Un’ora di fila per sedersi

Affollamento record nelle aule de L’Orientale. Il problema dell’affluenza maggiore si pone soprattutto per i corsi in comune al primo anno, come Linguistica generale e Letteratura Italiana Contemporanea. “Siamo stanchi di seguire tutte le lezioni a terra senza avere la possibilità dopo quasi un mese di poter scrivere in maniera decente. Non appena le aule vengono aperte, si fa a gara per il posto. I più tenaci si recano almeno due ore prima del corso gremito e tendono a occupare file intere, così che quando arriviamo fuori l’aula è già tutto pieno”, dice Gaia Napoli, al primo anno di Lingue e Culture Comparate. “È insopportabile questa storia della ‘prenotazione’ dei posti. Già un’ora e mezza prima dei corsi di Linguistica si crea una calca assurda nei corridoi e sulle scale. Una persona che si alza alle sei del mattino per arrivare un’ora prima e che aspetta per prendere il posto non deve restare in piedi o sul pavimento a spaccarsi la schiena”, aggiunge Danilo. “Se tutto va bene, la fila per la lezione dura solo un’ora. Molti pendolari, pur svegliandosi all’alba, non possono permettersi di arrivare sempre con largo anticipo. È assurdo: essere in orario non garantisce assolutamente il posto a sedere. Sappiamo che non bisogna scoraggiarsi e che per i primi mesi andrà così, ma l’Università dovrebbe tutelare chi la vive giornalmente assegnando le aule in base alle presenze effettive e prevenire la mancanza oggettiva di sedie per tutti, quando al contrario un oggetto così semplice come una sedia in alcune giornate diventa per noi il Santo Graal”, fa presente Enrico di Benedetto, neoiscritto a Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “È snervante che oramai bisogna occupare anche il posto a terra. Alla lezione di Lingua Spagnola abbiamo discusso tra di noi per i posti sul pavimento, perché è il colmo arrivare puntuale e restare sempre in piedi”, reclama Laura.
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