Notte prima degli esami di laurea (on-line) con Pamela e Alessia

La tesi è stata terminata da tempo, il vestito delle grandi occasioni aspetta di essere indossato, tutta la famiglia attende questo giorno: le sedute di laurea a distanza trasmettono le stesse emozioni di quelle in presenza. Eppure la paura corre sul filo di internet: ‘e se cade la connessione che faccio?’; ‘i miei genitori riusciranno a partecipare ad uno dei giorni più importanti della mia vita?’. Laurearsi in piena pandemia non è facile, le ansie e le paure standard si confrontano con nuove possibilità di rischio. “Quando ho saputo che la seduta di laurea si sarebbe tenuta on-line ci sono rimasta male – ammette Pamela Lubrano Lavadera, 30 anni, laureanda (venerdì 22 maggio) con una tesi in Procedura Penale, relatrice la prof.ssa Clelia Iasevoli, sul tema ‘Verità e Dibattimento’ – È tutta la vita che attendo questo giorno e speravo di poterlo festeggiare in presenza, con tutti i miei cari. Purtroppo non sarà così ma ho preferito non aspettare, la mia età anagrafica non lo consente, ci sarà poi modo di fare festa”. Media dei voti sul 28, un percorso universitario che la studentessa definisce tranquillo: “Ho studiato ma non in modo continuo per problemi personali. Sono precisa e la mia preparazione agli esami è sempre stata scrupolosa, mi sono preparata come si deve, al meglio. Non mi sono mai ‘buttata’, non ho mai pensato ‘vediamo come va’, e forse anche questo ha rallentato il mio percorso”. Per una persona che programma tutto, il rischio di una discussione a distanza non deve essere facile da gestire. “Mi preoccupa la situazione diversa. Il timore è che la seduta possa essere svilita. Alcuni colleghi mi hanno raccontato che la piattaforma a volte si blocca. Non vorrei ne risentisse la presentazione ed il voto finale”. La nota positiva: “È che si è a casa propria e quindi ci si dovrebbe sentire più sicuri”. Durante la carriera universitaria nessuna battuta d’arresto tranne qualche difficoltà nella preparazione di “Economia Politica e Scienza delle Finanze”. Il disagio maggiore: “La mole dei programmi. Ogni esame prevede una parte generale ed una speciale”. La studentessa punta il dito su una problematica che ha vissuto di recente: “Avevo scelto inizialmente la tesi in una disciplina diversa. L’incontro con la Procedura Penale ha cambiato la mia prospettiva. Per il cambio ho dovuto aspettare un anno, come prevede il regolamento interno. Dodici mesi per ripartire mi sono sembrati troppi, chi fa una scelta avventata o magari non ha riscontro immediato dal docente, deve vivere in attesa? Non mi sembra giusto”. Per fortuna, “con il cambio ci ho guadagnato, la prof.ssa Iasevoli mi ha seguito, non mi ha lasciato mai da sola”. Un consiglio per chi sta ancora studiando: “Ognuno deve scegliere la propria strada secondo le proprie possibilità. Alle superiori già sapevo cosa sarei voluta diventare, il percorso universitario me l’ha solo confermato. Sono stata fortunata perché ho avuto la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato. Gli ostacoli, però, si superano con una forza che arriva da dentro”. Dopo la laurea: “Intraprenderò la strada del tirocinio forense. Coltivo il sogno di diventare Pubblico Ministero. Chissà… vediamo il mio impegno costante dove mi porterà”. 
Tesi in Procedura Penale – su ‘Le intercettazioni ambientali’ – con la prof.ssa Iasevoli anche per Alessia Donisi, 27 anni. “Vivo a Benevento – racconta la studentessa prima della seduta di laurea prevista per il 22 maggio – La prima cosa che ho pensato quando ho appreso della discussione on-line è stata che avrei evitato lo stress legato agli spostamenti. A casa riuscirò a stemperare la tensione”. Purtroppo “la solennità del momento non si riuscirà a percepire allo stesso modo che in presenza. Né parenti, né amici che fanno il tifo per te dal vivo. Insomma, si perde il calore umano e questo mi dispiace. Mi consola il fatto che ci sarà tempo anche per questo. Il giorno della laurea resta comunque unico e irripetibile”. La preoccupazione maggiore è quella che la connessione internet giochi brutti scherzi. Però “non ho mai pensato di rinviare la seduta, già mi è sembrato un’eternità aspettare da aprile. Seppure on-line, preferisco laurearmi alla svelta. La cosa più importante è arrivare al traguardo”. Alessia ha avuto fin dall’inizio della sua carriera le idee chiare: “Ho scelto Giurisprudenza perché mi appassiona il diritto, che è così dentro la vita di tutti. Sarà per questo che non ho avuto grosse difficoltà, gli esami sono andati abbastanza lisci e anche la stesura della tesi è andata bene. Seppure il tema sia molto impegnativo, ho trovato moltissimo materiale ed una cattedra che mi ha seguito in ogni momento”. Qualche perplessità sullo studio giuridico troppo teorico e poco pratico: “Ho studiato per anni il diritto, ma l’ho ‘usato’ poco per fare esperienza. Sebbene l’università negli ultimi anni mi abbia permesso di partecipare ad incontri come i Laboratori per la stesura di atti giuridici, non basta. L’approccio resta limitato”. L’esame che invece ha colpito in modo positivo la studentessa: “Formazione clinico-legale, mi ha fornito una prospettiva diversa. Abbiamo letto e discusso su atti di diritto veri, ci siamo addentrati nel diritto degli avvocati, è stato istruttivo”. Un percorso positivo, con una media che le consente di partire da 97, sostiene: “il segreto sta nell’impegno e nella passione. Il diritto o affascina o diventa pesante. Ad esempio: una disciplina come Procedura Civile non si può pensare di ‘assorbirla’ in due settimane. Occorre tempo. Se non piace ciò che si studia, il rischio è quello di annoiarsi”. A prescindere dai voti: “Ho sempre messo al primo posto la preparazione. Sulla valutazione può influire l’ansia, uno smarrimento all’esame. Per questo ciò che mi sta a cuore è dimostrare di aver capito e di aver imparato con impegno e la giusta dose di cuore”. 
 
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