Una percentuale bassissima di matricole “sostiene i tre esami previsti al primo semestre”

“A prescindere da cosa si scelga, per vivere l’università bisogna essere motivati, studiare, avere passione e voglia di affrontare qualcosa di nuovo”. È quanto sostiene la prof.ssa Vincenza Laforgia, docente di Anatomia Comparata e Citologia, nuova coordinatrice della Didattica per la laurea in Scienze Biologiche, Corso di Laurea che ha sede nel centro storico, Direttore scientifico del Museo di Antropologia e vice Direttore del Dipartimento di Biologia di recente costituito unificando le preesistenti strutture dell’area biologica. Racconta com’è nata la sua passione per quest’area scientifica: “al liceo un’insegnante di Biologia appassionata ci incuriosì portandoci in visita all’orto botanico, presso delle aziende alimentari, stimolando in noi la curiosità”. Dopo aver intrapreso il percorso ospedaliero presso l’Ospedale Cotugno, preferisce, poi, dedicarsi alla ricerca di base.
“ll numero programmato ci sta aiutando a selezionare studenti maggiormente motivati. Nonostante tutto, le aule restano affollate ed è necessario lavorare molto. È una delle ragioni per cui al corso affianco sempre un laboratorio. Nelle scuole, purtroppo, le scienze non sono trattate bene e spesso i ragazzi seguono le mode”.
Le applicazioni sono diverse e legate spesso a problemi molto seri (cancro, inquinamento ambientale ed alimentare, interferenti endocrini e loro effetti sulla fertilità umana e animale) sui quali è possibile intervenire che stanno diventando centrali anche nel dibattito interno all’Unione Europea. Il futuro biologo, soprattutto se interessato ai curricula in Fisiopatologia e Biosicurezza offerti dal Corso di Laurea, deve tenersi aggiornato, per avere maggiore consapevolezza delle possibilità e nutrire la voglia di essere il primo a fare una scoperta o raggiungere un obiettivo.
Stilare all’inizio di ogni semestre un programma degli esami che s’intendono sostenere, almeno due a sessione, seguire assiduamente tutte le lezioni e studiare di pari passo, sistemando periodicamente gli appunti, prendere parte, nel caso in cui siano previste, a esercitazioni o attività di laboratorio, giova allo scopo di ottenere risultati. “Una percentuale bassissima di studenti supera tutti e tre gli esami previsti al primo semestre, la stragrande maggioranza ne dà uno solo e non va bene”, sottolinea la professoressa. Anche il confronto con i colleghi può essere utile: “specialmente per chi ha difficoltà ad esprimersi. I ragazzi, poi, non devono aver paura di chiedere spiegazioni ai professori. È un nostro compito, non ci devono essere muri fra noi, ed i docenti sono, generalmente, ben disposti”. Molte decisioni si prendono sulla base di proiezioni lavorative future: “che sono molto difficili da fare, considerando che la maggior parte degli studenti comincia a cercare lavoro al termine dei cinque anni. È importante, in ogni caso, fare quello che piace. Solo così si approfondiscono gli argomenti e si può essere disposti anche a spostarsi per lavoro”.
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