Sono iniziate lo scorso 5 ottobre le lezioni del primo semestre per i Corsi di Laurea Triennale e Magistrale a L’Orientale. Sebbene i chiarimenti sulla modalità online siano stati diffusi verso la metà di settembre, “l’organizzazione della teledidattica continua a generare confusione tra noi studenti di primo anno. Ci sentiamo un po’ spaesati. Non crediamo ad oggi che le informazioni siano state veicolate in maniera chiara”, parla Simone Gallucci, neoiscritto a Lingue e Culture Orientali e Africane (AF in sigla). “Stiamo cercando di venirci incontro creando dei gruppi Whatsapp per tutte le lingue e i corsi – finora il più numeroso è cinese con quasi 600 iscritti – ma abbiamo difficoltà nel comprendere effettivamente cosa voglia dire ‘frequentare’ un corso. Trascorriamo la giornata al computer e apprendiamo delle informazioni. Certamente, non augurerei a nessuno di cominciare così il proprio percorso universitario: tutto sembra perdere di magia rispetto a quello che immagino significhi iscriversi all’Università, ovvero fare nuove amicizie, camminare nei corridoi affollati, seguire lezioni interessanti. Per adesso, ogni docente sta provando a farci intuire i vari meccanismi: cosa sono i crediti, come si organizzano gli insegnamenti, la suddivisione in gruppi, gli appelli degli esami” (fino a gennaio online). “Ma – continua Simone – non mi solleva il pensiero che potremmo essere costretti a continuare così anche nel secondo semestre. I nostri corsi di lingua sono annuali e non avere la possibilità di incontrare i docenti o conversare con i lettori per tutto il primo anno non depone a nostro favore”. Quello di Simone rispecchia un parere condiviso tra le matricole di Lingue e Culture Orientali e Africane, già oltre 300, che lanciano un appello: “vorremmo che nel secondo semestre almeno gli insegnamenti di lingua e i lettorati fossero trasferiti in presenza. Aspetteremo di capire grazie a questa prima esperienza con le Magistrali – partite, però, anch’esse online per la prima settimana – se vi sia un modo per aggirare la carenza di strutture garantendo una didattica in piccoli gruppi, attraverso la prenotazione online o via app del posto a lezione”. Un esperimento che, ribadiscono alcuni studenti di Giapponese, “è stato adottato in altre Università di Lingue che niente hanno da invidiare a L’Orientale. Basterebbe assicurare sulle lingue più seguite del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo – cioè giapponese, cinese, arabo – le lezioni in presenza con un massimo di 30-40 studenti”. L’idea per alcuni appare, però, impraticabile, perché “ci sono cattedre che hanno fino a 200 studenti”, ribatte Alessandra Vitiello, secondo anno di Lingue e Culture Comparate. Tra cui, Lingua Inglese: corso che comincerà nel secondo semestre, preceduto nel primo dal solo insegnamento di Letteratura. Oltre 1700, infatti, le matricole che hanno sostenuto nelle date del 16 e 17 settembre il Test obbligatorio d’accesso, a cui vanno aggiunti gli immatricolandi, circa 85, che – avendo totalizzato al Test un punteggio pari o al di sotto di 35 – hanno seguito un corso intensivo di recupero dal 23 settembre al 3 ottobre e sostenuto una prova di verifica delle competenze, valutata in trentesimi. Circa 60, tra questi, gli studenti che l’hanno superata. “Per queste macro-cattedre, tra l’altro, la comunicazione con il docente via mail risulta ancora più difficile e occorre prenotarsi al ricevimento con almeno una settimana di anticipo, sebbene ogni docente si sia impegnato già da marzo a inserire nella sua agenda decine di appuntamenti al giorno”. La necessità dei chiarimenti è imposta anche dall’imminente apertura dei piani di studio. “Potremmo modificarlo a partire dal 19 ottobre: anche questa è diventata una necessità di cui avvertiamo sempre più l’esigenza”, aggiunge Alessandra. Che racconta: “io avevo scelto di studiare arabo l’anno scorso, non ho superato l’esame a giugno e adesso sto maturando il pensiero di avvicinarmi a un’altra lingua. A queste condizioni, considerato che forse si procederà a oltranza con la didattica a distanza (DAD), scegliere una lingua curricolare completamente diversa da quelle a cui siamo abituati, dai sistemi alfabetici delle lingue europee, non rappresenta per gli studenti meno motivati la più furba delle opzioni. Forse propenderò per il turco o per il berbero”, lingua quest’ultima che “ha sì dei punti di contatto con l’arabo vista l’area di pertinenza, e che – frequentato da molti meno studenti – può contare su una didattica efficace grazie a un rapporto più stretto tra docente e studente”. C’è da dire anche che lingue con una cifra inferiore di frequentanti permettono allo studente di essere seguito sin dal primo anno con un approccio quasi individuale. “Ho deciso di studiare il russo e ho seguito, ancor prima che partissero i corsi, alcune lezioni in videoconferenza per fare chiarezza su lingue a me meno note: in particolare, il 1° ottobre, serbocroato, sloveno, ceco, polacco e bulgaro e il giorno successivo le demo di Lingua Ungherese e Finlandese, rispettivamente con le docenti Judit Papp e Giorgia Ferrari”, racconta Miriam Buonocore.
