Dopo una lunghissima campagna elettorale (le votazioni erano state fissate ad aprile, rinviate poi per l’emergenza Covid in atto), l’Università Federico II va alle urne per designare il Rettore che guiderà l’Ateneo nel sessennio 2020/2026. I due candidati, Matteo Lorito e Luigi Califano, hanno depositato i loro programmi, come da decreto, entro fine agosto. Ne riportiamo qualche stralcio.
Dal 15 al 17 settembre la prima tornata di votazioni. Intanto uno dei due candidati sembra avere un discreto vantaggio. Si lavora incessantemente sugli indecisi. Peseranno su questa serrata campagna elettorale anche le ultime telefonate, webinar e gli incontri nei Dipartimenti.
Il programma del prof. LUIGI CALIFANO
(II programma del prof. Matteo Lorito)
“Ho valutato la complessità delle responsabilità” ma “anche il fascino di una simile sfida”. Una candidatura che nasce dalla volontà di “provare a restituire quanto ho ricevuto fino a oggi. Ho sempre vissuto con orgoglio il senso di appartenenza all’Università Federico II: un Ateneo storico, prestigioso, aperto a tutti i settori scientifici, in grado di coniugare l’efficienza con la multidisciplinarietà culturale e con il rigore della didattica e della ricerca”. Lo scrive nelle conclusioni del programma (“frutto di ampio confronto con le diverse componenti dell’Ateneo”) con il quale si propone all’elettorato il prof. Luigi Califano. Condivisione, ascolto, trasparenza, innovazione e sviluppo dello spirito di appartenenza: i principi ispiratori del metodo di lavoro individuato. La complessità, sottolinea, “si governa con una forte azione corale che non può e non deve essere affidata al solo Rettore”. L’impegno: “formare una squadra di governo composta da colleghe e colleghi appassionati, dinamici, competenti, dotati di un forte senso di responsabilità e rappresentativi della varietà disciplinare presente in Ateneo” nel rispetto della parità di genere. Califano pensa a “figure di prorettori funzionali con specifiche deleghe e responsabilità” e a deleghe a termine “con incarichi specifici, per affrontare temi sensibili e strategici che di volta in volta si porranno”. Da insediare anche una Commissione formata da docenti, personale e studenti che elabori “proposte di riforma dello Statuto di Ateneo” e si confronti poi, nel corso dei lavori, con l’intera comunità in adunanze pubbliche.
Consolidare e potenziare la missione dell’Ateneo (“i valori che devono ispirare la Federico II per essere competitiva nello scenario nazionale e internazionale sono: l’impegno di tutta la comunità federiciana, indipendentemente dal ruolo e dalle attività svolte, la didattica con annessi servizi agli studenti, la ricerca, la terza missione e l’internazionalizzazione”) e sviluppare le competenze (“la Federico II è una comunità di persone, che nei diversi ruoli di docenti, ricercatori, amministrativi e tecnici, esprimono esigenze diverse di crescita personale e professionale. A ciascuna delle componenti dedicherò il mio impegno, consapevole che l’operato di un Rettore dipenderà da come sarà riuscito ad armonizzare lo sviluppo delle persone con lo sviluppo delle competenze dell’Ateneo”): le due prospettive su cui si incentra il programma.
