Le prossime elezioni per il Preside della Facoltà, che avverranno in data ancora imprecisata prima dell’estate, si avvicinano, seppure lentamente, mentre tutti sono distratti dal trambusto della nuova riforma. E nell’attesa di sapere se il prof. Eugenio Mazzarella riterrà opportuno candidarsi o meno per un secondo mandato, e di conoscere i nomi di altri aspiranti Presidi, continuiamo a chiedere ai Presidenti dei Corsi di Laurea e agli studenti quali sono le priorità assolute che, secondo loro, dovrà affrontare chiunque voglia ricoprire l’incarico di Preside a Lettere.
Il primo pensiero, soprattutto da parte dei docenti, va in questo periodo alla messa a punto della nuova riforma degli ordinamenti. “E’ necessario risolvere prima di tutto la questione dell’avviamento del Nuovissimo Ordinamento”, conferma la prof.ssa Giuseppina Matino, Presidente della Triennale di Lettere Classiche. Dato che la riforma, continua la docente, “eliminerà una buona parte delle difficoltà degli studenti, riducendo la quantità degli esami e dei corsi. E con meno corsi ci saranno anche meno aule occupate, quindi si alleggerirà di conseguenza anche la problematica degli spazi. La frequenza sarà meglio organizzata e gli studenti avranno la possibilità di ponderare meglio i contenuti assorbiti”.
Rimanendo a Lettere Classiche, il Presidente della Specialistica, Ugo Criscuolo, individua come necessario “l’equilibrio tra i vari Corsi di Laurea e l’equilibrio tra le docenze”, così come una “razionalizzazione dei Corsi di studio, che preveda momenti di collaborazione interdisciplinare tra settori affini”. Ma prima è necessario uscire da questo stato di incertezza alimentata dalla “precarietà ministeriale, tra circolari contraddittorie che arrivano una dopo l’altra – aggiunge il professore – Speriamo si normalizzi la situazione didattica e delle strutture della Facoltà”.
La prof.ssa Renata Viti Cavaliere, Presidente della Triennale di Filosofia, si limita a chiedere per la Facoltà “una conduzione seria e impegnata, in piena continuità con la presente presidenza”.
Da parte degli studenti invece il primo pensiero va sempre ai troppi esami e alle vaghe speranze sulle modifiche che verranno con il Nuovissimo Ordinamento, basate su informazioni ridotte e spesso confuse. “La prima cosa a cui tutti pensano è la diminuzione degli esami, è ovvio – sostiene Francesca, di Lettere Moderne – e speriamo che questo Nuovissimo Ordinamento sia davvero la risoluzione che tutti aspettano. Gli studenti non cercano miracoli, ma è legittimo aspettarsi oltre ad un numero di esami affrontabile anche dei programmi di studio pensati in maniera intelligente e secondo parametri più o meno condivisi in tutta la Facoltà, con un livello di difficoltà che non sia né da dottorato né demenziale, una giusta via di mezzo”.
Ma c’è anche chi ripesca temi precedenti alla riforma e mai risolti: “quello che non riesco a capire – dice D., di Storia – è che sembra scontato che essendo una Facoltà umanistica siamo destinati inevitabilmente a rimanere sempre indietro di vent’anni dal punto di vista delle tecnologie. Anzi, a noi di Storia va probabilmente molto meglio rispetto ad altri Corsi di Laurea, perché abbiamo alcuni docenti particolarmente sensibili su questo versante e che curano una serie di iniziative a livello informatico di loro spontanea volontà. Ma non può essere sempre lasciato tutto all’iniziativa dei singoli, e non solo in questo campo. Ci vogliono dei principi generali che regolamentino anche la pubblicazione di avvisi e novità sul sito di Facoltà per tutti i Corsi di Laurea, la possibilità di prenotarsi a tutti gli esami on-line e un’aula informatica decente: tutti servizi che dovrebbero essere degni dell’Ateneo di cui facciamo parte”.
“La laurea a Lettere certo è faticosa, gli esami sono davvero troppi anche se molti li ho studiati con piacere. Ma la questione è la spendibilità della laurea quando si incomincia a cercare lavoro”, sostiene Daniela, laureanda di Filosofia. “Il problema non sono i contenuti, è giusto che una laurea di Filosofia o di Lettere classiche mantenga un livello alto di cultura letteraria classica e moderna, e non debba cercare per forza connessioni astruse con il mercato del lavoro inventandosi corsi di marketing e comunicazione che poi non servono a niente. Però sarebbe importante – continua Daniela – che per i laureati e i laureandi la Facoltà attivasse qualcosa che somigli davvero ad un ‘trampolino di lancio’: un servizio informativo efficace su tutte le possibilità a livello di stage, borse di studio, perfezionamenti, viaggi all’estero di cui un laureato può beneficiare. Spesso queste possibilità esistono, ma non ne viene informato quasi nessuno. Ho scelto Lettere alla Federico II perché la qualità dell’insegnamento rimane migliore che altrove. Ma dovrebbe adeguarsi anche tutto il resto”.
