I suoni tradizionali del Giappone in un concerto per shamisen

Risuonano nella mattinata di martedì 23 ottobre presso la Sala Conferenze di Palazzo Du Mesnil le suggestive note dello ‘shamisen’, strumento a tre corde della famiglia dei liuti, che narra in musica le storie, i miti e le leggende della terra del Sole nascente: il Giappone. Un concerto a cui può capitare davvero raramente di poter assistere – lo sanno bene studenti e curiosi in platea, accorsi numerosi – perché è evento eccezionale, data la tradizione antichissima da cui questo patrimonio della musica popolare deriva, imbattersi nei maestri delle scuole che impartiscono oggi quest’arte. È ciò che è capitato a Paolo Cotrone, ex studente de L’Orientale, musicista appassionato di lingua e cultura giapponese, quando ha conosciuto quattro anni fa in rete la sua insegnante, Mary Mariko Ohno della Kabuki Academy di Seattle. A fare gli onori di casa il prof. Antonio Manieri, docente di Lingua Giapponese, che prima dell’esibizione annuncia le finalità dell’evento: “promuovere una cultura e mostrare cos’ha da offrire, fornendo un assaggio della musica, del canto e dalla danza tradizionali più rappresentativi di un Paese che riveste un rilievo paradigmatico nella storia di quest’Ateneo”. A suggellare l’incontro tra civiltà, rappresentate dalla performer giapponese e dal suo unico allievo italiano (entrambi vestiti in abiti tradizionali), l’omaggio che entrambi hanno voluto rendere agli uditori napoletani: “vi dedico un pezzo della mia città”, dice Paolo, duettando con l’artista in un’inedita ‘Funiculì Funiculà’. Impiegato in diversi e compositi generi musicali e teatrali, lo shamisen ha origini lontane, nel tempo e nei luoghi…
 
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