GLI STUDENTI. “Le Università esistono in quanto esistono gli studenti che rappresentano il vero patrimonio che il Paese affida loro. Agli studenti, perciò, vanno trasmesse conoscenze e professionalità, ma anche consapevolezza e sana capacità critica, nutrimento essenziale della vita democratica. Preparare le nuove generazioni a inserirsi nella società e nel mondo del lavoro con competenza, serietà, passione e con forte senso di responsabilità è il principale compito che l’Università è chiamata a svolgere”. Gli interventi in favore della popolazione studentesca devono dispiegarsi lungo tutto il percorso formativo. E quindi: orientamento (in entrata: le azioni “devono essere mirate a guidare i potenziali studenti verso una scelta consapevole e informata; non si tratta di ‘vendere un prodotto’, quanto piuttosto di ‘offrire un servizio’ adeguato a tutti coloro che intendono scegliere la Federico II come luogo di crescita umana, culturale e professionale”), accoglienza, inclusione, dotazione di supporti tecnologici e spazi per l’apprendimento individuale e di gruppo, inserimento nel mondo del lavoro, formazione continua. “Insomma, bisogna rendersi conto che lo studente non è un’anonima figura che si incontra fuggevolmente a lezione e all’esame, ma un individuo ricco di sogni, fantasie e talenti, che vive con trepidazione e speranza la propria esperienza universitaria”. Sul diritto allo studio: l’ampliamento della no-tax area di quest’anno accademico, “che aumenta la platea di studenti esenti da tasse di iscrizione o con tasse ridotte, non deve rimanere una misura emergenziale, ma piuttosto trasformarsi in una riforma strutturale di cui l’Ateneo deve farsi portavoce a livello nazionale”; così come è necessario riportare nelle sedi istituzionali “il tema del potenziamento dei finanziamenti per le borse di studio” e la questione della carenza di alloggi per studenti nella città partenopea, problema che “ha assunto un carattere davvero critico”. La didattica: occorre diffondere la padronanza sia della lingua inglese che degli elementi fondamentali di informatica; incoraggiare l’e-learning e la partecipazione degli allievi a Formula Student (competizioni nel settore aeronautico, navale, best competition, certamen, hackaton challenges). “Essere una ‘città universitaria’ significa offrire ai giovani condizioni di accoglienza stimolanti, preoccuparsi delle loro esigenze materiali e culturali”. Una didattica di qualità “richiede una riconsiderazione profonda degli spazi, come stanno dimostrando le esperienze formative nella nuova sede di San Giovanni… La qualità degli spazi, la loro accessibilità e funzionalità hanno a che fare con la quotidianità della vita nei Dipartimenti e negli uffici. Uno spazio attrezzato e gradevole non è un lusso, ma incide significativamente sul lavoro svolto, sulla qualità dei risultati e della vita delle persone”. Per questo è imprescindibile che le strutture e infrastrutture già esistenti, come gli aulari, le biblioteche, le reti telematiche, siano “migliorate e completate, per quanto possibile, anche con nuove acquisizioni; sarà necessario razionalizzare l’occupazione dei vari plessi didattici per evitare sovraffollamenti e sottoutilizzi, interagendo contestualmente con i gestori dei trasporti pubblici per facilitare il raggiungimento delle varie sedi (in particolare per Monte Sant’Angelo, la proposta è una possibile soluzione in house “attraverso l’organizzazione di sistemi di navette”); allo stesso tempo, bisognerà migliorare la fruibilità dei servizi bibliotecari, così come quella dei servizi telematici”.
LA RICERCA. “Una straordinaria qualità che caratterizza la Federico II è la sua grande ricchezza culturale che dovrà essere ulteriormente valorizzata anche mediante un lungimirante piano di reclutamento e di potenziamento delle interazioni interne ed esterne all’Ateneo. Un impegno per i prossimi sei anni dovrà essere quello di sostenere la ricerca quotidiana realizzata dai professori e dai ricercatori anche nell’ottica di creare le condizioni per fare emergere ricerche che si collochino ai vertici del panorama internazionale. Nella distribuzione delle risorse ‘interne’ destinate al finanziamento della ricerca saranno adottati criteri volti ad ampliare quanto più possibile la platea dei beneficiari”. Un primo impegno: “essere presenti attivamente in Europa anche per sostenere la ricerca a livello locale in tutte le aree, con particolare attenzione a quelle che, per le loro specificità, hanno minore possibilità di accesso a finanziamenti esterni”. Dovrà essere garantita un’attiva partecipazione alle piattaforme nazionali (ad esempio i cluster tecnologici) e regionali (distretti e laboratori pubblico-privati). La capacità di attrarre risorse per la ricerca con finanziamenti pubblici e privati dovrà essere favorita mediante il potenziamento di uffici ad hoc; nel solco avviato dalle task force dovranno essere potenziate le forme di interazione tra Dipartimenti e Centri. Le scelte di reclutamento dei giovani e di avanzamento di carriera dovranno “essere inquadrate in un rigoroso ed equilibrato programma di sviluppo di tutto l’Ateneo, sulla base di regole trasparenti, credibili e sostenibili, che premino l’impegno e il valore di ciascuno”.
