È finalmente tempo di elezioni per gli oltre 22.000 studenti e i circa 600 dottorandi della Vanvitelli, dopo la sospensione dovuta al perdurare dell’emergenza sanitaria che aveva congelato gli esiti al 2018. Si vota il 20 e 21 ottobre (le consultazioni erano previste il 5 e 6 ottobre, poi è arrivato il decreto che le ha posticipate), dalle ore 9 alle 16, per eleggere i rappresentanti in seno al Senato Accademico, al Consiglio di Amministrazione e al Consiglio degli Studenti. Nelle stesse date saranno designati anche i consiglieri dei Dipartimenti e dei Corsi di Laurea. Sono sei gli studenti candidati al Senato Accademico, cinque al Consiglio di Amministrazione e ventitré al Consiglio degli Studenti, più tre dottorandi e quattro specializzandi. “Tutti i candidati afferiscono ad un’unica lista, Studenti uniti, nata dalla convergenza di interessi di tutte le associazioni studentesche dei vari Dipartimenti”, racconta Umberto Allegretto, 33 anni, studente di Farmacia e candidato al Senato Accademico. “Si dice che la pandemia abbia avuto molti effetti negativi sulla vita universitaria, e questo è indubbiamente vero – continua Allegretto – ma la presentazione di un’unica lista, volontà di unione di tutti gli studenti, è il segno evidente di un rinnovato interesse comunitario. Sebbene ognuno conservi le proprie idee, in fase di confronto ciò che emerge è l’interesse comune; siamo infatti un gruppo molto coeso, in cui le idee di ognuno trovano spazio. Credo sia questo il vero senso del fare politica”. Un percorso forse a tratti tortuoso quello di Umberto, che ha iniziato la sua carriera universitaria alla Federico II interrompendola poi per lavorare nel sociale. “Lavorando a stretto contatto con le comunità – spiega – cioè con persone che versavano in condizioni di bisogno, ho imparato ad ascoltare le esigenze di ognuno e a mettermi al servizio del prossimo. Beninteso, credo che certe attitudini siano innate e quindi in grado di indirizzare le scelte delle persone”. “Ho scelto di candidarmi al Senato Accademico – continua – perché avendo già fatto parte della Commissione Paritetica del mio Dipartimento (Scienze e Tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche n.d.r.), ed essendo sempre stato un punto di riferimento tra gli studenti, ho pensato di poter fare la mia parte nel dare voce al corpo studentesco e fungere da intermediario tra quest’ultimo e gli organi di Ateneo”. Per il futuro nessun lambiccamento, “per adesso penso a concludere gli studi, poi si vedrà”, conclude. Roberto Preda è uno dei cinque candidati al Consiglio di Amministrazione, ha 25 anni, è iscritto al Corso di Laurea in Economia e Management e sta frequentando un Master in Direzione d’impresa presso la Stoà Business School di Ercolano. “Provengo da una formazione scientifica – spiega – ma mi sono sempre interessato al mondo dell’economia seguendo programmi televisivi e leggendo articoli su ‘Il Sole 24 Ore’ e altre riviste. Ho scelto di candidarmi al Consiglio di Amministrazione perché, come si evince anche dalla mia carriera universitaria, mi sono sempre dato molto da fare e reputo questa esperienza un buon trampolino di lancio per un laureato in Economia. Ma non è solo in un fine personale che si radica la mia candidatura – chiarisce – Quando sono entrato in Dipartimento, infatti, sono stato aiutato ad ambientarmi dai rappresentanti e vorrei fare lo stesso con chi si trova oggi nella situazione in cui mi trovavo io allora”. Roberto reputa molto importante l’appartenenza al Consiglio di Amministrazione, organo nel quale uno studente in Economia può fare la differenza: “si tratta di un organo esecutivo che gode di ampi poteri anche nella ripartizione di fondi che in gran parte sono destinati al miglioramento dei servizi per gli studenti, credo quindi che una persona competente in questo ambito, per di più vicina agli studenti, possa essere un efficiente anello di congiunzione tra le esigenze di questi ultimi e le istituzioni”. Il futuro sembra essersi fatto meno ridente per il mondo del lavoro dopo la pandemia, specialmente per alcuni settori, e Roberto, ben cosciente di questo, vorrebbe in futuro offrire le sue competenze a qualche grande azienda: “i sogni sono importanti e si deve cercare di realizzarli, ma è anche necessario saper tenere i piedi per terra e analizzare le situazioni in modo razionale. Alla fine, tra una ghiera di cose che mi sarebbe piaciuto fare, ho scelto quella che mi permetterà di condurre una vita regolare e soddisfare al contempo le mie ambizioni”. Paolo Abate è il più giovane dei tre intervistati, ha 22 anni ed è uno dei ventitré candidati al Consiglio degli Studenti. È iscritto, come il collega Roberto, al Corso di Laurea Magistrale in Economia e Management e ha le idee chiare circa il ruolo che deve ricoprire un rappresentante: “innanzitutto sono contento che le varie associazioni studentesche siano confluite in un’unica lista, perché questo indica una concordanza di opinioni, quantomeno sulle questioni più importanti”. Nel corso degli studi uno studente si può imbattere in diverse problematiche, e un rappresentante degno di essere definito tale deve saper prestare ascolto: “il rapporto con i docenti, il miglioramento della vita in università, la risoluzione di problemi relativi ai servizi bibliotecari o di segreteria: il rappresentante non può risolvere tutto con uno schiocco di dita, ma può far sentire la propria voce e così riportare quella di tutti gli altri”, sostiene Paolo. Anche lui, come il collega Umberto, è sempre stato un punto di riferimento tra gli studenti, non già perché i rappresentanti in carica non assolvessero diligentemente al proprio ruolo, ma perché la pandemia ha rarefatto i margini d’azione e un po’ tutti hanno dovuto fare del loro meglio per sostenere sé stessi e gli altri. La comunicazione è stata essenziale in questi ultimi mesi e chi si è distinto per particolari doti di mediazione e oratoria è andato incontro al favore dei colleghi. Nessuno, d’altra parte, si scorda di chi ha teso una mano nel momento del bisogno. Anche Paolo, una volta finiti gli studi, pensa di continuare con uno stage in qualche grande azienda per poi proseguire su quella scia, ma nel frattempo, almeno si augura, c’è spazio per questa parentesi politica, che spera potrà apportargli grandi soddisfazioni. Veri e propri punti programmatici ancora non ce ne sono, “ma tutti stanno apportando le loro idee e comunque il lavoro vero e proprio inizierà con il confronto con gli studenti. Solo allora potremo capire quali sono i punti sui quali intervenire”, spiega Umberto. Per adesso solo qualche idea, legata anche alle contingenze: “i principali punti sono il ritorno in presenza in sicurezza e la vigilanza sul rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie legate al Covid; l’attenzione verso le categorie deboli come disabili, studenti-lavoratori e studenti che versano in condizioni di precarietà economica; focus particolare sul miglioramento del placement e dell’orientamento post-laurea e infine, e questo alla base di tutta quella che sarà la nostra attività, l’ascolto attivo verso chiunque ne avrà bisogno”, conclude Allegretto.
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