Per gli assistenti sociali: “è fondamentale saper scrivere e farlo con cognizione”

Laboratorio di scrittura per gli studenti di Servizio Sociale

Un Laboratorio sperimentale di scrittura, che si svolge tra marzo e maggio, per stimolare la confidenza con due attrezzi chiave del futuro professionista: carta e penna. Il Dipartimento di Scienze Politiche, sempre attento al perfezionamento dei propri studenti al di fuori delle classiche lezioni frontali, ha offerto questa interessante opportunità a 20 studenti della Triennale di Servizio Sociale. Le 36 ore del percorso, curate da docenti interni e assistenti sociali senior con un curriculum importante alle spalle, avranno cinque hub tematici, con la multidisciplinarietà a fare da denominatore comune. Al primo, dedicato alla scrittura argomentativa, seguiranno quelli nelle discipline sociologiche, giuridiche e psicologiche. L’ultimo step (non per importanza) sul Servizio sociale – che durerà più a lungo degli altri, 12 ore invece di 6 – sarà sintesi e integrazione dell’intero cammino, con i partecipanti che saranno chiamati a redigere una relazione completa su un caso specifico. Nelle idee del Coordinamento del Corso, il progetto – che attraversa una fase sperimentale in attesa dei feedback e conferirà 6 crediti se le attività libere non saranno già state ‘riempite’ – è rivolto innanzitutto agli studenti del terzo anno, perché in procinto di stendere l’elaborato finale. Le richieste pare siano state molte, ma la decisione di concentrarsi su soli 20 studenti è giustificata dall’intento di garantire un monitoraggio costante. Da questo punto parte la Coordinatrice del Corso, la prof.ssa Paola De Vivo, per spiegare la genesi del Laboratorio. “Nasce da una riflessione interna rispetto al fatto che gli studenti hanno difficoltà evidenti nella scrittura – spiega – Lo abbiamo potuto verificare soprattutto con le prove finali. In ragione di ciò ci siamo posti il problema di come affrontare questa lacuna. Grazie a diversi colleghi siamo riusciti a vincere un finanziamento interno dell’Ateneo che riguardava la ricerca. La gestazione del Laboratorio, tuttavia, è stata lunga perché bisognava capire come implementarlo e come sviluppare una metodologia che qualificasse una scrittura per sociale. Ecco perché la multidisciplinarietà è il vero fulcro. Appariva necessario che a fine percorso gli studenti sapessero scrivere un testo, toccando tutti i settori disciplinari che riguardano il nostro Corso, cioè gli stessi degli Hubs tematici. In questa professione è fondamentale saper scrivere e farlo con cognizione”. E, a proposito degli Hub, De Vivo descrive per linee generali quali saranno i passaggi e perché si è pensato a questo tipo di organizzazione. A quanto pare, le lacune in merito alla scrittura sono molto profonde. “Partiremo da come si scrive un testo, fornendo schematicamente una griglia composta da un’introduzione, un corpo centrale e la conclusione”. Un approccio generico, per così dire, che lascerà spazio poi alla specificità del Corso di Laurea. Infatti, “si passerà alle discipline sociologiche, che servono sul fronte relazionale. Se si scrive un rapporto a proposito di un caso, bisogna conoscere, senza se e senza ma, il lessico che fa emergere le dinamiche di contesto. Altre 6 ore le dedicheremo alle discipline giuridiche. Va da sè che per trattare una qualsiasi situazione bisogna prima inquadrarla da un punto di vista normativo. Si può avere a che fare tanto con il diritto minorile, tanto con quello del lavoro. Lo stesso discorso vale poi per il quarto Hub, rivolto alle discipline psicologiche. Esiste un tipo di scrittura che rimanda a questa dimensione. Infine, dopo tutto il percorso, si spera riescano a produrre un lavoro completo con il supporto degli assistenti sociali, questo è l’ultimo passaggio. Ma si badi bene, è quello più importante, perché qui gli studenti dovranno mettere tutto assieme. E ciò che ne verrà fuori, lo esamineremo per far notare dove si deve migliorare”. De Vivo chiude con un consiglio a chi è già studente di Servizio Sociale, e magari anche a chi sta pensando di diventarlo: “I ragazzi devono avere maggiore consapevolezza del fatto che la scrittura, nel sociale, non è un qualcosa di asettico. Anzi, noi abbiamo una responsabilità enorme. Ogni parola va pesata perché con i rapporti che redigiamo decidiamo il destino di un soggetto o di una famiglia intera. Quindi suggerisco di leggere tanto e allenarsi con sintesi scritte per gli esami”.


Claudio Tranchino 

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