Tanti studenti universitari nel movimento “Sii turista della tua città”

Sono tanti, in maggioranza universitari, hanno un ideale e combattono per il loro sogno: fare di Napoli una città dove restare, non da abbandonare. Hanno dai 16 ai 70 anni, come la signora Rosalia, che ha subito sposato la causa. Fabrizia e Alessia D’Alise ad Ingegneria, Michela Guiso, Pietro Luongo ad Odontoiatria, Antonio Manzo e Fabrizio Esposito che studiano Cinema e Belle arti, Margherita, che sta al liceo, ma soprattutto l’ideatore Luca De Martino, sono ragazzi che hanno deciso di credere in qualcosa, fondando il noto movimento “Sii turista della tua città”. La storia della genesi la racconta Luca, perché strettamente legata ad un’evoluzione personale: “ho abbandonato la Facoltà di Psicologia, iscritto prima a Chieti, poi alla SUN, poi ancora al Suor Orsola: ciò che mi fa sentire vivo è la strada, il contatto con le persone. Tre anni fa è nato un movimento, che ha dato vita al nostro progetto. Questo è diventato una missione”. Tutto è iniziato dopo un interrail: “quando, tornato a casa, mi sono emozionato al punto da piangere alla stazione Garibaldi, nel rivedere la mia Napoli. Avevo 23 anni. Sentivo di dover creare qualcosa per la città, anche perché la maggior parte dei miei amici stava andando via, alla ricerca di qualcosa di meglio”. Il movimento apartitico e autofinanziato è nato dunque come campagna di sensibilizzazione: “per avvicinare i napoletani alla propria cultura e vivere la città, prima di decidere di abbandonarla. La scarsa considerazione per Napoli deriva dalla mancata conoscenza delle meraviglie che custodisce”. Parlando in strada con le persone, una ragazza fa notare a Luca che manca qualcosa: “c’era bisogno di intraprendere azioni concrete. Iniziai quindi ad organizzare visite guidate, in modo tale che ci fosse un termine di paragone con le altre città europee, che valorizzano (anche troppo) il poco che hanno, a differenza dello sterminato patrimonio da noi posseduto e poco sponsorizzato”. Sono arrivati a coinvolgere nelle visite guidate fino a 200 persone: “non ci definiamo volontari, ma…
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 2/2015)
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