Scienze Geologiche, si dimette il prof. Alessandro Iannace

Il prof. Alessandro Iannace, docente di Geologia stratigrafica e sedimentologica, si è dimesso dalla presidenza del Corso di Laurea in Scienze Geologiche della Federico II. Al suo posto, il 27 ottobre, è stato eletto il prof. David Iacopini. Il mandato di Iannace sarebbe scaduto tra un anno. “Ho scritto lettere molto esplicite al Delegato alla didattica ed al Presidente della Scuola – dice – nelle quali espongo i motivi per i quali ho preferito rinunciare a questi ultimi dodici mesi. Non vado via per ragioni personali ma per questioni di non coerenza con chi compie scelte che poi sono molto più importanti delle mie. Il Coordinatore, in base alla legge Gelmini, ha un ruolo che poi comunque passa per il Direttore del Dipartimento. Non condivido le scelte del mio Dipartimento da parecchio tempo ed ho ritenuto di non continuare perché uno non può coordinare qualcosa che sfugge al suo controllo”. Quando parla di scelte strategiche, Iannace si riferisce “essenzialmente alle strategie di reclutamento. Parlo dei ricercatori e così via. Scelte spesso compiute non in una logica corale ma di pescare localmente. Se io porto dentro i miei laureati, possibilmente i più mediocri, rischio che potranno fare solo peggio di me. Un insegnante deve sperare che il suo allievo lo superi e qualche volta scegliamo quelli che difficilmente faranno meglio di noi”. C’è, poi, un’altra questione che ha indotto Iannace alle dimissioni: è quella che ritiene sia stata la scarsissima collaborazione di gran parte dei docenti alla gestione e al miglioramento di Geologia. “Il livello di partecipazione dei professori universitari in genere alla cosa pubblica – argomenta – è minimo. I più se ne disinteressano e c’è una parte che partecipa non nell’interesse collettivo ma per giochi di potere, nella logica delle cosiddette aree disciplinari che poi significa la gestione dei posti. In Inghilterra tutti i docenti si sentono coinvolti, forse perché possono perdere il loro ruolo, nella missione della scuola. Noi abbiamo molte persone che vengono e bisogna dire loro cosa insegnare. Poi sono indifferenti al fatto che gli studenti siano contenti e trovino un lavoro. Qualcuno ritiene che le cose vadano da sé, ma compito di un docente è fare bene didattica e ricerca e concorrere al miglioramento e all’adeguamento alle mutate esigenze di un Corso di Laurea”. Iannace, dunque, lascia il timone di Geologia con una certa amarezza, ma sottolinea anche che vuol dare un messaggio positivo e propositivo. “Innanzitutto – commenta – tengo a dire che la scelta del nuovo Presidente del Corso di Laurea è ottima. Iacopini viene da dieci anni di coordinamento di uno dei Master di geologia più prestigiosi del mondo e sa come si fa la ricerca in altri Paesi che non siano l’Italia. Un coordinatore può poco se gli organi di governo ed il Direttore del Dipartimento non sono coerenti con le sue scelte, ma certamente Iacopini è una garanzia”. Si dice, inoltre, orgoglioso della circostanza che, al netto di difficoltà e problemi, “tanti nostri giovani laureati si facciano valere in ogni parte del mondo e in Italia. Potrei citare tanti nomi. Mi viene in mente Leonardo De Luca, che si è laureato da qualche giorno, uno dei nostri ragazzi più maturi, culturalmente aperto. È stato subito assunto da Andrea Moccia, un altro nostro giovane laureato brillante, che ha lanciato con grande successo il sito di comunicazione scientifica Geopop. Moccia ci aveva chiesto di segnalargli qualcuno bravo per ampliare la sua squadra e gli abbiamo proposto De Luca, che ha dunque trovato un buon lavoro a poche ore dalla discussione della tesi di laurea”. Valorizzare i bravi, ovunque siano e al di fuori delle logiche di appartenenza e di scuderia, è dunque, secondo Iannace, una delle sfide di Geologia – ma il discorso potrebbe estendersi all’Università in generale – nei prossimi anni. “Le risorse oggi ci sono – sottolinea – ma vanno spese bene. Se ci fossero anche servizi ed infrastrutture adeguati, per esempio un campus degno di questo nome, che avrebbe magari potuto essere realizzato nell’area ex Nato, e trasporti decorosi, perché oggi raggiungere Monte Sant’Angelo è una impresa, Geologia potrebbe davvero attirare in gran numero studenti e giovani ricercatori da ogni parte del mondo”. Ribadisce: “In questo momento le risorse ci sono, ma se saranno date ad una struttura farraginosa – nel farraginoso nascono le clientele – si rischia di sciupare una grande occasione. Servono trasparenza e competenze anche della macchina amministrativa. In questi anni ho svolto decentemente il mio lavoro perché ho avuto due o tre amministrativi di ottimo livello, il problema è che altri cento non lo sono”. Un’altra sfida che Geologia dovrà affrontare nei prossimi anni sarà quella di intensificare il lavoro di coordinamento con gli istituti scolastici: “Da un lato, abbiamo la necessità di farci conoscere. Nel precedente anno accademico abbiamo toccato il record negativo di immatricolazioni: ventidue persone. Quest’anno è andata meglio, siamo a cinquanta, ma restano pochi i nuovi iscritti. C’è una forte crisi delle immatricolazioni in tutti i Corsi di Laurea in Geologia in Italia, con l’eccezione di Milano. Dall’altro, il rapporto con le scuole va intensificato anche per contribuire alla formazione dei professori che insegnano negli istituti superiori, che a sua volta è direttamente correlata alla qualità degli studenti. A Napoli e in Campania abbiamo certamente scuole di eccellenza, ma in media le prestazioni dei nostri ragazzi sono inferiori a quelle dei loro colleghi di altre regioni, dalla Lombardia al Trentino”.
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