L’appello delle matricole: “Nel secondo semestre corsi di lingua e lettorati in presenza”
Sulle lezioni del primo anno l’organizzazione si è dimostrata, soprattutto per le cattedre di lingua, più complicata del previsto. Motivo per cui si è cercato di incanalare gli studenti in smistamenti più circoscritti rispetto agli scorsi anni. Questo perché “possono accedere alle lezioni anche gli studenti non ancora immatricolati. Ciò non consente di capire effettivamente il numero di frequentanti che confluisce sul singolo corso”, spiega Salvatore Pezzella, terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. Anche lui sostiene come gli iscritti ad AF, che la didattica delle lingue straniere non possa proseguire più online. “Non possiamo continuare così anche dopo gennaio. Abbiamo bisogno di confrontarci con il docente, attivare un dialogo vivo durante le spiegazioni e soprattutto interagire. Attraverso le piattaforme, lo stesso Microsoft Teams, spesso non abbiamo modo di risolvere dei dubbi che a lezione sarebbero stati naturalmente chiariti subito con una domanda”. Ciò che la DAD promuove è, infatti, “una competenza passiva: ascoltiamo e recepiamo, ma non abbiamo mai modo di intervenire nel discorso”. Senza contare che “metà della lezione viene spesa a chiarire i vari aspetti relativi all’organizzazione di cui non troviamo notizia sul sito. Un paradosso: cercare informazioni che non si trovano da nessuna parte. È stato difficile, in alcuni casi, riuscire a capire anche quali libri comprare. Ho trascorso un paio d’ore solo per annotare l’incastro tra le varie lezioni: abbiamo, in media, una giornata piena dalle 8.30 alle 18.30”. Il meccanismo per prendere parte ai corsi sarà il seguente: “occorre accedere a Teams con la mail istituzionale e nel caso in cui se ne è sprovvisti procurarsela con l’aiuto della segreteria, poi, per entrare nei vari gruppi delle aule virtuali, inserire i codici della specifica lezione”, chiarisce Salvatore. Una procedura farraginosa con cui gli studenti dovranno fare i conti fino alla fine del semestre, nel mese di gennaio. Una nota positiva: “gli smistamenti hanno tenuto conto del grande numero di corsisti, come a Letteratura Inglese I o a Lingua Spagnola nel mio caso, ma anche per gli insegnamenti non linguistici, come Filologia Romanza, Traduttologia generale o anche Storia moderna, per fortuna si sono aggiunte altre suddivisioni”. Al primo anno, per esempio, ci saranno 4 gruppi per Linguistica Italiana e 5 per Linguistica generale. Le lingue più frequentate a Mediazione, come Spagnolo e Francese, sono state scisse anch’esse in quattro gruppi, a eccezione di Tedesco, diviso per il momento in due macro-gruppi. Tre, invece, le partizioni per lingue come Giapponese, che aggrega studenti di tre Corsi di Laurea (Lingue e Culture Comparate, Lingue Orientali e Africane e Lingue e Culture Comparate). Ilenia Ambrosio, iscritta al secondo anno di AF, dice: “ci chiediamo se basteranno e abbiamo l’impressione che anche i nostri docenti siano preoccupati. In ogni caso, una lingua come questa necessita – al di là dell’ascolto della lezione – molte ore di studio autonomo e applicazione quotidiana, per cui continueremo a fare ricorso a tutti gli strumenti da loro suggeritici, tra cui le attività sulla classe virtuale di Moodle, per consolidare quanto appreso a lezione”. Intanto, gli studenti attendono che vengano divulgate le informazioni sui lettorati, in via di definizione, anche se al momento le lamentele più diffuse sono legate a servizi e risorse inefficienti.
