Coerente con le necessità di spesa, la richiesta fondi in Ateneo del Dipartimento di Medicina Veterinaria, che dovrebbe essere soddisfatta entro fine mese. Il prospetto dei costi sostenuti gli anni precedenti rende necessario un importo di poco più di 200 mila euro in totale, stando alle stime del 2014. “Per venire incontro alle carenze strutturali prima dell’accredito EAEVE, da buoni napoletani abbiamo trovato una efficace soluzione. Nelle grandi città europee, laddove sorge una Facoltà di Veterinaria, si insediano pochi liberi professionisti, perché la stessa nasce a ridosso delle aree di allevamento animali. Qui non è così, Napoli è lontana dalle campagne. Dal momento che la Commissione Europea pretende strutture non solo per cani e gatti, ho pensato di compensare inviando gli studenti durante l’ultimo semestre dai piccoli veterinari”, spiega il Direttore Luigi Zicarelli. Ecco perché ha pensato di potenziare l’attività didattica integrativa: “ovvero i tirocini degli studenti, attraverso la stipula di contratti con liberi professionisti esperti in diverse specie animali, in modo che il rapporto docente-discente sia al massimo uno a due, come previsto dalla legge, e i ragazzi possano entrare a contatto con molteplici realtà e diverse patologie. Per pagare con contributo simbolico questi professionisti occorrono all’incirca 40 mila euro in totale”. Con questo sistema si va però incontro a una difficoltà: “perché costoro non possono ottenere il rinnovo del contratto con l’Università per più di sei-sette anni. Ciò vuol dire che se abbiamo iniziato un rapporto di collaborazione nel 2010, tra un paio d’anni il Dipartimento rimarrà scoperto e privo di tirocini. Ecco perché la normativa di contrattualizzazione deve cambiare”. Altre spese necessarie riguardano un contributo OVUD, considerato di 30.000 euro: “per l’Ospedale Veterinario dove professionisti, insieme a studenti, assistono di notte gli animali in degenza e prestano pronto soccorso. Poi ci sono le spese sostenute dall’Ospedale ASL di Napoli 1 e dalle aziende che ospitano gli studenti, come: CREMOPAR, la Locanda Carpe Diem (per quelli che frequentano la Cirio) l’Improsta, che deve ospitare 60 studenti di Veterinaria e 100 di Tecnologie delle Produzioni Animali in un solo semestre, per un totale di 20 settimane”. La voce a bilancio Internship è il fiore all’occhiello del Dipartimento e necessita di 30.000 euro: “è un programma di formazione specialistica post lauream che dura un anno, nel quale i candidati selezionati sono impegnati in un percorso di approfondimento specialistico clinico presso Colleges europei e americani”. Importante anche l’acquisto di carcasse di animali di grossa taglia da portare all’Università: “in realtà la spesa di 15.000 euro è relativa al trasporto, perché la legge impone un’autopsia vera non artificiosa, per il riconoscimento di malattie infettive e il successivo meccanismo di allerta, che permette di bloccare sul nascere le patologie”. Legate a questa funzione le spese di smaltimento carcasse e della sala necroscopia, più quelle relative alle cliniche mobili e ai bus per visite tecniche, dove gli studenti del terzo e quarto anno vengono trasportati a conoscere la realtà zootecnica del territorio. Considerato che i fondi EAEVE sono esauriti, il Direttore aspetta fiducioso i nuovi.
Allegra Taglialatela
Allegra Taglialatela