sarei pronto a spostarmi all’estero anche domani!”.