I consigli di un Maestro, il prof. Carlo Pedone

Nato a Napoli nel 1938, ha iniziato la sua carriera scientifica nel campo della Chimica Molecolare sotto l’ala protettiva di due grandi mentori: il Premio Nobel per la Chimica Giulio Natta e il ‘Maestro’ Paolo Corradini. “Una persona intelligentissima che ho ammirato moltissimo, anche se ha un carattere difficile. Aveva un’idea moderna dell’università, collaborava con la Montecatini e credeva nel trasferimento tecnologico. Mi offrì una borsa di studio proprio il giorno della laurea, avevo 23 anni e l’anno dopo, quando andai negli Stati Uniti, ero già assistente incaricato. Era il ’62 e l’università era completamente diversa”. E’ il prof. Carlo Pedone, docente di Chimica Generale oggi alla Facoltà di Biotecnologie dopo aver lavorato per vent’anni a Scienze. Al suo attivo, numerosi brevetti, 500 pubblicazioni su riviste internazionali specializzate nel settore del disegno, sintesi e studi conformazionali di molecole biologiche e prestigiosi incarichi di rilievo; ricercatore al Polytechnic Institute of Brooklyn dal ’67 al ’69, referente europeo per le biotecnologie e direttore dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR. In occasione dei suoi 70 anni, all’inizio dell’estate, amici e colleghi hanno voluto dedicargli una giornata di studio e incontri. Nonostante il tempo trascorso, è molto in forma e fa sfoggio del suo piglio deciso, quasi da imprenditore, ‘mai avuti problemi di fondi, me li sono sempre procurati senza problemi’. Racconta dei campi estivi di lavoro a cui ha partecipato da giovane in giro per l’Europa, mostra con orgoglio la foto del giorno in cui, otto anni fa ha ricevuto, insieme con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Premio per la ricerca Guido D’Orso. 
Un Maestro che offre importanti consigli alle future matricole. “Tutte le strade sono difficili, soprattutto di questi tempi, ma suggerirei di fare cose che interessino senza lasciarsi condizionare da altro, cercando di far coincidere, per quanto possibile, la passione con il lavoro di studente e di iniziare a studiare dall’inizio. I ragazzi sono abituati a concentrarsi solo gli ultimi giorni e, di fronte alla libertà, perdono ritmo”. Ricorda scelse il suo percorso di studi. Una straordinaria docente di chimica del liceo gli trasmise la passione per questa materia. “Mio padre voleva che mi iscrivessi a Medicina, ma lei ci condizionò moltissimo. In cinque eravamo indecisi tra Ingegneria e Chimica. Decidemmo in barca, lanciando una moneta. Abbiamo tutti fatto carriera. In seguito ho scoperto la diffrazione a raggi X applicata ai polimeri e alle molecole biologiche”. A New York ha incontrato Ettore Benedetti. “Lavoravamo senza pause anche di notte. Ho praticamente perso il ’68, ma producemmo tantissimo. Collaboriamo da quarant’anni e il nostro gruppo conta esattamente 104 persone”. Metà dei quali precari, in giro per il mondo. “La mia generazione non aveva il problema del futuro che oggi assilla i giovani”. Racconta: “lavoravo, producevo, ero sicuro che avrei seguito la carriera universitaria. Sono attaccato ai luoghi natii e alla casa di Sorrento in cui scappo appena posso. Per questo ho deciso di tornare, avevo delle sicurezze. Andammo negli Stati Uniti perché avevano attrezzature che allora in Europa ci sognavamo. Oggi consiglierei di andare fuori per sprovincializzarsi”. La creatività del lavoro è stata la ragione che l’ha spinto a diventare ricercatore. “È come essere artista. Ricordo ancora quando mi innamorai della cristallografia. Una tecnica che riproduceva la forma delle molecole. Finalmente le vedevo”. Resta ancora un obiettivo da realizzare: “la Campania è un centro di eccellenza per le biotecnologie, ma manca un polo industriale farmaceutico in grado di assorbire i tantissimi laureati. Occorre crearne uno e mi piacerebbe dare un contributo attraverso il Centro di competenza che sta nascendo”.
Simona Pasquale
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