“Per noi il punto di partenza è il risultato” afferma il prof. Antonio Buonomo, referente per i Corsi di Laurea in Ingegneria Informatica ed Elettronica e docente di Fondamenti di Elettronica e Microelettronica, in relazione alla preparazione offerta dalla Facoltà che consente ai laureati un facile inserimento nel mercato del lavoro. Accanto alla formazione di base, tante possibilità per un contatto anticipato con il mondo del lavoro durante il percorso universitario: stage, tesi sperimentali, laboratori. “I nostri ragazzi possono svolgere tutti attività di stage in aziende – dice Buonomo – come la StMicroelectronics, l’Ansaldo, l’Elasis, l’IBM, oltre a diverse aziende in Europa. Abbiamo scambi con l’Università di Delft in Olanda ed ultimamente abbiamo sottoscritto un accordo per scambi Socrates Erasmus con la University College of Cork in Irlanda, importantissimo Polo tecnologico hi tech. I nostri laureati sono molto apprezzati e il ritorno di queste esperienze è sempre positivo, inoltre, proprio nell’ultima indagine del Sole 24 Ore, la Facoltà di Ingegneria della Sun è la prima Università del Mezzogiorno e sedicesima in Italia, mentre nell’indagine CIVR (Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca) siamo al secondo posto per qualità della ricerca prodotta fra le Università di media grandezza”.
“Dato il numero non elevato di studenti – spiega il prof. Oronzio Manca, Presidente del Consiglio di Classe di Ingegneria Industriale – per i nostri allievi è semplice accedere ai laboratori del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica, alcuni di nuova realizzazione, cosi’ come la struttura dipartimentale stessa. Inoltre, mediante i tirocini obbligatori si e’ stabilito un ottimo rapporto con le aziende del territorio che operano nei settori aerospaziale e meccanico. Contemporaneamente e’ possibile svolgere anche l’elaborato di tesi presso tali aziende o in Dipartimento su argomenti di interesse per le stesse aziende”.
“Nei nostri laboratori si può dire che gli studenti ‘mettono le mani nell’acqua’ o ‘toccano la terra’ – commenta il prof. Andrea Vacca, docente di Idraulica e referente per il Corso di Laurea in Ingegneria Civile ed Ambientale – Sono seguiti sempre molto da vicino in esperienze di studio e ricerca che li fanno sentire come il tassello di un grande gruppo finalizzato alla ricerca, a volte anche applicata. Questo è molto stimolante per loro”.
“Dato il numero non elevato di studenti – spiega il prof. Oronzio Manca, Presidente del Consiglio di Classe di Ingegneria Industriale – per i nostri allievi è semplice accedere ai laboratori del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica, alcuni di nuova realizzazione, cosi’ come la struttura dipartimentale stessa. Inoltre, mediante i tirocini obbligatori si e’ stabilito un ottimo rapporto con le aziende del territorio che operano nei settori aerospaziale e meccanico. Contemporaneamente e’ possibile svolgere anche l’elaborato di tesi presso tali aziende o in Dipartimento su argomenti di interesse per le stesse aziende”.
“Nei nostri laboratori si può dire che gli studenti ‘mettono le mani nell’acqua’ o ‘toccano la terra’ – commenta il prof. Andrea Vacca, docente di Idraulica e referente per il Corso di Laurea in Ingegneria Civile ed Ambientale – Sono seguiti sempre molto da vicino in esperienze di studio e ricerca che li fanno sentire come il tassello di un grande gruppo finalizzato alla ricerca, a volte anche applicata. Questo è molto stimolante per loro”.
Corsi di sostegno
in fisica e
matematica
in fisica e
matematica
L’entusiasmo dei docenti non può che contagiare gli studenti. Anche quelli al primo anno che hanno sostenuto la prova di orientamento il 2 settembre magari con risultati poco brillanti ed ora sono obbligati a seguire un corso di sostegno di fisica e matematica (durante il quale verranno registrate le presenze) per colmare le lacune che si trascinano dalle scuole superiori.
“Il test è importante per far capire allo studente quali sono le sue carenze e, quindi, superarle – sottolinea il prof. Vacca – Sicuramente la matematica e la fisica che vengono proposte adesso non sono quelle previste dal vecchio ordinamento, quando il biennio di Ingegneria era equiparato a quello di Matematica, ma per affrontare bene questi studi è necessario, comunque, avere la giusta ‘forma mentis’. Che all’inizio non si conosca la matematica o la fisica non è un problema, perché sono i docenti che forgeranno i futuri ingegneri, ma quello che è necessario è avere una buona capacità di ragionamento e il giusto metodo di studio”. Una parentesi personale: “provengo dal liceo classico e quando mi sono iscritto ad Ingegneria non sapevo niente di matematica. Non sono pochi gli studenti che provenendo da studi classici, grazie all’acquisizione di un giusto metodo, riescono bene negli studi ingegneristici”. La Facoltà mette a disposizione degli studenti importanti strumenti per recuperare – anche perché superare bene lo scoglio di esami come Matematica e Fisica è essenziale -, perché “queste sono le fondamenta dell’edificio che si sta costruendo, e se le fondamenta non reggono tutto l’edificio cade”.
“Non bisogna scoraggiarsi anche se il risultato del test non è brillante – aggiunge anche il prof. Buonomo – La Facoltà da sempre svolge una forte attività di assistenza ai ragazzi che hanno delle lacune, prima con i corsi di accoglienza, adesso con altre iniziative. Inoltre, la didattica degli esami di Matematica e Fisica è modellata proprio sugli studenti, per cui nei primi mesi i docenti forniscono delle nozioni di base, propedeutiche, per permettere a tutti di mettersi in pari. Se le carenze sono sedimentate a causa di anni di studio sbagliato, allora è difficile recuperare. Diversamente se si hanno lacune ma un buon metodo e la predisposizione per questi studi, allora si può pensare di terminare il triennio nei tempi previsti. Per questo motivo noi svolgiamo un capillare lavoro di orientamento fin dagli ultimi anni delle superiori”.