LA TERZA MISSIONE. “L’Ateneo deve ulteriormente impegnarsi nel perseguire gli obiettivi della Terza Missione al fine di promuovere un alto impatto sociale della nostra istituzione”. Occorre, dunque, ancor più valorizzare i risultati della ricerca, mediante la promozione della protezione della proprietà intellettuale e l’istituzione di un portafoglio brevetti, l’incubazione e il lancio di spin-off. “Andranno potenziati i rapporti con le imprese, gli incubatori di alto profilo e i centri di competenza e laboratori innovativi”. Al contempo saranno incentivati tutti i Dipartimenti a sviluppare attività (la Terza Missione “non si esaurisce nel rapporto con le imprese, ma deve includere necessariamente i progetti centrati sull’economia sociale e solidale e i legami con il mondo dell’associazionismo e della scuola, nell’ottica di stimolare una maggiore penetrazione territoriale”) coerenti con la loro vocazione culturale. L’ipotesi: un “Osservatorio per la promozione della Terza Missione”.
La Federico II deve intensificare il dialogo con la società anche sostenendo la divulgazione scientifica con seminari e dibattiti pubblici, incentivando eventi di elevato valore culturale (come, ad esempio, quelli già sperimentati con successo “Alla Corte di Federico”, il “Compleanno di Federico II”, il “Coro polifonico”, i concerti di musica classica nel complesso di San Marcellino), convegni e iniziative culturali promossi da docenti e studenti, rilanciando la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. L’evento degli eventi: gli Ottocento anni di vita dell’Ateneo nel 2024 che andranno celebrati con iniziative di respiro internazionale.
L’ATTIVITÀ CLINICO-ASSISTENZIALE E LA FORMAZIONE MEDICA. Grazie al protocollo d’intesa con la Regione Campania che assume gli oneri della spesa sanitaria del Policlinico, “gli studenti possono interagire direttamente con il paziente a tutto vantaggio della loro formazione”. L’inscindibilità delle tre funzioni di didattica, di ricerca e di assistenza rappresenta “una complessità che deve essere governata con competenza ed esperienza e soprattutto regolamentata con un chiaro e condiviso protocollo d’intesa nel quale l’impegno assistenziale del personale docente deve mantenere il ruolo di supporto alle attività di didattica e di ricerca in funzione della programmazione dei Corsi di studio della Scuola di Medicina e Chirurgia”. Il Rettore dovrà quindi “avere un ruolo attivo nelle scelte strategiche della sanità regionale vigilando sulle funzioni assistenziali della componente medica e del personale tecnico-amministrativo e ribadendo che la mancata valorizzazione della didattica e della ricerca medica comprometterebbe ineluttabilmente il futuro della sanità regionale e nazionale”.
LA FEDERICO II NEL MONDO. La dimensione internazionale dell’Ateneo si basa su due aspetti essenziali: gli scambi di conoscenza nell’ambito della ricerca e l’internazionalizzazione della didattica. Il rafforzamento dei rapporti con partner internazionali è attuabile mediante la partecipazione “alle reti tematiche che supportano l’introduzione di nuovi strumenti e facilitano la progettazione e lo sviluppo di attività di ricerca e formazione congiunte. Fra gli strumenti già disponibili, vanno sicuramente rafforzati gli Accordi Internazionali sottoscritti dall’Ateneo, attraverso l’ampliamento delle risorse destinate alla mobilità”. La proposta: un Grant Office che consenta un più agevole accesso ai progetti nazionali ed internazionali. Mobilità internazionale degli studenti: “la nostra Università soffre di una scarsa attrattività di studenti stranieri” per effetto “di fattori esogeni ed endogeni”. Valorizzazione delle attività dei diversi Dipartimenti, potenziamento dell’offerta di corsi impartiti in lingua inglese, più accordi di doppio titolo o titolo congiunto, promozione di Summer School, servizi nella fase dell’accoglienza degli ospiti stranieri: gli interventi per invertire il trend. Da incentivare anche la mobilità in uscita: l’esiguità dell’importo della borsa non consente, se non con un congruo supporto da parte delle famiglie, di sostenere i costi del soggiorno all’estero. Un’azione da attuare è incrementare i fondi disponibili, per consentire gli scambi a un maggior numero di studenti dell’Ateneo.
