“Ai nostri studenti è necessaria la virtù…della pazienza”, avverte il prof. Maurizio Brunetti, docente di Geometria I e II. Per uno studente che si affaccia sugli studi ingegneristici è, infatti, importante avere la costanza di seguire i corsi quotidianamente e di ripetere a casa. “Provate a seguire con attenzione ogni singolo corso, tentando, una volta a casa, e lezione dopo lezione, a risistemare gli appunti presi. I docenti, poi, hanno un orario di ricevimento. Invito gli studenti ad approfittarne con intelligenza. I nuovi immatricolati non sfruttano adeguatamente questo strumento, perché sono convinti che porre una domanda potenzialmente insulsa potrebbe compromettere il voto finale. Posso assicurare che, almeno nel mio caso, non si corre questo rischio. Resta comunque vero, in generale che i dubbi sulla teoria o una difficoltà apparentemente insormontabile nel risolvere un esercizio vanno superati prima possibile”.
Un’altra regola: non perdere tempo e iniziare a studiare dal primo giorno, senza rilassarsi troppo perché, come spiega il prof.Brunetti, “dall’entrata in vigore del cosiddetto ‘nuovo ordinamento’ una delle principali difficoltà per le matricole consiste nel doversi adeguare in tempi brevissimi al ritmo serrato dei corsi. Lo studente che non affronta con la giusta grinta le primissime lezioni e non fa subito suoi gli strumenti che il docente introduce volta per volta, rischia ben presto, di essere sopraffatto da un linguaggio che, in questo caso inevitabilmente, gli diventerà sempre più oscuro”.
Acquisire metodo ed un linguaggio adeguato allo studio scientifico sono, allora, i primi obiettivi da dover raggiungere, strumenti essenziali per poter affrontare l’intero percorso di studi. “Ad Ingegneria, cerchiamo di promuovere una mentalità progettuale. Tuttavia, si può sperare di migliorare o sostituire una tecnica esistente, solo padroneggiando l’impianto teorico che l’ha resa possibile. Ecco perché nei primi esami che lo studente deve superare, non escluso il mio, vi sono parti del programma dal carattere fortemente formativo, dove l’apprendimento di una dinamica dimostrativa è talvolta più importante del risultato che si cerca di provare. Qualche studente che, magari vorrebbe bruciare i tempi, trova questo approccio un po’ arido, ma alla lunga da i suoi frutti”.
Ma a chi è adatta la Facoltà? “Sconsiglierei la nostra Facoltà a chi, tanto per intenderci, ‘odia la matematica’”, ma non bisogna spaventarsi se si hanno delle lacune che possono essere recuperate con un po’ d’impegno. “Negli anni scorsi – racconta il prof. Brunetti- non sono mancati esempi di studenti che, pur provenendo da scuole superiori dove si svolgono programmi di matematica e di fisica non particolarmente estesi ( penso al liceo classico o all’Istituto tecnico per Geometri ), hanno superato con lode gli esami di Analisi Matematica e il mio. Alcuni sono ora laureati e hanno iniziato un’attività di ricerca proprio nella nostra Facoltà”.
Un’altra regola: non perdere tempo e iniziare a studiare dal primo giorno, senza rilassarsi troppo perché, come spiega il prof.Brunetti, “dall’entrata in vigore del cosiddetto ‘nuovo ordinamento’ una delle principali difficoltà per le matricole consiste nel doversi adeguare in tempi brevissimi al ritmo serrato dei corsi. Lo studente che non affronta con la giusta grinta le primissime lezioni e non fa subito suoi gli strumenti che il docente introduce volta per volta, rischia ben presto, di essere sopraffatto da un linguaggio che, in questo caso inevitabilmente, gli diventerà sempre più oscuro”.
Acquisire metodo ed un linguaggio adeguato allo studio scientifico sono, allora, i primi obiettivi da dover raggiungere, strumenti essenziali per poter affrontare l’intero percorso di studi. “Ad Ingegneria, cerchiamo di promuovere una mentalità progettuale. Tuttavia, si può sperare di migliorare o sostituire una tecnica esistente, solo padroneggiando l’impianto teorico che l’ha resa possibile. Ecco perché nei primi esami che lo studente deve superare, non escluso il mio, vi sono parti del programma dal carattere fortemente formativo, dove l’apprendimento di una dinamica dimostrativa è talvolta più importante del risultato che si cerca di provare. Qualche studente che, magari vorrebbe bruciare i tempi, trova questo approccio un po’ arido, ma alla lunga da i suoi frutti”.
Ma a chi è adatta la Facoltà? “Sconsiglierei la nostra Facoltà a chi, tanto per intenderci, ‘odia la matematica’”, ma non bisogna spaventarsi se si hanno delle lacune che possono essere recuperate con un po’ d’impegno. “Negli anni scorsi – racconta il prof. Brunetti- non sono mancati esempi di studenti che, pur provenendo da scuole superiori dove si svolgono programmi di matematica e di fisica non particolarmente estesi ( penso al liceo classico o all’Istituto tecnico per Geometri ), hanno superato con lode gli esami di Analisi Matematica e il mio. Alcuni sono ora laureati e hanno iniziato un’attività di ricerca proprio nella nostra Facoltà”.