Nuovo regolamento Didattico, intensa partecipazione del Consiglio degli Studenti

Il nuovo anno ha comportato settimane di lavoro febbrile per i rappresentanti degli studenti in Consiglio di Ateneo del Federico II. Entro il 31 gennaio andava approvato, infatti, il nuovo Regolamento Didattico, adeguato al Decreto Ministeriale 270. Il testo, stilato dalla Commissione Didattica e sottoposto a discussione in Consiglio degli Studenti dove ha subito alcune modifiche, è ritornato per l’approvazione in Commissione.
“Durante il Consiglio degli Studenti di Ateneo- spiega il presidente Luigi Napolitano – sono stati invitati la Preside Enrica Amaturo, coordinatrice della Commissione Didattica, il dott. Mario Mannelli, responsabile dell’Ufficio Statuto, Regolamenti e Organi Universitari e il prof. Giuseppe Cirino, Preside della Facoltà di Farmacia e membro del Senato Accademico, per delucidazioni su alcuni punti del Regolamento da loro stilato e discutere delle modifiche. Bisogna sottolineare, però, che i rappresentanti degli studenti hanno avuto pochissimo tempo per studiare il testo che, consegnatoci a metà gennaio, andava approvato entro la fine del mese”.
Il lavoro, svolto in accordo tra le varie componenti politiche del Consiglio, si è rivelato, come evidenzia anche Ruggero Maria Savarese, membro del CdS “un adeguamento necessario viste le nuove direttive ministeriali. Il nostro lavoro è servito a vigilare che non venissero lesi in alcun modo i diritti degli studenti”. 
I rappresentanti pur approvando il Regolamento nel suo complesso hanno, quindi, analizzato alcuni punti particolari. “Noi rappresentanti della Sinistra Universitaria- si legge in un documento inviato al Rettore- dopo un’analisi concertata ed accurata del nuovo Regolamento Didattico di Ateneo, prendiamo atto delle modifiche apportate e pur condividendo il documento riteniamo di fondamentale importanza soffermarsi su alcuni punti focali la cui lettura è poco chiara e non condivisa. Nella tutela dei diritti di tutti gli studenti è per noi inevitabile evidenziare da un lato, le problematiche sorte dalle modifiche di alcuni articoli del documento e dall’altro le possibili soluzioni”. 
Sul banco degli imputati l’articolo 2 comma 5 sulla valutazione dei docenti, che recita: “la valutazione dei docenti da parte degli studenti è organizzata secondo criteri di trasparenza, responsabilità, pubblicità dei risultati”. Gli studenti contestano, invece, la mancata pubblicazione degli atti di valutazione ed inoltre richiedono la presenza di un rappresentante degli studenti in seno al Nucleo di Valutazione d’Ateneo. Ma “ci è stato risposto che la Legislazione Universitaria non prevede un rappresentante degli studenti in quest’organo”, dice Napolitano. Altro articolo ai raggi x: l’8 comma 2d sull’obbligo di frequenza: “Volevamo sapere- spiega Antonio Chianese della Sinistra Universitaria- se l’obbligo è disposto a livello ministeriale. Noi riteniamo necessario abolirlo poiché, in alcuni casi, costringe lo studente a ritmi poco sostenibili: prendiamo ad esempio il caso degli studenti fuori sede, e ce ne sono moltissimi”. Obsolescenza dei saperi: l’articolo 8 comma 2e, recita: “ciascun regolamento didattico, redatto nel rispetto dell’ordinamento corrispondente, disciplina il numero minimo di CFU da acquisire da parte dello studente in tempi determinati al fine di evitare l’obsolescenza dei contenuti nonché le forme di verifica periodica”. “Ma noi ci chiediamo- sottolinea Napolitano- quanto gli sbarramenti o le continue modifiche di Ordinamento Didattico possano influire sull’andamento della carriera accademica di uno studente? Per gli studenti del vecchio ordinamento si può parlare di obsolescenza? Non vorremo che questo comma andasse ad incidere sugli esami per i fuori corso, ad esempio”. Requisiti d’ammissione: viene ribadito il concetto che per essere ammessi ad un corso di laurea ‘occorre inoltre essere in possesso di altri requisiti formativi e culturali’. Ci piacerebbe sapere cosa si intende per requisiti formativi e culturali ma soprattutto con quali parametri si intende stabilirli. La nostra preoccupazione è che tali metodi di valutazione possano tradursi nei test di ingresso”, si legge nel documento della Sinistra Universitaria. Articolo 20, commi 3-4 e 5, sulla mobilità studentesca da un Corso di studio all’altro: “vorremmo sottolineare – ricordano gli studenti- che il riconoscimento dei crediti anche per corsi estremamente simili o addirittura uguali a volte è molto difficile. Ciò pone il problema della qualità dell’insegnamento e del valore effettivo dei crediti. Perché non convalidare un esame già sostenuto che ha un numero anche leggermente inferiore di crediti (1 o 2) rispetto allo stesso esame preso in un altro corso di laurea magari integrando i deficit di apprendimento con una verifica mirata? Questo significherebbe offrire allo studente, che si accorge di aver fatto una scelta errata del corso di studio, la possibilità di ridurre il suo ritardo”. Diversi chiarimenti si sono avuti anche sulle Commissioni Paritetiche. E’ stato richiesto il ripristino del vecchio articolo: “perché si erano concentrate tutte le Commissioni Paritetiche di Corso di laurea, in una sola Commissione di Facoltà. Una regola che può andar bene solo per Facoltà piccole e con pochi Corsi”, dice Napolitano.
Valentina Orellana
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