“Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però, per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire”. Il Principe De Curtis, in arte Totò, sembrava aver previsto anche questo. A 50 anni dalla sua scomparsa ancora si fa sentire vivo il bisogno di commemorarlo. Inedite le curiosità che linguisti e specialisti, come veri e propri speleologi, sanno far riaffiorare dalla sua opera nella due giorni di convegno inaugurata nella mattinata del 28 aprile presso la Sala conferenze di Palazzo Du Mesnil in via
Chiatamone. L’iniziativa, a cura del prof. Paolo Sommaiolo, docente di Storia del Teatro moderno e contemporaneo, rientra nell’ambito della manifestazione ‘O Maggio a Totò’, organizzata dal Comune di Napoli per la 23esima edizione del “Maggio dei Monumenti”. Finalità precipua degli interventi: “Inquadrare varie prospettive di analisi interdisciplinare – dal diritto alla storia, dalla filosofia alle lingue – sull’universo Totò con uno sguardo originale, eccentrico e trasversale, non escludendo la risata”, ha affermato il docente in apertura dei lavori, prima di proiettare in video la celebre poesia
‘A livella’, seguita dalla traduzione di alcuni versi, interpretati dai docenti dell’Ateneo, nelle lingue più disparate: olandese, romeno, francese, spagnolo, portoghese, albanese, tedesco, inglese, cinese, russo, giapponese e, per finire, italiano. “Quale posto migliore se non L’Orientale per lavorare sulla lingua internazionale di Totò?”, esordisce la Rettrice Elda Morlicchio. “Un genio della comicità avanti coi tempi, si potrebbe dire quasi un precursore dei linguisti. Si pensi alla famosa scena cult della lettera indirizzata alla ‘malafemmina’, in cui la sensibilità linguistica s’innalza ai massimi livelli, perché mostra la difficoltà del popolo – nello specifico, dei provinciali Totò e Peppino – di lottare contro l’uso di punteggiatura, grammatica e sintassi”. Ma non solo, perché L’Orientale è anche il posto per indagare quelle commedie d’ambientazione esotica, che segnalano apertamente il pericolo dei cliché. “Come Totò si immaginava la Spagna, l’Africa o il mondo arabo oggi ci fa ridere, ma il messaggio era tutt’altro, più che mai presente: diffondere la cultura per combattere gli stereotipi affinché non diventino pregiudizi”, chiosa la Rettrice. Inserita all’interno della rassegna anche la collezione museale che ospita la stessa sede negli spazi del Museo ‘Umberto Scerrato’ (aperto al pubblico tutti i giovedì e venerdì, e nel mese corrente anche di sabato e domenica, dalle ore 11 alle 14), i cui reperti saranno accompagnati da sequenze filmiche in loop ambientate sullo scenario d’Oriente e corredate di pannelli con immagini di Totò e didascalie con le sue proverbiali battute.
Chiatamone. L’iniziativa, a cura del prof. Paolo Sommaiolo, docente di Storia del Teatro moderno e contemporaneo, rientra nell’ambito della manifestazione ‘O Maggio a Totò’, organizzata dal Comune di Napoli per la 23esima edizione del “Maggio dei Monumenti”. Finalità precipua degli interventi: “Inquadrare varie prospettive di analisi interdisciplinare – dal diritto alla storia, dalla filosofia alle lingue – sull’universo Totò con uno sguardo originale, eccentrico e trasversale, non escludendo la risata”, ha affermato il docente in apertura dei lavori, prima di proiettare in video la celebre poesia
‘A livella’, seguita dalla traduzione di alcuni versi, interpretati dai docenti dell’Ateneo, nelle lingue più disparate: olandese, romeno, francese, spagnolo, portoghese, albanese, tedesco, inglese, cinese, russo, giapponese e, per finire, italiano. “Quale posto migliore se non L’Orientale per lavorare sulla lingua internazionale di Totò?”, esordisce la Rettrice Elda Morlicchio. “Un genio della comicità avanti coi tempi, si potrebbe dire quasi un precursore dei linguisti. Si pensi alla famosa scena cult della lettera indirizzata alla ‘malafemmina’, in cui la sensibilità linguistica s’innalza ai massimi livelli, perché mostra la difficoltà del popolo – nello specifico, dei provinciali Totò e Peppino – di lottare contro l’uso di punteggiatura, grammatica e sintassi”. Ma non solo, perché L’Orientale è anche il posto per indagare quelle commedie d’ambientazione esotica, che segnalano apertamente il pericolo dei cliché. “Come Totò si immaginava la Spagna, l’Africa o il mondo arabo oggi ci fa ridere, ma il messaggio era tutt’altro, più che mai presente: diffondere la cultura per combattere gli stereotipi affinché non diventino pregiudizi”, chiosa la Rettrice. Inserita all’interno della rassegna anche la collezione museale che ospita la stessa sede negli spazi del Museo ‘Umberto Scerrato’ (aperto al pubblico tutti i giovedì e venerdì, e nel mese corrente anche di sabato e domenica, dalle ore 11 alle 14), i cui reperti saranno accompagnati da sequenze filmiche in loop ambientate sullo scenario d’Oriente e corredate di pannelli con immagini di Totò e didascalie con le sue proverbiali battute.