Tra scienze e cultura, ad Agraria si parla di caffè

Studiare se è preferibile berlo tutto d’un fiato o sorseggiarlo in piccole dosi per avvertire meglio l’aroma è scienza. Darsi appuntamento davanti a una tazzina è cultura. Discutere di materie prime digerite da animali esotici è scienza. Tracciare una geografia che da Abissinia e Yemen porta in Sudamerica e in Europa e una storia che da secoli lontani arriva fino a oggi è cultura. Al centro di tutto la bevanda più amata dai napoletani, il caffè, diventata protagonista del convegno “Il caffè tra Scienza e cultura”, firmato Federico II, Dipartimento di Agraria e Kimbo. “Il titolo del convegno evoca la prospettiva che il Dipartimento persegue, cercando l’incontro tra aspetti scientifici e cultura”, ha rimarcato in apertura il Prorettore della Federico II Arturo De Vivo. Un Dipartimento che si pone, secondo il Direttore Matteo Lorito, “come il luogo ideale nel quale affrontare questo discorso, perché il caffè, prima di essere una bevanda, è una pianta”. Un luogo che è radicato a Napoli: “difficile non rendersi conto dell’importanza culturale che ha il caffè in questa città”. Ad ascoltare i relatori nella Sala Cinese un centinaio di persone, tra studenti e docenti. A tutti loro si è rivolta la dott.ssa Maria Cristina Tricarico, responsabile qualità di Kimbo, “una realtà industriale campana, italiana e internazionale”. Un’azienda che sta cercando di promuovere la formazione, “affinché chi si occupa della trasformazione del caffè nella ristorazione sappia farlo rispettando la tradizione”. In ottica formazione e ricerca, nella sede universitaria di Portici l’azienda ha investito circa un milione di euro per la …
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 24 novembre (n. 19/2017)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
- Advertisement -




Articoli Correlati