Il valore della cultura unito alla passione per l’arte e la musica: la motivazione dell’installazione di un pianoforte storico nell’aulario del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (Dilbec). Un gesto innovativo, nato da un’idea della Prorettrice alla Cultura Rosanna Cioffi, la quale si è ispirata alla Stazione Ferroviaria di Napoli che, a sua volta, si rifà a modelli internazionali “dove è previsto che ognuno possa usufruire liberamente del pianoforte. Questo è anche il condiviso spirito fondante della nostra iniziativa: studenti, professori, visitatori che lo desiderano, potranno suonare o ascoltare e quindi partecipare all’emozione del musicista. La musica, infatti, appartiene alla categoria dei linguaggi universali, intrinseci nell’arte, e pertanto comprensibili a tutti”. L’iniziativa è stata molto apprezzata. Adele Cipollone, rappresentante degli studenti in Consiglio di Dipartimento, che ha partecipato attivamente al progetto, insieme al suo collega in Consiglio di Amministrazione Gaetano Scognamiglio, afferma: “Questa piacevole sorpresa ha ottenuto un riscontro positivo da parte di tutti gli iscritti che hanno vivamente apprezzato l’installazione. Sin dal primo giorno, alcuni si sono subito precipitati a provare lo strumento con qualche motivetto, e molti, entusiasti, hanno immortalato il momento con video e foto. Molti studenti del nostro Dipartimento sono diplomati del Conservatorio o lo frequentano contemporaneamente all’università”. Dello stesso parere Giulia, iscritta all’ultimo anno della Triennale in Lettere e
Beni Culturali, che, al contempo, coltiva da anni la passione per la musica: “Ho sempre vissuto il Corso di Laurea come inevitabilmente collegato all’arte. Vedere che il mio strumento preferito mi accompagna durante lo studio mi rende particolarmente felice. Posso concedermi una piccola pausa durante la giornata con le note rigeneranti del pianoforte. È una condizione in cui riesco a coniugare le mie due più grandi passioni: la letteratura e la musica”. Passioni che è possibile coltivare ed approfondire al Dilbec, dove proprio alla musica è dedicato un corso, Storia della Musica, che è possibile inserire, sia a Lettere che a Conservazione dei Beni Culturali, all’interno del proprio piano di studi. Il Dipartimento, sottolinea la prof. ssa Cioffi, proprio per la presenza
dell’insegnamento, possedeva già da tempo lo strumento. “Quando abbiamo lasciato la vecchia sede per l’aulario, abbiamo pensato di posizionarlo non più in una sola aula, in virtù della frequentazione del corso, ma in un ambiente aperto, pubblico, così da renderlo disponibile per tutti gli studenti, quelli di Lettere e Giurisprudenza e tutti gli altri che si recano in biblioteca. La nostra aula studio è infatti molto frequentata anche da iscritti di altri Dipartimenti e addirittura di altre università”. Un filo conduttore, dunque, che unisce saldamente due forme d’arte diverse ma collegate dalla potenza aggregante e dalla possibilità di espressione in svariate modalità. “È doveroso ricordare che il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali è innanzitutto un polo umanistico
Beni Culturali, che, al contempo, coltiva da anni la passione per la musica: “Ho sempre vissuto il Corso di Laurea come inevitabilmente collegato all’arte. Vedere che il mio strumento preferito mi accompagna durante lo studio mi rende particolarmente felice. Posso concedermi una piccola pausa durante la giornata con le note rigeneranti del pianoforte. È una condizione in cui riesco a coniugare le mie due più grandi passioni: la letteratura e la musica”. Passioni che è possibile coltivare ed approfondire al Dilbec, dove proprio alla musica è dedicato un corso, Storia della Musica, che è possibile inserire, sia a Lettere che a Conservazione dei Beni Culturali, all’interno del proprio piano di studi. Il Dipartimento, sottolinea la prof. ssa Cioffi, proprio per la presenza
dell’insegnamento, possedeva già da tempo lo strumento. “Quando abbiamo lasciato la vecchia sede per l’aulario, abbiamo pensato di posizionarlo non più in una sola aula, in virtù della frequentazione del corso, ma in un ambiente aperto, pubblico, così da renderlo disponibile per tutti gli studenti, quelli di Lettere e Giurisprudenza e tutti gli altri che si recano in biblioteca. La nostra aula studio è infatti molto frequentata anche da iscritti di altri Dipartimenti e addirittura di altre università”. Un filo conduttore, dunque, che unisce saldamente due forme d’arte diverse ma collegate dalla potenza aggregante e dalla possibilità di espressione in svariate modalità. “È doveroso ricordare che il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali è innanzitutto un polo umanistico
– conclude la Prorettrice – in cui la musica è sentita come una forma di conoscenza, una forma di aggregazione, che come tutte non necessita della conoscenza della lingua. Da ciò trae la sua capacità aggregante, poiché non c’è bisogno di parlare, ma soltanto di ascoltare, in modo che l’emozione possa arrivare dritta alla mente ed al cuore. E noi crediamo molto in questo valore. Crediamo ancora molto nell’Università, nella nostra missione di educatori, di formatori di persone migliori. E la musica può essere una delle vie maestre per questo nostro viaggio finalizzato alla crescita culturale e dell’animo”.
Maria Teresa Perrotta
Maria Teresa Perrotta