A novembre compirà nove anni, ma nonostante la giovane età rappresenta ormai una realtà più che consolidata, nell’ambito della Facoltà di Ingegneria. E’ il Corso di Laurea in Gestionale, che può esibire credenziali di tutto rispetto. Le sottolinea il Presidente di Corso di Laurea Mario Raffa. “Fino a questo momento noi abbiamo avuto un centinaio di laureati, tutti con tesi sperimentali svolte in ambito aziendale. Ebbene, non soltanto lavorano tutti con ottime soddisfazioni, ma la domanda da parte del mercato è superiore all’offerta. Significa, per capirci, che io ricevo dalle aziende la richiesta di segnalare non soltanto i nominativi dei laureati, ma anche dei giovani laureandi in Ingegneria Gestionale”. Rapporti continui con le imprese, sotto forma di stage degli studenti, tirocini, ma anche convegni ed iniziative congiunte: questo è uno degli ingredienti della ricetta di Gestionale, così come la preparano Raffa ed i suoi collaboratori. Gli altri: il coordinamento tra i programmi, finalizzato alla riduzione del tempo medio di laurea (oggi siamo sui sei anni) e l’enfasi posta sul servizio di tutorato. “L’anno scorso abbiamo avuto 294 immatricolati, -ricorda Raffa-. Li abbiamo incontrati tutti, uno per uno, tra settembre e novembre. Una mano ce la danno anche le associazioni degli studenti di Gestionale, Best e Stige, che, svolgono un prezioso lavoro di orientamento”. La disciplina che fa penare in maniera particolare i Gestionali, al primo anno, è senza dubbio Chimica. Al secondo la palma spetta di diritto a Fisica II. Peraltro qualcosa sta cambiando, se è vero che nell’anno accademico ‘99/2000 il 70% di coloro i quali hanno frequentato il corso di Chimica lo ha superato con buoni voti. Quattro gli orientamenti previsti: Economico Organizzativo, Gestione dell’Energia nei processi produttivi, Tecnologico produttivo e, fino allo scorso anno, Gestione dei Servizi di pubblica utilità. Quest’ultimo, dal 2000/2001, cambia nome. “Diventa semplicemente Gestione dei servizi -anticipa Raffa-. La differenza è che in questo modo possiamo dare spazio a tutta l’area del no profit”. Quello Tecnologico Produttivo è il più frequentato. “Chi studia Gestionale -prosegue Raffa-, diventa un Ingegnere a tutti gli effetti, con particolari competenze nel settore economico gestionale che lo abilitano, per esempio, a curare gli aspetti organizzativi in una impresa oppure quelli di direzione in una pubblica amministrazione. Il City Manager, per esempio, può tranquillamente essere un laureato in Ingegneria Gestionale. Chi vuol fare Economia, però, vada altrove. Questo è un corso di laurea in Ingegneria”. Pochi i docenti in organico: tre ordinari, su un totale di dodici corsi dell’area economico gestionale. Al primo anno la matricola affronta: Analisi Matematica I, Geometria, Fisica Generale I, Chimica, fondamenti di Informatica.