Ingegneria, Cosenza si ricandida

Un ricordo di questi primi 3 anni da Preside? “Le e-mail dei neolaureati che hanno avuto successo o che subito sono stati assunti. O le parole di stima, affetto e ringraziamento alla Facoltà dei genitori alle sedute di laurea”. Il momento più triste? “La laurea alla memoria per un nostro studente che il 25 marzo si doveva laureare ed invece tre giorni prima si è suicidato – a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, n.d.r. -. Media del 107, percorso di studi regolare e tesi pronta. Si chiamava Sandro Martiello, e chi lo dimentica”. “Spero non c’entrino gli studi di Ingegneria. Non saprei cosa rimproverarmi. Gli studenti sono sempre stati la priorità dei docenti della Facoltà. Ogni anno se ne iscrivono 3.000, 24.000 ogni 8 anni, 17.000 gli iscritti attuali. Laureiamo ragazzi di qualità che vanno in giro per il mondo, la nostra Facoltà è nelle classifiche mondiali. Veramente non si può sapere cosa gira nella testa delle persone”. Dopo i primi tre anni di mandato il prof. Edoardo Cosenza, 50 anni (li compirà il 3 maggio), si ricandida alla presidenza di Ingegneria. L’annuncio con una lettera inviata ai docenti ed al corpo elettorale l’8 aprile. Professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni dal 1994, a 36 anni, direttore del Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale a 37 anni e per 6 anni, Presidente del Corso di Laurea di Ingegneria Civile dal 2000 al 2002, delegato per l’edilizia del Federico II dal 2001 al 2005, Preside a 47 anni, tre anni fa. Vice Presidente della Commissione Nazionale Grandi Rischi, con Bertolaso – sezione rischio sismico, dal 2002 al 2006 – autore di circa 350 pubblicazioni tecnico-scientifiche. Solo per citare qualche stralcio del vasto curriculum. 
“Sì. Mi ricandido, con rinnovato entusiasmo” – afferma ad Ateneapoli. “Tre anni sono volati, sono stati molto intensi ma non mi pesano. E il clima in Facoltà è sereno, le scelte condivise, anche sulla riforma, la 270, e poi ci sono tante cose da fare”. Per la verità, sulla 270, il Consiglio di Facoltà del 9 aprile è stato particolarmente animato; ma la nostra intervista è del giorno precedente. “Collettivamente, credo, abbiamo raggiunto nuovi e positivi risultati, per la Facoltà e per i nostri studenti. Anche il corpo docente, al netto dei pensionamenti, è ulteriormente cresciuto: oggi siamo in 506 professori”. Lo correggiamo: fra professori e ricercatori, vuole dire? “No, per me sono tutti professori. I ricercatori svolgono lo stesso lavoro e sono insostituibili”.
La riforma. In genere, in altre Facoltà, esempio Economia, è stata motivo di forti tensioni, chiediamo: “da noi no – dice Cosenza – È stata digerita, perché semplifica e dovrebbe migliorare il sistema: riduce gli esami, razionalizza e guarda di più al percorso passante 3+2, con corso professionalizzante al triennio, per chi vuole uscire con un profilo più completo. Mentre il +2 guarda di più alla precedente laurea quinquennale. Nei 5 anni si giunge comunque ad un massimo di 32 esami, come stabilito dal Ministro Mussi”. 
“Entusiasmo, 
decisioni 
condivise”, 
progetto
Di lei è stato detto che ascolta tutti, è “ecumenico”, però poi decide: “beh, c’è il momento del confronto e successivamente dell’assunzione di responsabilità”. “Comunque, come Facoltà di Ingegneria in Italia, siamo il sistema più complesso ma più sereno, con poche idee divergenti. E così era anche con le presidenze Naso e Volpicelli: niente anarchia tipica dei napoletani, siamo riconosciuti come i più forti ingegneri in Italia, perché decidiamo con maggiore convergenza e serenità – lo dico, avendo sentito gli altri Presidi italiani -. In tal modo ci dedichiamo di più ai problemi più complessi della Facoltà”. Bilancio del primo triennio di presidenza? “Stiamo cercando di andare in sintonia con l’epoca: più informatizzazione, più internazionalizzazione”. Le cose da fare: “da discutere l’idea del Rettore Trombetti e dell’Assessore Mazzocca, esplicitata sui quotidiani ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ e ‘Il Mattino’, di un Politecnico della Campania”. Si tratta di “mettere a rete le facoltà tecnologiche della Campania. Naturalmente è tutto oggetto di discussione, ma a primo impatto è interessante. Del resto tra Ingegneria di Napoli e le altre della Campania, è una unica grande scuola: siamo tutti fratelli e cugini”. “Altra priorità è la sede ex Cirio, dove grazie all’impegno del delegato all’edilizia, prof. Enzo Naso, i lavori sono iniziati, la demolizione avviata da oltre un anno e mi risulta che sia stato anche firmato il contratto per la realizzazione finale: costruttore un’Ati, un’Associazione Temporanea di Imprese”. Le cose da fare? “Stanno proseguendo i lavori di messa in sicurezza a Piazzale Tecchio”. Ma la novità è un’altra: “un grosso gruppo armatoriale, il gruppo Cafiero-Mattioli, vuole finanziare un posto di ordinario, sui problemi di Meccanica. Durata 6 anni”. “In passato sono già stati finanziati posti per 6 ricercatori, da industrie come la Mapei e la Protezione Civile, ma anche nel campo aeronautico e dei materiali”. 
Il voto. Il decano è il prof. Giorgio Franceschetti. La data fissata quella dell’11 giugno: dalle 9.00 alle 14.00. 464 gli aventi diritto di voto: 191 professori ordinari, 144 associati, 114 rappresentanti dei ricercatori, 9 studenti e 4 del personale tecnico-amministrativo. I ricercatori per la prima volta votano in un terzo del totale degli ordinari ed associati, grazie alle recenti modifiche di Statuto dell’ateneo: “per quanto mi riguarda sono docenti a tutti gli effetti ed una parte fondamentale della Facoltà”, dice Cosenza. Studenti, le cose da fare: “applicare bene la riforma didattica: che sia attuata bene a favore degli studenti. Poi meno file, più informatizzazione, più bagni e più puliti, più spazi studio”. “Crescono gli studenti e cresce la presenza femminile, occorrono servizi diversificati”. A che punto è l’ampliamento di via Claudio? “C’è la delibera di Giunta Comunale. Ma nella pratica, se si toglie quell’area, gli studenti non avrebbero più dove parcheggiare: causa la legge Pisanu sulla sicurezza negli stadi, che ha allargato lo spazio recintato attorno al S. Paolo”. “Però siamo una Facoltà che cresce e ci necessita spazio”. “Nonostante i problemi, però, l’entusiasmo è rimasto invariato”. A quando il primo Rettore ingegnere? “Non è argomento all’ordine del giorno. Anche per il rispetto dovuto al grande Rettore che abbiamo, il prof. Guido Trombetti”.
Paolo Iannotti
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