I DOCENTI. “Nei prossimi sei anni sarà importante riuscire a incrementare il numero totale dei nostri docenti”. Le situazioni più urgenti che dovranno essere affrontate “saranno quelle relative a coloro che hanno conseguito e conseguiranno l’Abilitazione Scientifica Nazionale. Per contribuire a dare riscontro alle legittime ambizioni di carriera si dovrà sostenere il varo di un opportuno piano straordinario nazionale, insieme a una attenta politica di Ateneo tesa a massimizzare l’attribuzione di punti organico anche attraverso la proposizione, nelle sedi istituzionali preposte (MUR), di criteri distributivi alternativi con il possibile obiettivo finale di eliminare il tetto al turnover nazionale”. Per i ricercatori a tempo indeterminato “saranno destinate opportune risorse per garantire la possibilità di svolgere qualsiasi tipo di attività didattica in modalità retribuita”. Immissione di forze giovani e talentuose: “sarà sempre destinata una ragionevole quota di risorse alla programmazione per il reclutamento di RTD-A che sia compatibile con la sostenibilità del bilancio e delle aspettative di successiva progressione di carriera”.
IL PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO. “Il personale tecnico e amministrativo è una grande risorsa per il nostro Ateneo: nelle varie strutture, nei laboratori, nelle biblioteche e nei musei operano figure di elevata professionalità e competenza che sostengono attivamente con il loro impegno la gestione, la didattica e la ricerca”. La Federico II si presenta con grandi potenzialità al centro e in periferia: “Ha strutture che riescono a offrire servizi di grande qualità nonostante soffrano di personale ridotto e alla soglia del pensionamento”. Tutte, compreso i Dipartimenti, “hanno necessità di nuove energie: bisogna quindi intervenire pianificando un programma di assunzioni”. “Il Rettore, di concerto con gli Organi Collegiali e il Direttore Generale, dovrà porsi il problema di introdurre innovazioni nell’assetto organizzativo per renderlo funzionale e dinamico e capace di valorizzare le competenze”. In particolare, dovranno essere rivisti i regolamenti perché si giunga a un assetto più chiaro, snello e funzionale della macchina amministrativa.
IL PIANO PER LE STRUTTURE D’ATENEO. Il patrimonio architettonico dell’Ateneo rappresenta “un valore inestimabile e necessita di un piano ordinario e straordinario per la sua cura e valorizzazione”. Grande attenzione sarà posta alle sedi, in fase di ultimazione, “di San Giovanni e di Scampia”, e l’avvio del cantiere per quella di Medicina Veterinaria al Frullone con l’istituzione di una commissione che monitori “lo stato di avanzamento dei lavori”. Interventi di manutenzione ordinaria sono da prevedere in tutte le sedi, in particolare Centro Storico, Monte S. Angelo, Piazzale Tecchio, Via Claudio e Agnano. Le strutture dell’Ateneo distribuite su tutto il territorio metropolitano “hanno il grande merito di aver saputo creare un sistema a rete capace di integrarsi perfettamente con il mondo circostante, agevolandone quotidianamente la crescita culturale e socio-economica”. Un esempio “è l’area collinare dove risiedono i Dipartimenti di Medicina e di Farmacia, che ben presto verrà arricchita dal Dipartimento di Medicina Veterinaria e insieme andranno a costituire la ‘Collina della Salute’, con la possibilità di interagire a stretto contatto tra di loro e con le altre strutture sanitarie regionali, sia per le esigenze della didattica e della ricerca, sia per le finalità assistenziali in seno al Sistema Sanitario Regionale”. Tra gli altri obiettivi, la realizzazione, nell’ambito di un progetto di riqualificazione delle sedi del Centro Storico, di “un innovativo ‘Polo Digitale delle Scienze Umane e Sociali’ con laboratori per la didattica e per la ricerca”.