Il prof. Miraglia Del Giudice è il neo Direttore

Fumata bianca al Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia generale e specialistica il 25 settembre: neo Direttore è il prof. Emanuele Miraglia Del Giudice, succede al prof. Nicola Colacurci. L’elezione del professore, ordinario di Pediatria e unico candidato, non giunge inaspettata: “si è discusso su chi potesse impugnare le redini del Dipartimento e la fiducia dei colleghi si è espressa a mio favore”. Il prof. Miraglia Del Giudice si è laureato con lode in Pediatria nel 1984 alla Federico II, ha pubblicato con continuità oltre 200 articoli ad alto impact factor sui temi della pediatria, dell’endocrinologia, dell’ematologia e della genetica. È stato coordinatore nazionale del Gruppo di studio sull’obesità infantile della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia pediatrica e dal 2015 è Direttore della Scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile. Oltre a questo si aggiunge la presidenza del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia di Caserta, sopraggiunta solo pochi mesi fa, dalla quale però ha dovuto dimettersi perché le due cariche non sono compatibili. “Sebbene per poco tempo – afferma – mi sono impegnato molto nel ruolo di Presidente del Corso”. Si andrà a breve al voto per il nuovo Presidente. Approda quindi in Dipartimento il nuovo Direttore: “un piccolo Dipartimento ma con più anime. In esso convivono anestesisti, urologi, pediatri, ginecologi e chirurghi pediatrici. È una realtà ben assortita dal punto di vista scientifico-disciplinare, e una delle sfide della mia direzione sarà quella di incrementare ulteriormente la coesione e la collaborazione per fini medici e di ricerca tra settori disciplinari differenti”, afferma. Al Dipartimento afferiscono due Corsi di Laurea Triennali (Infermieristica pediatrica e Ostetricia), tre Scuole di specializzazione e  numerosi Master di primo e secondo livello. “In continuità con l’operato del prof. Colacurci cercherò di far aumentare l’afflusso di iscrizioni ai Master e, soprattutto, di mantenere inalterati i posti per le Specializzazioni”.
Con il prof. Miraglia del Giudice il punto sulla professione medica post- pandemia. “La prima ondata del virus ha visto il personale medico-sanitario, in assetto di guerra, dormire pochi minuti sulla scrivania e poi tornare in corsia, sostenere turni di lavoro estenuanti e morire a contatto con i pazienti infetti. Allora si godeva del plauso dell’Italia e del mondo intero, gli ‘angeli in corsia’ li chiamavano. Per fronteggiare la pandemia il Corso di Laurea in Medicina è diventato addirittura abilitante, i laureandi erano impazienti di finire il loro percorso per intraprendere la propria battaglia personale contro il Covid. Tutto bellissimo, almeno fin quando non si è iniziato a parlare in termini scientifici. Allora, nell’opinione comune, tutti i medici sono diventati complici della Big Pharma, tutti asserviti al sistema che vuole uccidere le persone inoculando i vaccini”. Ma dov’è che è sorto il gap tra la medicina e la popolazione? La risposta per il docente appare quasi scontata: “nella comunicazione! Noi pediatri, abituati a interfacciarci non con i pazienti diretti, perché troppo piccoli, ma con i loro genitori e parenti, sappiamo quanto sia importante comunicare efficientemente. Di per sé il linguaggio tecnico-specialistico può incutere un certo timore perché molto serio e rigido, se poi dall’altra parte ci mettiamo la scarsa predisposizione all’ascolto il risultato non sarà tanto felice”. Un’ondata di sfiducia che non deve impressionare gli studenti di Medicina: “le doti del medico sono l’empatia e la curiosità, e queste doti prescindono dalle difficoltà. Il lavoro di un medico è complesso a prescindere e non si può intraprendere immaginando che sarà sempre tutto rose e fiori”.
 
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