Erasmus è un progetto che da anni riceve consensi e plausi da parte degli studenti, basti dire che la quasi totalità di coloro che intraprendono questo percorso di studi all’estero, al ritorno, è entusiasta. E’ logico che, prima di partire per l’Università estera che si sceglie di frequentare, è necessario reperire informazioni, redigere un piano di studi con gli esami che si ha intenzione di sostenere, allacciare contatti con un referente Erasmus dell’Università ospitante. A guidare gli studenti nello svolgimento di queste operazioni pre-partenza, ci sono i promotori universitari (docenti che, per le singole Facoltà, si fanno promotori del programma), i quali si occupano più strettamente della parte didattica; per tutti gli aspetti di natura amministrativa e finanziaria viene in aiuto l’Ufficio relazioni internazionali, che ha sede a Corso Umberto I. A quanto pare, però, non basta viste le segnalazioni degli studenti che ci sono pervenute in redazione, i quali sembrano completamente disorientati di fronte alla compilazione dei moduli, delle domande per la borsa di studio e soprattutto non si sentono supportati in alcun modo né dal proprio promotore né dall’Ufficio relazioni internazionali. “Spesso, – affermano alcuni studenti che, a breve, partiranno – quando chiediamo informazioni, il docente ci rimanda dall’Ufficio, i cui impiegati, a loro volta, ci dicono di chiedere al docente o ci rispondono di leggere la guida”. Ciò che desiderano gli studenti è essere seguiti. E allora, si parte dalla compilazione del piano di studio. “Quali sono gli esami che possono essere inseriti? Quali quelli che ci verranno convalidati?”. Una richiesta più specifica da due studentesse che, il prossimo ottobre, partiranno per la Sorbona di Parigi. “Il docente francese con il quale abbiamo preso contatti – affermano – ci ha riferito che dobbiamo portare con noi un tesserino universitario. Non sapendo di cosa si tratti, ci siamo recate presso l’Ufficio a Corso Umberto, dove ci hanno riferito che non ne sanno nulla…”. Non è facile neanche trovare i promotori, a causa delle solite lunghe file d’attesa presso gli studi di ricevimento dei docenti. “Molti professori ricevono un’ora a settimana, ma spesso non rispettano gli orari… dunque, si resta ad aspettare tanto per avere un’informazione”. Premesso che l’Erasmus è una prova formativa che comprende anche aspetti gestionali e organizzativi quali quelli appena descritti, ascoltiamo il parere della dott.ssa Lucia Esposito, responsabile dell’Ufficio relazioni internazionali. “Mi rendo conto – afferma la dott.ssa Esposito – che non è facile organizzarsi per trascorrere un periodo di studi all’estero. Da parte nostra, c’è grande voglia e volontà di supportare in tutti i modi gli studenti ma occorre anche la loro partecipazione attiva…”. E allora nel pratico lo studente cosa dovrebbe fare? “Dovrebbe leggere la guida Erasmus e soffermarsi sulla documentazione che viene loro fornita dal nostro ufficio. Deve, inoltre, carpire le informazioni anche dal sito dell’Università estera… Relativamente agli aspetti didattici, lo studente non si può aspettare che il docente gli spieghi tutto passo passo, da come connettersi ad internet a come accedere alle informazioni relative a corsi ed esami, c’è bisogno che anche i ragazzi si impegnino”. C’è da dire che la tipologia di problemi è abbastanza vasta, e che le situazioni andrebbero analizzate singolarmente. A titolo d’esempio, il tesserino poc’anzi menzionato richiesto dall’Università francese. “Gli studenti italiani – specifica la dott.ssa Esposito – partono con due attestati da esibire al loro arrivo. Non risultano assolutamente come sconosciuti, in quanto l’Università ospitante è già stata avvisata. Non devono, quindi, preoccuparsi…”. In conclusione, è importante verificare i dettagli delle singole Facoltà, ma ricordatevi che il bagaglio formativo di uno studente comprende, senza dubbio, anche questi aspetti.