Scritto di Chimica e Propedeutica Biochimica, uno scoglio per tanti

Uno scoglio del primo anno che spaventa per la propedeuticità con Biochimica Umana e che per molti studenti di Medicina e di Odontoiatria rappresenta un banco di prova ripetuto più di una volta. Sono stati circa sessanta gli studenti che, l’8 giugno, hanno risposto presente all’appello d’esame di Chimica e Propedeutica Biochimica del prof. Emmanuele De Vendittis. All’edificio 9 si è tenuta la prova scritta, primo step che, se superato, permetteva di accedere all’orale. Conditio sine qua non: raggiungere almeno un 18, sommando un punto per ogni risposta esatta e due punti per ogni esercizio stechiometrico svolto in maniera corretta. All’uscita dall’aula Nicola Vaglio, ha ringraziato la dea bendata Marco, matricola di Medicina: “è andata abbastanza bene. Sono stato fortunato perché stamattina ho ripetuto le basi azotate ed è uscito un esercizio relativo proprio a quell’argomento”. In generale, nessuna sorpresa: “nel compito non c’era nulla che non fosse nel programma e che non fosse stato spiegato a lezione”. Come lui, è ottimista un suo collega, Antonio Castaldo: “è la prima volta che affronto l’esame. Lo scritto era abbastanza ostico, con ventisei risposte multiple e due esercizi, ma sono fiducioso”. Per lo studio: “mi sono basato su libri di testo e sulle slide forniteci dal professore. Spero di averlo superato, così da poter affrontare l’orale”. Ha meno motivi per sorridere Emanuele, iscritto al secondo anno di Medicina, che ha alzato per la quarta
volta bandiera bianca: “è andato malissimo. Lo studio di Chimica mi avvilisce. Il libro, nonostante sia più piccolo rispetto a quelli che adottiamo per altri corsi, mi dà grosse difficoltà. Sicuramente è colpa del mio metodo. Ho ripetuto lo scritto per quattro volte e mi sono reso conto che mi pongo male nei confronti della materia, non so come devo studiarla”. Un aspetto gli crea maggiori difficoltà: “gli esercizi sono la mia croce, anche se ne faccio
tanti, all’esame è come se li vedessi per la prima volta”. Terzo tentativo per Antonio: “lo scritto presenta domande molto specifiche ed è molto selettivo”. Circa un’ora a disposizione degli studenti. L’orologio è stato un ostacolo per Giuseppe, al primo anno di Medicina: “c’è poco tempo per tante domande e ci vengono sottoposte tipologie differenti di esercizio. Inoltre, il programma è molto vasto e approfondito. Serve tanta memoria”. Chiama in causa le lancette pure un’altra matricola, Antonio: “il tempo è poco e la materia è complessa. Un’ora passa in fretta e due
minuti ad esercizio non bastano”. Ha sfruttato al meglio i minuti a disposizione Sara Castaldi, al primo anno di Odontoiatria: “il tempo per me è stato sufficiente. Ho dovuto solo correre un po’ per ricopiare le risposte, ma a dieci minuti dalla fine mi mancava un solo esercizio. Il test è stato incentrato su tutto quello che c’è nel libro. Sto studiando da quasi due mesi. Speriamo basti”. Non ha notato molte differenze tra le due tipologie di prove presenti nel test, visto che: “molte domande a risposta multipla presupponevano comunque che si svolgesse a parte un esercizio con procedure da seguire e formule da applicare”. Le domande, per Raffaele, sono state “chiare e non nascondevano trucchi. La risposta non ha richiesto particolari ragionamenti, bastava conoscere bene l’argomento. Mi sono dedicato alla preparazione per due settimane, studiando dodici ore al giorno. Mi auguro sia sufficiente”.
Dopo due tentativi andati a vuoto ha provato a correggere il metodo di studio, confrontandosi con i colleghi, Valerio, aspirante odontoiatra da due anni: “in passato ho adottato un metodo di studio sbagliato, che mi è costato due bocciature. L’ho corretto studiando in maniera più approfondita e in compagnia, ripetendo ad alta voce con gli altri per ricordare meglio i concetti. La memoria conta molto per questo esame, ma è fondamentale innanzitutto capire bene i contenuti”. D’accordo con lui, Mina, al secondo anno di Medicina, che ha sostenuto per la seconda volta la prova scritta: “mi sono resa conto di avere uno studio troppo mnemonico, invece per questo esame serve un approccio diverso. È importante affrontare la materia chiedendosi continuamente perché le reazioni accadono
in un certo modo e a cosa portano”. Tallone d’Achille: “gli esercizi. Non li ho fatti, mi mettono in difficoltà”. Problema inverso per la sua collega Anna: “alcune risposte multiple mi hanno messo in difficoltà. Per gli esercizi, invece, serve solo tanta pratica”. Sul tempo a disposizione: “è stato un problema perché all’inizio sono andata in panico
e mi sono bloccata, ma dopo mi sono sciolta e ho accelerato. Spero sia andata bene. L’ho provato già cinque volte. Una volta ho passato lo scritto ma sono stata bocciata all’orale”. Ha provato a fare tesoro delle esperienze passate anche Roberta, che frequenta le aule del Policlinico da due anni: “ho cercato di imparare meglio le strutture, ma ho trovato comunque grandi difficoltà con i due esercizi su Ph e pressione osmotica. Ripeterò altre strutture, sperando di poter accedere all’orale”. Mettendosi alle spalle uno scoglio del primo anno.
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