L’appello delle matricole: “Nel secondo semestre corsi di lingua e lettorati in presenza”
Sulle lezioni del primo anno l’organizzazione si è dimostrata, soprattutto per le cattedre di lingua, più complicata del previsto. Motivo per cui si è cercato di incanalare gli studenti in smistamenti più circoscritti rispetto agli scorsi anni. Questo perché “possono accedere alle lezioni anche gli studenti non ancora immatricolati. Ciò non consente di capire effettivamente il numero di frequentanti che confluisce sul singolo corso”, spiega Salvatore Pezzella, terzo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. Anche lui sostiene come gli iscritti ad AF, che la didattica delle lingue straniere non possa proseguire più online. “Non possiamo continuare così anche dopo gennaio. Abbiamo bisogno di confrontarci con il docente, attivare un dialogo vivo durante le spiegazioni e soprattutto interagire. Attraverso le piattaforme, lo stesso Microsoft Teams, spesso non abbiamo modo di risolvere dei dubbi che a lezione sarebbero stati naturalmente chiariti subito con una domanda”. Ciò che la DAD promuove è, infatti, “una competenza passiva: ascoltiamo e recepiamo, ma non abbiamo mai modo di intervenire nel discorso”. Senza contare che “metà della lezione viene spesa a chiarire i vari aspetti relativi all’organizzazione di cui non troviamo notizia sul sito. Un paradosso: cercare informazioni che non si trovano da nessuna parte. È stato difficile, in alcuni casi, riuscire a capire anche quali libri comprare. Ho trascorso un paio d’ore solo per annotare l’incastro tra le varie lezioni: abbiamo, in media, una giornata piena dalle 8.30 alle 18.30”. Il meccanismo per prendere parte ai corsi sarà il seguente: “occorre accedere a Teams con la mail istituzionale e nel caso in cui se ne è sprovvisti procurarsela con l’aiuto della segreteria, poi, per entrare nei vari gruppi delle aule virtuali, inserire i codici della specifica lezione”, chiarisce Salvatore. Una procedura farraginosa con cui gli studenti dovranno fare i conti fino alla fine del semestre, nel mese di gennaio. Una nota positiva: “gli smistamenti hanno tenuto conto del grande numero di corsisti, come a Letteratura Inglese I o a Lingua Spagnola nel mio caso, ma anche per gli insegnamenti non linguistici, come Filologia Romanza, Traduttologia generale o anche Storia moderna, per fortuna si sono aggiunte altre suddivisioni”. Al primo anno, per esempio, ci saranno 4 gruppi per Linguistica Italiana e 5 per Linguistica generale. Le lingue più frequentate a Mediazione, come Spagnolo e Francese, sono state scisse anch’esse in quattro gruppi, a eccezione di Tedesco, diviso per il momento in due macro-gruppi. Tre, invece, le partizioni per lingue come Giapponese, che aggrega studenti di tre Corsi di Laurea (Lingue e Culture Comparate, Lingue Orientali e Africane e Lingue e Culture Comparate). Ilenia Ambrosio, iscritta al secondo anno di AF, dice: “ci chiediamo se basteranno e abbiamo l’impressione che anche i nostri docenti siano preoccupati. In ogni caso, una lingua come questa necessita – al di là dell’ascolto della lezione – molte ore di studio autonomo e applicazione quotidiana, per cui continueremo a fare ricorso a tutti gli strumenti da loro suggeritici, tra cui le attività sulla classe virtuale di Moodle, per consolidare quanto appreso a lezione”. Intanto, gli studenti attendono che vengano divulgate le informazioni sui lettorati, in via di definizione, anche se al momento le lamentele più diffuse sono legate a servizi e risorse inefficienti.
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