Una settimana, dal 25 novembre al 3 dicembre, di impegno full time che gli studenti di Economia sarebbero pronti a ripetere subito, tra lezioni, seminari e visite guidate. Sono dodici i ragazzi che, dopo essere stati selezionati tramite curriculum accademico, sono partiti alla volta di Philadelphia, ospiti della Wharton School of the University of Pennsylvania e alla Columbia University di New York, in un viaggio culturale che, come spiega il prof. Mario Sorrentino, docente di Imprenditoria e Business Plan e accompagnatore dei ragazzi insieme al collega prof. Mario Valenzano, “aveva l’obiettivo di entrare in contatto con due tra le migliori istituzioni accademiche americane, per mostrare ai nostri studenti come si svolge la ricerca imprenditoriale negli Stati Uniti”. E l’obiettivo è stato centrato. “E’ stata una settimana unica – afferma Paola Piccolo, ventitré anni, laureanda in Economia Aziendale – abbiamo vissuto in un altro mondo, non si può paragonare a nulla di già visto…”. La prima cosa che salta all’occhio dei ragazzi sono le dimensioni delle strutture. “L’Università è come un paese all’interno della metropoli – continua Paola – un vero e proprio campus diviso in aree. Alla Columbia, abbiamo seguito il corso di Accounting (in italiano, Ragioneria), una lezione sugli ‘shareholders’ che mi è sembrata un dibattito con una grande interazione tra la professoressa e gli studenti, i quali intervenivano continuamente e ponevano domande… organizzazione e interattività che qui non esistono”. Dello stesso parere Davide Pepe, studente di Economia e Management. “Si avverte subito che il rapporto docenti – studenti è molto ‘rilassato’ – dice Davide – Non c’è alcun tipo di timore da parte dei ragazzi, non si crea alcuna barriera, anzi si instaura dialogo e un rapporto socievole… le strutture, poi, sono fatte benissimo, ad ogni angolo della facoltà ci sono internet point, l’acustica nelle aule è ottima. Insomma, ti viene la voglia di andare a studiare fuori… se solo le possibilità economiche lo permettessero. Studiare e alloggiare sia alla Columbia che alla Wharton costa davvero tanto. Anche noi a Capua abbiamo una sede nuova, ma che rimane comunque molto diversa da ciò che abbiamo visto negli Stati Uniti”. Nessuna difficoltà neanche con la lingua inglese. “E’ stata una bellissima esperienza che non deve rimanere isolata –afferma Luigi Giusti, rappresentante degli studenti – Mi ha colpito molto la partecipazione degli studenti americani alla vita universitaria: alla Wharton, nel vialetto d’ingresso c’erano migliaia di studenti con gadget della Scuola. C’è un forte spirito di aggregazione, mentre purtroppo, in Italia, la vita accademica è vissuta in modo soggettivo”. Agli studenti è stata data la possibilità di seguire una lezione di MBA (Management Business Administration) e più precisamente i corsi di Strategic Marketing, Accounting e Banking and Finance. “Abbiamo vissuto una realtà accademica completamente diversa, toccando con mano le differenze con il nostro sistema universitario – dice Tommaso Moretta, altro rappresentante degli studenti – e ci siamo resi conto di quanto sia strutturato diversamente il rapporto tra docenti e studenti e tra questi ultimi e l’Università”. Prossima tappa: gli Emirati Arabi. “La nostra speranza – conclude Moretta – è che le attività di internazionalizzazione continuino a crescere e diano sempre più agli studenti la possibilità di interfacciarsi con realtà differenti, magari anche per periodi di tempo più lunghi”.
(Ma. Es.)
(Ma. Es.)