Sede aperta a tutti, ora i biotecnologi sono una minoranza

“Il problema dal punto di vista organizzativo è che questa è diventata una struttura aperta a tutti. La situazione è diventata troppo caotica”. C’è un piccolo paradosso all’edificio di via De Amicis, sede di Biotecnologie Mediche. Il bar a piano terra e l’aula studio sono quasi sempre affollati, eppure gli aspiranti biotecnologi rappresentano un’evidente minoranza. A soffermarsi sulla questione è stato Riccardo Smeraglio, studente del terzo anno. A parte questo, funziona bene tutto il resto, o quasi: “altri problemi non ci sono. L’unica nota dolente è che si potrebbero fare più attività di laboratorio. Le strutture ci sono, ma non ci portano. Tra quello che c’è scritto sul libro e quello che si fa praticamente c’è un abisso. Quando andremo a lavorare in un laboratorio, le nostre conoscenze teoriche, da sole, serviranno a poco”. Un piccolo appunto Riccardo lo fa anche in merito alla distribuzione degli esami. Gli appelli sono vicini tra loro, creando un inevitabile accavallamento: “in questo momento sto preparando Biologia e Biochimica clinica. È un esame abbastanza lungo, di 12 crediti. Le date sono troppo vicine tra loro e c’è molta confusione. Diventa veramente difficile recuperare esami arretrati. Ho già dato due esami e, oltre quello che sto preparando adesso, me ne aspettano altri tre. Normalmente si dovrebbe preparare un esame per volta, ma in questi casi bisogna studiare mattina, pomeriggio e sera, passando da un libro all’altro”. Si è soffermata su questa sovrapposizione di date anche la matricola Antonimia Pollio: “le principali difficoltà le ho avute con le prove intercorso perché erano troppo ravvicinate le une alle altre. Darò gli orali durante tutto febbraio. Adesso sto preparando Matematica. Non ho seguito molto il corso anche perché mi sono sentita poco coinvolta, però, in generale, seguendo e avendo rapporto con i professori è tutto molto più facile. La docente di Fisica, ad esempio, ci ha aiutato molto con le slide”. Deve abituarsi alla realtà universitaria un suo collega, Guglielmo Carignani: “mi aspettano Chimica inorganica e Fisica applicata. In generale ho avuto difficoltà con l’approccio, perché per me è la prima sessione del primo anno. Per Chimica finora non ho avuto problemi, sia perché mi sono trovato molto bene con la prof.ssa Stefania Galdiero, sia perché questa materia mi piace. Diverso il discorso per Fisica che, per me, è più complicata”. Un grande aiuto è arrivato dalle lezioni in aula: “le spiegazioni ai corsi erano molto complete. Qualcosa ho dovuto approfondire da solo, ma in generale è andata bene. Durante l’anno i professori hanno spiegato le tipologie dei test. Anche le prove intercorso erano basate sugli esercizi fatti in classe, quindi non mi posso lamentare”. Ha trovato i supporti necessari al di fuori dell’aula Anna Cavallo, studentessa del secondo anno in procinto di sostenere Biologia molecolare: “in generale i corsi di questo semestre non li ho seguiti tanto, ma il prof. De Simone di Biologia molecolare nelle spiegazioni si è attenuto molto al libro. Inoltre, su Internet, al sito Unina, ci sono chiarimenti del docente e slide”. Più critico, invece, Luigi Mascolo, giunto al suo secondo anno di Specialistica: “a mio avviso la Specialistica andrebbe organizzata in maniera diversa. Al primo anno prevedrei solo gli esami, al secondo, invece, farei soltanto tirocinio, così da avere la possibilità di preparare gli esami in modo migliore e di fare attività di laboratorio in maniera più proficua. Adesso sto studiando Diagnostica molecolare. Credo che darò solo questo proprio perché ho fatto tirocinio”. Per lui, che è quasi giunto al termine del suo percorso universitario, l’occhio è già rivolto al futuro, con un piccolo rammarico: “secondo me il Corso di Biotecnologie ha un buon potenziale, però è sfruttato male. Si fa poco tirocinio, quindi si hanno poche idee di cosa si può fare dopo. Alla Specialistica ci si limita a ripetere gli stessi esami della Triennale con qualche approfondimento”. L’accavallamento tra teoria e pratica, quindi, rischia di rallentare il percorso di studi. Questa la considerazione anche di una collega di Luigi, Rosarita Nasso:“dovendo studiare per gli esami non c’è il tempo opportuno per dedicarsi alla tesi, anche perché, per quella, è necessario trascorrere del tempo in laboratorio”. Prossimo step, Diagnostica molecolare: “ho avuto difficoltà nell’interpretare le tipologie di domande che ci verranno presentate all’esame. Gli argomenti in sé sono comprensibili”. Un occhio va anche al voto: “non accetterei un 18 che mi abbasserebbe la media in vista della laurea”. Sulla convivenza con studenti di altri Corsi: “molti ragazzi di Biotecnologie preferiscono restare a casa durante il periodo di esami. Qui però non si studia male. Dipende molto dalle abitudini personali”. 
Ciro Baldini
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