Vaccino per l’HPV, caffè per il fegato

“Na’ tazzulella e’ cafè acconcia a vocca”. Lo cantava Pino Daniele e probabilmente aveva ragione. Il caffè “aggiusta” la bocca, abbracciando il palato con il suo inconfondibile aroma, ma non solo. La bevanda più amata dai partenopei va oltre e dai laboratori federiciani esce a testa alta, con la consapevolezza di essere capace di portare benefici in diverse condizioni patologiche, non ultime le malattie epatiche croniche. Allo stand “I benefici del caffè sul fegato”,
coordinato dal prof. Nicola Caporaso e dalla prof.ssa Filomena Morisco, c’era Francesco Scognamiglio, studente iscritto al sesto anno di Medicina: “perché il caffè fa bene? Quanti posso consumarne? Posso berne tanto anche se ho problemi di reflusso? Finora mi hanno chiesto soprattutto questo”. Lo conferma una studentessa fermatasi a curiosare tra le varie brochure informative: “faccio uso frequente di caffè, perciò mi interessava capirne gli effetti benefici”. A un folto gruppo di biotecnologi, invece, è spettato il compito di far conoscere il virus del papilloma umano allo stand: “Dillo a chi vuoi bene. Conosciamo e preveniamo l’HPV”. Luigi Musetta, al secondo anno di Biotecnologie Mediche, racconta le prime ore di attività: “principalmente ci hanno chiesto cosa sia l’HPV. Stiamo fornendo informazioni sul virus che si trasmette sessualmente per contatto e sulla prevenzione, spiegando che c’è la possibilità di vaccinarsi gratuitamente in età compresa tra gli 11 e i 13 anni”. Un aspetto da tenere presente se si pensa che “al mondo ci sono 600mila casi di tumori all’anno dovuti a questo virus”. Francesco Martino, suo collega, aggiunge: “diversi ospiti si sono interessati allo stato dell’arte della ricerca, e in generale a cosa fosse l’HPV. Il nostro obiettivo è proprio quello di farlo conoscere. L’atelier ci sta dando la possibilità di imparare a rapportarci non solo con
i professori, ma con cittadini che non sono del settore medico, ma ai quali bisogna comunque dare delle spiegazioni”. Per Antonio, “l’attività odierna ci permette di dimostrare che il biotecnologo non è soltanto una figura di laboratorio, ma è un professionista che affianca il medico nella ricerca e ha compiti di divulgazione importanti. Oggi abbiamo voluto lanciare due messaggi, uno sull’importanza del vaccino, l’altro sull’importanza di praticare sesso protetto”. Ad affiancare il gruppo di studenti c’era Gennaro Ilardi, ricercatore al Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate, sezione di Anatomia patologica: “è una giornata importante che ha coinvolto dal singolo tesista fino ai docenti. Una sinergia alimentata dalla voglia di portare le informazioni corrette”.
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