Con 70 preferenze, Esposito eletto in prima battuta
Con 70 preferenze su 82 votanti, 91 gli aventi diritto (i membri del Consiglio della Scuola), il prof. Giovanni Esposito è stato designato in prima battuta al vertice della Scuola di Medicina e Chirurgia. Si dice “molto soddisfatto per la partecipazione massiva al voto, un importante segnale di compattezza della Scuola” il neo eletto Presidente. Riassume le “grandi sfide in programma nel prossimo futuro”: la “visita da parte dell’Anvur”; la gestione della Scuola “da poco diventata Azienda integrata del Sistema Sanitario Nazionale, nel protocollo d’intesa facciamo parte della rete di emergenza, aspetto che va gestito nel migliore dei modi”; la didattica “da innovare e sostenere”. Senza dimenticare il ruolo della ricerca “dove tradizionalmente siamo sempre stati protagonisti”. Il consenso ricevuto esprime “la voglia di lavorare insieme per la Scuola di Medicina e Chirurgia”.
Il prof. Giovanni Esposito, 55 anni, Ordinario di Cardiologia, è il candidato alla Presidenza della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II. Unico, a quanto si è appreso nel corso della riunione in aula G dell’edificio 20 del Policlinico che si è svolta il 16 gennaio, su iniziativa del prof. Francesco Beguinot, ordinario di Patologia clinica e decano a Medicina. Si vota lunedì 22 gennaio e saranno dunque – a meno di improbabilissime sorprese – elezioni con il risultato già scritto prima dell’apertura delle urne. “La mia candidatura – ha detto il prof. Esposito ad Ateneapoli al termine della riunione – è nata dalla consapevolezza della necessità di mettermi al servizio della Scuola in un momento così complesso. Ci sono cambiamenti molto importanti relativi ai regolamenti e sta mutando il concetto stesso della Scuola di Medicina. Cambiano gli strumenti, le necessità, il nostro Ateneo e l’Azienda Policlinico. Bisogna che si faccia squadra per affrontare grosse sfide nei prossimi anni”. Tra esse la visita dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca, che sarà a Medicina della Federico II nel 2025. “Quella – dice il prof. Esposito – è una sfida importante e non possiamo fallire”. Prosegue: “Al di là delle posizioni apicali, in Ateneo c’è un mondo di ragazzi e docenti giovani che ha voglia di mettersi in gioco ed io voglio rappresentare una guida per queste persone. Molti hanno esperienze internazionali e legittimamente ambiscono a trovare anche da noi un terreno favorevole per la ricerca e per la valorizzazione di chi è bravo ed ha passione”.
Promette una presidenza all’insegna della collegialità. “Se sarò eletto – dice – una delle prime preoccupazioni che avrò sarà quella di formare un gruppo coeso che sia rappresentato da tutti i Dipartimenti. Bisogna che si capisca che la Scuola di Medicina non è il Presidente, ma un gruppo interdipartimentale che deve svolgere un lavoro enorme. In primis per risolvere i problemi degli studenti e per creare le condizioni affinché assistenza e ricerca siano al servizio delle ragazze e dei ragazzi che frequentano le nostre aule”.
Nel corso della riunione del 16 gennaio, si sono alternati interventi di docenti che hanno enfatizzato il ruolo della ricerca e di altri che hanno sottolineato quanto sarà cruciale, nei prossimi anni, che la Scuola di Medicina rafforzi il peso dell’assistenza che garantisce alla città attraverso il Policlinico e che al momento ha un ruolo relativamente marginale, complice la mancanza di un Pronto Soccorso. Esposito invita anche su questo a fare squadra. Dice: “Oggi c’è una separazione a compartimenti stagni di questi aspetti. È sbagliato. La Scuola di Medicina cammina su tre piedi: didattica, ricerca ed assistenza. Tutti di uguale importanza. Su due piedi non funziona. Se viene meno o si sacrifica uno dei tre pilastri non andiamo da nessuna parte”.
Un’altra domanda di Ateneapoli al futuro presidente è sul numero programmato. Da tempo a livello nazionale e regionale – complice la progressiva carenza di medici in alcune branche, per esempio nell’emergenza – ferve il dibattito sull’opportunità di incrementare gli accessi al primo anno dei Corsi di Laurea in Medicina o di eliminare completamente il numero programmato, rimandando poi eventualmente la selezione alla fine del primo anno. Su questo si è speso molto, con una serie di dirette televisive e con toni sarcastici e polemici relativi alla qualità dei quiz proposti negli anni passati ai candidati, il Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca. La posizione del prof. Esposito è più cauta. Riflette: “Noi dobbiamo guardare alla qualità come primo obiettivo e dobbiamo garantirla al maggior numero possibile di studenti. Dobbiamo mantenere una qualità elevata nella formazione e, se possibile, aumentare il numero di studenti ai quali la offriamo. Se il discorso è di aumentare gli accessi a discapito della qualità avremo più medici, ma peggiori. Possiamo accettare più iscritti, ma con la garanzia di qualità. Il che significa con l’impiego di nuove risorse”. Aggiunge: “Il primo passo per noi della Federico II dovrebbe essere quello dell’attivazione di un maggior numero di posti letto effettivi da parte del Policlinico. Se vogliamo ammettere più studenti dobbiamo garantire loro la possibilità di svolgere attività pratica e di tirocinio, e per realizzare tale obiettivo occorre che ci siano più pazienti, più persone assistite. Già oggi non è semplice garantire l’attività di tirocinio, ma se entreranno più studenti e non aumenteranno i posti letto sarà ancora più complicato”.
Nel corso dell’incontro, Esposito, durante il suo breve intervento di presentazione della candidatura, ha detto anche che è necessario rilanciare la didattica: “Serve un’offerta adeguata – ha sottolineato – e bisogna puntare su contenuti grazie ai quali gli studenti nella lezione frontale abbiano l’opportunità di apprendere cose che non possono trovare altrove, in particolare on-line”. Ha aggiunto: “Bisogna incrementare la tecnologia in questa Università. In tutte le aule abbiamo proiettori piuttosto obsoleti e capita che gli studenti non riescano a vedere. Ci sono aule nelle quali ancora piove. Serve il rinnovamento delle strutture ed è urgente una riflessione sulle nuove tecnologie. La Scuola deve assolutamente adeguarsi agli standard di formazione di livello europeo”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.01 – 2024 – Pagina 10