Ecologia, natura e ambiente: dalla tradizione letteraria finlandese all’attualità

Fin dagli anni Settanta L’Orientale vanta il primato nell’insegnamento della lingua finlandese a Napoli, così come delle discipline correlate alle culture nordiche, quale ad esempio la filologia ugro-finnica. Del resto, è una delle poche – oltre a essere stata la prima – Università in Italia in cui lo studio del finnico può essere affrontato sin dalla Triennale (corso tenutosi nel primo semestre) e proseguito anche alla Magistrale, dove sussiste inoltre per gli studenti la possibilità di scegliere Lingua e/o Letteratura Finlandese come esame a scelta libera. Dallo scorso anno accademico è titolare dell’insegnamento la prof.ssa Giorgia Ferrari, originaria di Parma ed esperta della tradizione orale finnica e careliana, che in questo semestre ha inaugurato il corso dedicato agli studenti del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati proponendo un nuovo tema d’approfondimento: le relazioni tra essere umano e natura dalla letteratura popolare alla letteratura finlandese moderna e contemporanea. Racconti, poemi epici, liriche popolari, fiabe: “sono al centro dei miei interessi scientifici da parecchi anni. Mi sono specializzata, infatti, nelle fiabe tradizionali della Carelia di Viena, regione tra Russia e Finlandia. Ho scelto questo tema perché il mondo ugrofinnico mostra un’attenzione rilevante per la natura mettendo in risalto questioni che tutt’oggi tematizziamo in merito al rispetto dell’ambiente e dei luoghi che abitiamo”. Dalla Lapponia al cuore dell’Europa, i temi ecologici – filo conduttore anche nelle manifestazioni letterarie dell’epoca contemporanea in Finlandia – hanno attratto nuovi studenti verso il corso, affascinati soprattutto dalle risonanze sciamaniche e magiche del tema. “A volte sento ahimè persone domandarsi a cosa serva effettivamente studiare la letteratura. Nel mio caso, la risposta è: la letteratura orale e scritta, sin dalle sue radici più antiche, offre alle cosiddette società avanzate spunti e strumenti di riflessione utili per relazionarsi al presente, soprattutto nei tempi che stiamo vivendo, attraverso le sollecitazioni tramandate dalle popolazioni ugrofinniche e siberiane in Eurasia”. Se le fiabe rivestivano un compito educativo paradigmatico all’interno delle comunità del passato, quale insegnamento è possibile trarre da queste fonti specifiche? “Desumiamo dal repertorio delle fiabe popolari che la natura sia sempre stata sfondo animato e partecipe delle vicende umane e attraverso le narrazioni il rispetto che questi popoli nutrono verso il proprio habitat. Sono convinta che i saperi tradizionali, colti nella loro ‘continuità metamorfica’, possano costituire un’autentica fonte d’innovazione”. In particolare, durante il corso si affronta il motivo della metamorfosi e della transizione in un’ottica comparativo-contrastiva rispetto al mondo greco e latino. Volendo sintetizzare, “nel mito classico la trasformazione è indotta da agenti esterni, invece ritroviamo nelle culture ugrofinniche e siberiane di stampo sciamanico il concetto di metamorfosi-‘renovatio’, che può costituire nella nostra epoca un rilevante punto di riferimento. Miti e fiabe ci mostrano e insegnano che ogni essere umano ha la capacità di rinnovarsi, a patto che non ci si lasci scoraggiare dalle difficoltà dell’esistenza”. 
Lingua agglutinante, ha 15 casi
Finora la platea di studenti iscritti è alquanto mista: “alcuni intraprendono uno studio quinquennale raggiungendo alla fine del percorso conoscenze di ottimo livello, altri invece cominciano a studiare la letteratura finlandese soltanto durante il biennio. Ed è per questa ragione che adeguo e organizzo le lezioni in base a ogni necessità, alla tipologia di studente e alle conoscenze pregresse”. Per esempio, “segue quest’anno il corso una studentessa di svedese che sta dedicando la propria tesi al motivo della fanciulla-cigno nelle fiabe svedesi e che è quindi interessata a mettere a confronto la produzione scandinava e quella finnica proprio sul tema della metamorfosi”. C’è anche, quindi, chi parte da zero e proviene da altri studi linguistici. “Della lingua finlandese c’è da sapere, innanzitutto, che appartiene alle lingue ugro-finniche, come l’ungherese (lingua con cui si consiglia quindi l’accoppiamento per un’approfondita conoscenza areale), che è di tipo agglutinante e ha 15 casi! Sebbene sia ritenuta dall’esterno una lingua molto difficile, è in verità molto logica. Lo sforzo maggiore, e non solo nella fase iniziale di apprendimento, è richiesto più che altro per la memorizzazione del lessico”. Consigliata qualsiasi occasione di studio all’estero, attraverso le borse Erasmus o i corsi offerti dalla Finnish National Agency for Education, per uno studio sul campo. In attesa di poter partire per Helsinki, però, il suggerimento è quello di “fruire delle esercitazioni linguistiche tenute dalla dott.ssa Elina M. Ylinärä, madrelingua, che hanno durata annuale e seguire la pagina Facebook di Lingua e Letteratura Finlandese dove pubblichiamo molte curiosità e storie relative a questa cultura: da canzoni a ricorrenze letterarie, passando per i famosi Mumin creati dall’illustratrice e scrittrice finlandese Tove Jansson, e articoli che spaziano dal cibo all’arte”. I numeri dei frequentanti non sono elevatissimi, “però consentono di impostare la lezione con un taglio seminariale e più partecipativo possibile. L’abitudine è quella di permettere agli studenti di tenere la videocamera accesa su Teams per favorire almeno un contatto visivo”, difatti ormai impossibile. “Ho iniziato il mio primo corso a L’Orientale l’anno scorso, proprio a marzo. Sono riuscita a tenere in presenza una sola lezione. Non vediamo tutti l’ora di ritornare in aula”. È importante, tuttavia, far conoscere l’esistenza di questa possibilità sul territorio campano: che “L’Orientale ha una tradizione ben consolidata nello studio e insegnamento delle culture nordiche, non facilmente apprendibile altrove, e che queste culture in profonda connessione con l’area baltica e scandinava offrono strumenti e punti di vista ulteriori per studiare anche altri aspetti del panorama europeo”. 
 
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