Gli studenti lavoreranno al riuso dei beni confiscati alle mafie

Periodo ricco di eventi alla Facoltà di Architettura di Aversa. Un’iniziativa lodevole è quella che si terrà martedì 22 aprile alle ore 11:30, quando verrà stipulato un accordo quadro con l’associazione Libera che da anni si occupa dei beni confiscati alle mafie. “Saranno invitati anche i sindaci di molti comuni della provincia casertana… – spiega la prof. Cettina Lenza, Preside della Facoltà – il nostro obiettivo è quello di fare in modo che gli studenti di Architettura, laureandi triennali e alle specialistiche, possano svolgere il loro periodo di tirocinio a supporto di specifiche organizzazioni in modo da studiare il recupero dei beni confiscati finché si arrivi all’acquisizione degli stabili ad uso sociale”. 
Made in Italy in mostra
“Il Made in Italy in scatola” è la mostra didattica organizzata dalla Facoltà ed allestita, a costo zero, dagli studenti del Corso di Laurea in Disegno Industriale per la moda, il 7 aprile scorso.
La mostra raccoglie le linee di una sperimentazione laboratoriale inserita nell’ampia ricerca scientifica Hand made/Made in Italy che le professoresse Francesca Castanò e Ornella Cirillo – rispettivamente docenti di Storia del Disegno industriale e di Storia della moda – stanno svolgendo all’interno del Corso di Laurea, in collaborazione con il Dipartimento IDEAS-Industrial Design Ambiente e Storia. 
“Attraverso un percorso tematico scandito da oggetti di design, abiti d’autore, tessuti e ricami della tradizione, l’esposizione ha inteso recuperare le tracce della memoria del territorio per acquisire conoscenza e promuovere la creazione di un museo permanente del ‘Made in Italy’ – spiega la prof.ssa Cirillo – inteso come qualità distintiva dell’identità domestica, dello scenario campano e mediterraneo, uno scenario che ci appartiene in tutto e per tutto. I ragazzi hanno lavorato da soli, anche per l’allestimento del Chiostro. Tutti gli oggetti, ritrovati nelle loro case, sono stati custoditi all’interno di scatole con feritoie dalle quali si potevano osservare, scoprendone tutti i dettagli, esattamente come la ‘caccia’ che hanno fatto i ragazzi nelle loro case per scovare gli oggetti del design italiano degli anni Cinquanta-Sessanta”. L’esposizione comprendeva gli oggetti più disparati: dagli abiti di Schubert ad oggetti tecnici della Olivetti, intere collezioni di Moschino, Missoni e Livio De Simone, nonché ceramiche Ginori, caffettiere Alessi. “Ciò – continua la Cirillo – ha confermato l’esistenza di un ricco patrimonio materiale, mettendo in luce la vocazione industriale italiana che a tutt’oggi convive con le secolari tradizioni tessili artigianali dell’area casertana. Un inedito intreccio di trame e di cose da proiettare in una osmosi che riteniamo possibile tra il linguaggio locale della manualità e il progetto globale della produzione in serie”. Tra i beni ritrovati, persino una Seicento d’epoca e uno dei primi modelli della vespa Piaggio.
(Ma. Es.)
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