Viola Sarnelli
Il primo pensiero, soprattutto da parte dei docenti, va in questo periodo alla messa a punto della nuova riforma degli ordinamenti. “E’ necessario risolvere prima di tutto la questione dell’avviamento del Nuovissimo Ordinamento”, conferma la prof.ssa Giuseppina Matino, Presidente della Triennale di Lettere Classiche. Dato che la riforma, continua la docente, “eliminerà una buona parte delle difficoltà degli studenti, riducendo la quantità degli esami e dei corsi. E con meno corsi ci saranno anche meno aule occupate, quindi si alleggerirà di conseguenza anche la problematica degli spazi. La frequenza sarà meglio organizzata e gli studenti avranno la possibilità di ponderare meglio i contenuti assorbiti”.
Rimanendo a Lettere Classiche, il Presidente della Specialistica, Ugo Criscuolo, individua come necessario “l’equilibrio tra i vari Corsi di Laurea e l’equilibrio tra le docenze”, così come una “razionalizzazione dei Corsi di studio, che preveda momenti di collaborazione interdisciplinare tra settori affini”. Ma prima è necessario uscire da questo stato di incertezza alimentata dalla “precarietà ministeriale, tra circolari contraddittorie che arrivano una dopo l’altra – aggiunge il professore – Speriamo si normalizzi la situazione didattica e delle strutture della Facoltà”.
La prof.ssa Renata Viti Cavaliere, Presidente della Triennale di Filosofia, si limita a chiedere per la Facoltà “una conduzione seria e impegnata, in piena continuità con la presente presidenza”.
Da parte degli studenti invece il primo pensiero va sempre ai troppi esami e alle vaghe speranze sulle modifiche che verranno con il Nuovissimo Ordinamento, basate su informazioni ridotte e spesso confuse. “La prima cosa a cui tutti pensano è la diminuzione degli esami, è ovvio – sostiene Francesca, di Lettere Moderne – e speriamo che questo Nuovissimo Ordinamento sia davvero la risoluzione che tutti aspettano. Gli studenti non cercano miracoli, ma è legittimo aspettarsi oltre ad un numero di esami affrontabile anche dei programmi di studio pensati in maniera intelligente e secondo parametri più o meno condivisi in tutta la Facoltà, con un livello di difficoltà che non sia né da dottorato né demenziale, una giusta via di mezzo”.
Ma c’è anche chi ripesca temi precedenti alla riforma e mai risolti: “quello che non riesco a capire – dice D., di Storia – è che sembra scontato che essendo una Facoltà umanistica siamo destinati inevitabilmente a rimanere sempre indietro di vent’anni dal punto di vista delle tecnologie. Anzi, a noi di Storia va probabilmente molto meglio rispetto ad altri Corsi di Laurea, perché abbiamo alcuni docenti particolarmente sensibili su questo versante e che curano una serie di iniziative a livello informatico di loro spontanea volontà. Ma non può essere sempre lasciato tutto all’iniziativa dei singoli, e non solo in questo campo. Ci vogliono dei principi generali che regolamentino anche la pubblicazione di avvisi e novità sul sito di Facoltà per tutti i Corsi di Laurea, la possibilità di prenotarsi a tutti gli esami on-line e un’aula informatica decente: tutti servizi che dovrebbero essere degni dell’Ateneo di cui facciamo parte”.
“La laurea a Lettere certo è faticosa, gli esami sono davvero troppi anche se molti li ho studiati con piacere. Ma la questione è la spendibilità della laurea quando si incomincia a cercare lavoro”, sostiene Daniela, laureanda di Filosofia. “Il problema non sono i contenuti, è giusto che una laurea di Filosofia o di Lettere classiche mantenga un livello alto di cultura letteraria classica e moderna, e non debba cercare per forza connessioni astruse con il mercato del lavoro inventandosi corsi di marketing e comunicazione che poi non servono a niente. Però sarebbe importante – continua Daniela – che per i laureati e i laureandi la Facoltà attivasse qualcosa che somigli davvero ad un ‘trampolino di lancio’: un servizio informativo efficace su tutte le possibilità a livello di stage, borse di studio, perfezionamenti, viaggi all’estero di cui un laureato può beneficiare. Spesso queste possibilità esistono, ma non ne viene informato quasi nessuno. Ho scelto Lettere alla Federico II perché la qualità dell’insegnamento rimane migliore che altrove. Ma dovrebbe adeguarsi anche tutto il resto”.
Viola Sarnelli