Il prof. Manca consiglia di seguire con assiduità i corsi e di sostenere “gli esami relativi alle Matematiche e alla Fisica per primi. In tal modo lo studente acquisisce una conoscenza di base che consentirà un più agevole apprendimento delle materie ingegneristiche”; inoltre è bene “dedicarsi con sistematicità allo studio quotidiano e sostenere gli esami nell’ordine con cui sono proposti nei piani di studio”.
“Il test è importante per far capire allo studente quali sono le sue carenze e, quindi, superarle – sottolinea il prof. Vacca – Sicuramente la matematica e la fisica che vengono proposte adesso non sono quelle previste dal vecchio ordinamento, quando il biennio di Ingegneria era equiparato a quello di Matematica, ma per affrontare bene questi studi è necessario, comunque, avere la giusta ‘forma mentis’. Che all’inizio non si conosca la matematica o la fisica non è un problema, perché sono i docenti che forgeranno i futuri ingegneri, ma quello che è necessario è avere una buona capacità di ragionamento e il giusto metodo di studio”. Una parentesi personale: “provengo dal liceo classico e quando mi sono iscritto ad Ingegneria non sapevo niente di matematica. Non sono pochi gli studenti che provenendo da studi classici, grazie all’acquisizione di un giusto metodo, riescono bene negli studi ingegneristici”. La Facoltà mette a disposizione degli studenti importanti strumenti per recuperare – anche perché superare bene lo scoglio di esami come Matematica e Fisica è essenziale -, perché “queste sono le fondamenta dell’edificio che si sta costruendo, e se le fondamenta non reggono tutto l’edificio cade”.
“Non bisogna scoraggiarsi anche se il risultato del test non è brillante – aggiunge anche il prof. Buonomo – La Facoltà da sempre svolge una forte attività di assistenza ai ragazzi che hanno delle lacune, prima con i corsi di accoglienza, adesso con altre iniziative. Inoltre, la didattica degli esami di Matematica e Fisica è modellata proprio sugli studenti, per cui nei primi mesi i docenti forniscono delle nozioni di base, propedeutiche, per permettere a tutti di mettersi in pari. Se le carenze sono sedimentate a causa di anni di studio sbagliato, allora è difficile recuperare. Diversamente se si hanno lacune ma un buon metodo e la predisposizione per questi studi, allora si può pensare di terminare il triennio nei tempi previsti. Per questo motivo noi svolgiamo un capillare lavoro di orientamento fin dagli ultimi anni delle superiori”.
Il prof. Manca consiglia di seguire con assiduità i corsi e di sostenere “gli esami relativi alle Matematiche e alla Fisica per primi. In tal modo lo studente acquisisce una conoscenza di base che consentirà un più agevole apprendimento delle materie ingegneristiche”; inoltre è bene “dedicarsi con sistematicità allo studio quotidiano e sostenere gli esami nell’ordine con cui sono proposti nei piani di studio”.
Rapporti diretti
con i docenti
con i docenti
Insomma niente è difficile per chi sa affrontare lo studio nel modo giusto e non scoraggiarsi davanti alle difficoltà. “L’impatto con il primo anno di università è sempre disorientante, ma in una Facoltà come la nostra, dove si mantengono ancora dei numeri relativamente piccoli, gli studenti riescono ad avere un rapporto diretto con il docente e quindi un approccio meno duro”, sottolinea il prof. Buonomo. “Dico sempre ai miei studenti ‘per favore fermatemi se non capite’ – aggiunge il prof. Vacca – E’ importante, che loro sfruttino l’opportunità di parlare con il docente: si deve creare un feeling. Così come è fondamentale seguire quotidianamente i corsi, è un’opportunità in più perché lo studente impara a conoscere il docente, sa come spiega e cosa chiede, e quando arriva all’esame, per lui, il professore non è un illustre sconosciuto”. E se qualche esame dovesse non andare proprio, rivolgersi al docente è la strada più facile da percorrere. “Ricordo di un mio studente che aveva ripetuto l’esame per tre volte senza successo e che, grazie ad un lavoro di full immersion fatto insieme per individuare quale era il suo problema, alla fine è riuscito a superare l’esame tranquillamente. Non bisogna aver paura di rivolgersi ai docenti: non siamo una figura mitologica, siamo persone!” dice Vacca. “Lo smarrimento iniziale è in parte necessario per maturare – conclude – ma un Corso di Laurea come il nostro, con circa 180 iscritti, permette di gestire meglio il primo impatto”.
Vivere la Facoltà da un po’ di tempo è anche più agevole, come fa notare il prof. Manca “i nostri studenti hanno la possibilità di usufruire di strutture facilmente raggiungibili e di recente costruzione o ristrutturazione. Ingegneria ha due nuovi complessi di aule, uno dedicato soprattutto alle lauree triennali, e l’altro alle lauree magistrali”.
Valentina Orellana
Vivere la Facoltà da un po’ di tempo è anche più agevole, come fa notare il prof. Manca “i nostri studenti hanno la possibilità di usufruire di strutture facilmente raggiungibili e di recente costruzione o ristrutturazione. Ingegneria ha due nuovi complessi di aule, uno dedicato soprattutto alle lauree triennali, e l’altro alle lauree magistrali”.
Valentina Orellana