Un osservatorio permanente con le aziende sui problemi della formazione

Il Dieti (Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione) si coordina e coopera per stringere ancora di più i legami con le aziende a favore dei suoi studenti. Obiettivo: implementare l’orientamento in uscita e il job placement. Il 2 aprile si è riunito per la prima volta il Comitato di Indirizzo che, nato lo scorso ottobre, riunisce i rappresentanti di importanti multinazionali e aziende, locali e nazionali (ENEL, STMicroelectronics, Hitachi Rail Italy, FCA, Loccioni, SMS Engineering, NTT Data, Huawei, Leonardo, Sync Lab, CAMELOT Biomedical Systems, Ansaldo STS, Ericsson, Telecom Italia, Accenture, Engineering, ABB, Terna e Poste Italiane). Alle riunioni prendono parte per il Dieti i Presidenti dei Corsi di Laurea, i Coordinatori dei Dottorati nonché altre figure coinvolte nella didattica e nelle attività di formazione come la Commissione Paritetica. Il Comitato si configura come una sorta di “osservatorio permanente per discutere dei problemi della formazione nell’ottica delle aziende che daranno suggerimenti e spunti per migliorare l’offerta formativa e adeguarla al tessuto sociale ed economico del territorio nazionale ed internazionale”, spiega il prof. Fabio Villone. Ad aprile, in via Claudio, c’è stato un incontro organizzato con la sezione Meccatronica di ANIE dal titolo ‘La Meccatronica spiegata dalle aziende’, dedicato principalmente ai Corsi di Ingegneria Meccatronica, dell’Automazione, Elettrica ed Elettronica ma comunque aperto a tutti, “iniziative di questo tipo verranno ulteriormente incrementate”. Grazie all’istituzione del Comitato, le aziende saranno presenti nella didattica non solo entrando direttamente nella formazione attraverso seminari e lezioni su argomenti mirati, ma anche avanzando delle proposte. “Dall’incontro è emerso che le aziende sono soddisfatte dei nostri studenti, delle loro conoscenze e capacità. Hanno suggerito di guidarli al potenziamento delle soft skills – come team working, problem solving – e della conoscenza delle lingue, soprattutto l’inglese. Il messaggio che abbiamo ricevuto è senza alcun dubbio positivo”, illustra il prof. Villone. Le aziende “hanno naturalmente necessità diverse a seconda delle loro dimensioni, della loro collocazione e del target. Alcune chiedono laureati già molto preparati su argomenti specifici e subito in grado di svolgere determinati compiti, altre preferiscono persone meno focalizzate, ma con la mente aperta a 360 gradi e capaci di risolvere problemi. Dobbiamo essere in grado di offrire agli studenti un punto di incontro tra una formazione focalizzata e una formazione di più ampio respiro”. A riunioni plenarie, come quella di aprile, anticipa il docente, “vorremmo alternare degli incontri tematici, procedendo per sottoinsiemi di aziende e Corsi di Studio così da andare più nello specifico”.
- Advertisement -




Articoli Correlati