Un caldo sorriso di benvenuto, un profumo che funge da guida, un sapore da conservare tra i ricordi più cari. Un’esperienza da sogno, in cui nulla viene lasciato al caso, possibile solo grazie agli esperti operatori dell’ospitalità, comparto sempre più vivace e sfidante che, presto, accoglierà i primi laureati in Hospitality Management. Inaugurato tre anni fa al Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni, questo innovativo Corso professionalizzante sta per concludere il suo primo ciclo di vita: “Abbiamo navigato in mari mossi, soprattutto a causa della pandemia che ci ha costretti in una situazione di grande incertezza, ma, nonostante questo, stiamo ottenendo risultati meravigliosi!”, esclama con soddisfazione la prof.ssa Valentina Della Corte, la Coordinatrice del Corso. Risultati che cominciano a vedersi su più fronti. Innanzitutto, la prima coorte di studenti si sta avvicinando alla corona d’alloro: “La maggior parte discuterà la tesi in corso, in tre anni e una sessione. Alcuni sono stati già ricontattati dalle aziende presso cui hanno sostenuto lo stage, per una reale proposta di lavoro. Non ho ancora numeri perché si tratta di situazioni in fieri – precisa – e diversi ragazzi stanno valutando se accettare o meno perché temono di non riuscire a completare il percorso. Una studentessa, ad esempio, ha rifiutato una proposta da Disneyland”. Poi aggiunge: “Abbiamo ricevuto ottimi riscontri anche dai nostri partner, il che ci ha portato ad estendere alcuni accordi tra cui quelli con Marriott, ora ampliato a tutti i brand del gruppo, o con Starhotels, in tutta Italia. Sono opportunità importanti, soprattutto in termini di stage, che andranno a beneficio dei futuri studenti”. Proprio in questi giorni, contestualmente con la pubblicazione del bando Erasmus d’Ateneo, “stiamo avviando gli stage internazionali. Se non quest’anno, il prossimo, sarà disponibile, ad esempio, Montecarlo. E ci sono anche delle strutture ricettive estere in vari Paesi, come l’Inghilterra, che si sono dette disponibili all’accoglienza solo dei nostri allievi e di quelli dell’Università di Losanna, una delle più costose al mondo”. La docente traccia, dunque, un ottimo bilancio: “Non dovendo gestire grandi numeri, possiamo seguire i ragazzi da vicino. Li abbiamo letteralmente accompagnati nella loro crescita, motivandoli e incoraggiandoli. E i progressi sono stati notevoli. Un esempio su tutti, l’inglese. Anche chi, all’inizio, zoppicava, ora padroneggia la lingua e, per questo, ci tengo a rivolgere un plauso al Centro Linguistico di Ateneo con cui abbiamo svolto un lavoro mirato”. Hospitality Management, come si diceva, è un Corso che guarda ad un settore – l’ospitalità turistica negli ambiti dell’Hotel e del Food and Beverage Management – tra i più penalizzati dalla pandemia. “Il comparto turistico è stato il primo ad essere colpito per poi rivelarsi uno di quelli a maggior capacità di ripresa, in termini sia di velocità che di creatività da parte delle aziende”. I mutamenti in atto sono intensi ed evidenti, “non solo per la trasformazione digitale ma, in particolare, in relazione alla sostenibilità che prima veniva trattata solo sotto il profilo teorico. Adesso, invece, richiede l’effettiva implementazione degli approcci green”. Ed ecco, quindi, “l’importanza, per chi studia l’Economia del Turismo, dell’acquisizione di conoscenze e competenze aggiornate. L’attività alberghiera, anche per quanto concerne le piccole realtà, sta diventando sempre più industriale richiedendo, in tutte le mansioni, un approccio manageriale”. Lo dimostrano le esperienze vissute dagli studenti nell’arco dell’ultimo anno “e le prime manifestazioni di interesse verso i futuri laureandi. Le proposte di lavoro che stanno ricevendo riguardano principalmente il management di area, in posizioni su cui sono stati messi alla prova durante gli stage”. Poi sottolinea: “tutti i grandi manager sono partiti da posizioni semplici e, soprattutto, hanno ricoperto tutte le funzioni dell’hospitality. Gli studenti devono capire che si stanno approcciando ad una carriera lunga, ma densa di soddisfazioni”. Né è detto che ci si debba fermare con lo studio: “Un Corso professionalizzante è strutturato per l’immissione nel mercato del lavoro dopo tre anni, ma chi ha stoffa può andare avanti. A maggio, ad esempio, lanceremo la prima edizione del Master in Hospitality and Destination Management, online, con un misto di attività sincrone e asincrone. Potrà essere una bella opportunità per approfondire”.
Carol Simeoli
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