Crescono gli iscritti stranieri al curriculum in inglese

Ex studenti, ora professionisti internazionali affermati in contesti innovativi e all’avanguardia, incontrano i colleghi più giovani intenzionati a seguire le loro orme. Succede grazie a “Frontiere in Biotecnologie”, i seminari di approfondimento dedicati a tutti gli studenti delle Biotecnologie di area medica. Il prossimo appuntamento in calendario è venerdì 1° aprile, nell’Aula Magna del Complesso di via De Amicis, con la dott.ssa Morena D’Alise, PhD Head of Preclinical and Clinical Immunology Nouscom, in un intervento dal titolo “Viral vectored based neoantigen vaccines as effective cancer immunotherapy”. Una formula ormai consolidata “con cui spesso portiamo in aula nostri ex laureati che hanno fatto carriera, non soltanto nel mondo della ricerca universitaria, ma soprattutto nelle Biotech Company, nelle aziende farmaceutiche o in ambito regolatorio – spiega il prof. Lucio Pastore, Coordinatore della Magistrale in Biotecnologie Mediche – Per i nostri ragazzi è un’importantissima occasione di confronto perché permette loro di chiarirsi le idee in merito ai vari sbocchi lavorativi a cui possono aspirare”. La dott.ssa D’Alise la ricorda bene: “È stata una delle prime studentesse del neonato Corso quinquennale in Biotecnologie. Parliamo dei primi anni 2000, io ero appena rientrato dagli Stati Uniti. In realtà ricordo bene tutti gli studenti di quella classe: erano pochissimi e noi docenti li conoscevamo uno per uno”. Di tempo ne è passato: “Adesso lavora in Nouscom, una Company relativamente giovane che si occupa di terapie innovative contro i tumori. Nel suo intervento, infatti, parlerà dello sviluppo di vaccini antitumorali mediante vettori virali contro i neoantigeni. I neoantigeni sono dovuti alle mutazioni che si sviluppano nel tumore e portano alla formazione di proteine che il sistema immunitario non riconosce e che, quindi, possono diventare bersaglio dello stesso ed essere utilizzati per l’immunoterapia. È un argomento estremamente interessante”. Il prof. Pastore è alla Presidenza di Biotecnologie Mediche già da due mandati, il secondo scadrà a gennaio: “È ancora presto per tracciare un bilancio – afferma – Posso dire, però, di essere soddisfatto anche perché quest’anno abbiamo raggiunto un importante obiettivo relativo alla crescita degli iscritti stranieri”. Il curriculum inglese, Advanced Technologies, “conta una trentina di studenti, di cui una quindicina dall’estero, per lo più dall’Oriente, ad esempio Iran e India, e dall’Africa”. Lo stesso curriculum in Advanced Technologies è ancora una novità: “Lo abbiamo attivato l’anno scorso e ora attendiamo i primi laureati. Adesso è al vaglio l’apertura di un terzo curriculum, ma non posso ancora fornire ulteriori dettagli”. 

La ricerca

L’intervista al prof. Pastore è anche l’occasione per sondare l’attuale panorama degli studi nelle Biotecnologie: “Nel PNRR ci sono diverse indicazioni. A livello di sviluppo industriale si sta puntando molto su terapie ad RNA e Gene Therapy (il cui polo alla Federico II è coordinato dalla prof.ssa Angela Zampella) per cui ci sono finanziamenti ad hoc e che riguardano proprio lo sviluppo della nuova farmaceutica”. Ma c’è tanto da dire anche nel campo della medicina personalizzata, della genomica e della metabolomica (la scienza che studia i processi cellulari nell’organismo umano, N.d.R.). “Credo che le Biotecnologie, in futuro, si muoveranno principalmente in due direzioni. Da un lato, lo sviluppo di tecnologie diagnostiche innovative; dall’altro, la ricerca e sviluppo nel campo farmaceutico e, già ora, sono tante le industrie farmaceutiche che acquisiscono conoscenza dalle aziende biotecnologiche e dalle tante start up innovative nel settore”. E il Covid? “Certamente prosegue lo sviluppo dei vaccini. I primi sono stati sviluppati sulla base di un virus che ora non esiste più, per questo ci sarà bisogno di lavorare a nuovi presidi contro le varianti, così come dovrà continuare la sperimentazione sui vaccini intranasali che dovrebbero riuscire a bloccare sia l’infezione che la trasmissione del Covid”. Gli studi, quindi, non si fermeranno: “L’influenza stessa, ad esempio, continua ad essere oggetto di studio. Sicuramente in periodo pandemico c’è stata un’altissima richiesta di professionisti del settore che, ritengo, non scomparirà certo da un giorno all’altro”. 

Le opportunità del biotecnologo

Questa breve panoramica degli studi citati dal docente è indicativa delle tante possibilità che ha un Biotecnologo: “Chiaramente è importante la predisposizione personale, la curiosità e gli interessi che si inseguono. La propria strada si comincia a delinearla con la tesi, poi con una specializzazione, con un Dottorato. Ma è anche una strada internazionale: muoversi sempre nell’ambito della stessa regione è sbagliato”. Proprio quest’ultimo commento sull’internazionalità della ricerca induce alla riflessione sulle crepe che l’attuale conflitto scatenato dalla Russia rischia di portare nella comunità scientifica internazionale: “Ci stiamo pensando tutti. Nell’ambito del Manifesto per la Pace di lunedì 14 marzo il Rettore Matteo Lorito ha annunciato una serie di iniziative a favore dei tanti studenti e ricercatori colpiti dalla guerra. Questo discorso è sicuramente molto personale proprio perché ogni gruppo di ricerca ha i suoi contatti”. Il prof. Pastore è anche membro della squadra di Ateneo, coordinata dal prof. Antonio Pescapè, che si occupa di Innovazione e Terza Missione: “Ci sono vari progetti ai quali l’Ateneo sta lavorando e che avranno un certo impatto sociale, economico e culturale sul territorio. A tal proposito, sicuramente, ci concentreremo anche sulla nuova sede di Medicina a Scampia”. 


Carol Simeoli 

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