Un ponte con il mondo del lavoro

Come affrontare un colloquio di lavoro? Come compilare un curriculum europeo? Quali sono le prospettive occupazionali nel settore farmaceutico? A questi e tanti altri interrogativi si è cercato di dare risposta nel seminario “Uno sguardo al futuro: dopo la laurea il lavoro” organizzato il 29 maggio nell’Aula Magna della Facoltà dai rappresentanti degli studenti di Confederazione con il contributo del prof. Paolo Grieco. I capi-area di importanti case farmaceutiche nazionali e internazionali si sono prestati a soddisfare le curiosità sul post-laurea di oltre 300 ragazzi, rispondendo alle domande pubblicate sul sito farmaciaunina.it. “L’obiettivo della giornata è informare su cosa ci aspetta al termine degli studi – afferma il rappresentante Gerardo De Maffutiis – L’orientamento in uscita non è di minore importanza rispetto a quello in entrata”. Il Preside Giuseppe Cirino commenta “abbiamo voluto dare ai ragazzi la possibilità di informarsi sulle opportunità dei neolaureati e loro hanno colto al volo questa occasione”.
Il fine specifico dell’incontro è fare chiarezza sulle possibilità occupazionali dell’Informatore Scientifico del Farmaco (ISF). “E’ un lavoro che negli ultimi anni si è trasformato – asserisce il prof. Giuseppe Caliendo – Oggi l’informazione si fa con i media, con la pubblicità. Alle aziende interessa vendere ma l’informatore dovrebbe occuparsi anche della farmacovigilanza lavorando in sinergia con i medici”. Lo  Stato ha sempre meno disponibilità per far fronte ai costi sanitari; ne consegue che le aziende hanno meno soldi per assumere. Probabilmente nei prossimi anni si assisterà ad una progressiva riduzione del numero degli informatori ma non è il caso di scoraggiarsi. Il dott. Roberto Palmieri, della Bayer-Shering Pharma, è ottimista: “di certo la professione non scomparirà ma i giovani dovranno specializzarsi sempre di più in una branca della medicina generale”. “Serviranno informatori molto preparati perché le aziende stanno investendo in farmaci che curano patologie specifiche e poco diffuse”, aggiunge il dott. Gildo Spagnuolo della Takeda Farmaceutici. Dal 1966 al 2007 le aziende farmaceutiche sono diminuite da 920 a 200. “Le piccole aziende sono state assorbite dalle grandi – precisa il dott. Gianni Ricciolino della MarvecsPharma che però si affretta ad aggiungere – Il nostro è un lavoro che ha tanti aspetti positivi. Chi lo fa bene ne ricava grandi soddisfazioni”. Si stima che il numero degli informatori passerà da 30mila a 18-20mila. “Il turn over ci sarà comunque perché tanti professionisti sono alle soglie della pensione- rassicura il prof. Carlo Ranaudo, docente del Corso di Laurea in ISF – La realtà occupazionale dei nostri laureati non è così drammatica. Oggi informatori disoccupati non ce ne sono”.  Aggiunge: bisogna essere preparati anche però a fare le valigie: “prima di andare all’estero, esplorate le possibilità in Italia, in particolare nel polo milanese o in quello di Pomezia”. 
“Il segreto è muovere il primo passo convinti che si arriverà sino alla fine” racconta il dottor Mario Pisano della Sigma Tau. 
La presentazione del curriculum. “Siate essenziali, è un biglietto da visita per mettere in rilievo le vostre caratteristiche”, consiglia il dott. Palmieri. “Mettete in evidenza tutte le esperienze lavorative, anche quelle non attinenti”, aggiunge il dott. Pisano. Ben venga il 110 e lode ma non è esaustivo. Molto apprezzata è l’esperienza sul campo: spesso lo stage presso un’azienda vale molto più di un master. 
Durante il colloquio, poi, ciò che fa la differenza è “mostrare il desiderio di ricoprire quel ruolo sin dalle prime battute”, come sottolinea il dott. Pisano. “E’ probabile che vi chiederanno di raccontare di voi – suggerisce il dott. Palmieri – Conoscere il settore, il mercato, i competitor è un punto a favore ma le qualità personali sono di gran lunga più importanti delle competenze, perché gli assunti seguiranno un corso di formazione”. “Ogni esaminatore imposta il colloquio in maniera diversa – mette in guardia il prof. Ranaudo – Studiate il vostro interlocutore, guardatelo negli occhi”. Determinazione, senso di responsabilità, capacità di prendere decisioni, di assumersi responsabilità, autostima e autocritica sono le doti vincenti. “Mentire non paga, il primo consiglio è essere spontanei”, avverte il  dott. Ricciolino, e il dott. Spagnuolo aggiunge: “Sappiate vendervi, dite come potreste rendervi utile per chi vi assume ”.
Si prosegue con due simulazioni di colloquio. La prima a sottoporsi alla prova è Gaia Valentina Arti che si laureerà il 24 luglio in CTF con una tesi sperimentale. “Quali sono i suoi punti deboli?”, la Commissione le rivolge una delle domande più ricorrenti. “Non ho ancora le idee chiare – risponde con sincerità – Sono indecisa se intraprendere la professione dell’informatore o continuare la strada della ricerca”. A sedersi di fronte ai relatori è poi Giovanni Scarcariello, 24 anni, laureato in CTF. “Sono stato me stesso. Un po’ timido e insicuro per inesperienza ma già il fatto di essermi messo in gioco è stato positivo”,  dichiara alla fine della prova.
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