“Isolarsi dal mondo, studiare e riflettere come i monaci di una volta”

“I nuovi monaci tra di loro non si chiamano fratelli, ma colleghi”. Come sempre il prof. Luigi Verolino, referente per l’Orientamento della Facoltà di Ingegneria da ben nove anni, non lascia dubbi sull’impegno necessario per affrontare questi studi. “La forma claustrale del cortile dell’edificio di Piazzale Tecchio è un chiaro riferimento all’atteggiamento che devono avere i futuri ingegneri: isolarsi dal mondo a studiare e riflettere come i monaci di una volta. A guardare bene, si vede che l’intero perimetro del cortile è fatto di ardesia, praticamente una lavagna, adatta allo studio peripatetico, passeggiare e scrivere formule. Il numero degli iscritti non permette più una cosa simile, ma l’attitudine deve restare questa: otto ore di studio al giorno, sabato compreso”. Prerequisiti importanti per accedere alla Facoltà, avere amore per la Matematica, tessuto scheletrico di questi studi, la Fisica e la Chimica e capacità di pensiero strutturato: “Significa avere deduzione, una cosa che non si apprende solo dallo studio della Matematica, ma anche dalla Filosofia, dalla Geometria, dal Latino, dall’Italiano, tutte cose che a scuola non si insegnano più come si dovrebbe”. Insomma avere logica serve. “Non solo per fare l’ingegnere. Comunemente si crede che questa sia una Facoltà difficile, ma deve essere chiaro che non esiste una Facoltà facile. Anche per fare l’avvocato, il letterato o il farmacista, serve il cervello. L’unica differenza è che da noi le difficoltà vengono sbattute in faccia sin dall’inizio. Non possiamo recuperare le mancanze della scuola, il nostro compito è scremare cervelli e selezionare la classe dirigente del futuro”. 
Per rendersi davvero conto di quello cui si va incontro, è bene prendere sul serio il test di valutazione (obbligatorio ma non selettivo) promosso dal consorzio nazionale CISIA. Prevede domande di logica, matematica di base, fisica, chimica e comprensione del testo. Assegna, se non viene svolto sufficientemente bene, i cosiddetti OFA, Obblighi Formativi Aggiuntivi, 3 crediti in basi matematiche da recuperare obbligatoriamente a cui partecipano in media 3200 ragazzi l’anno. Rappresenta un’indicazione sul talento e sulla capacità di uscire dalle difficoltà. “Quando da bambini ci hanno messo in mano un violino e ne sono usciti solo urla e latrati, abbiamo abbandonato la carriera da concertista e siamo passati alla chitarra, o alla batteria, senza particolari rimpianti. Questo test non è diverso. Invece, poiché non sopportiamo le bocciature, anche quelli che non lo superano si iscrivono lo stesso con i risultati che sappiamo. Ogni anno gli abbandoni sono del 30 – 40%. Perché a scuola non si boccia più, gli studenti sono abituati ad avere bei voti e pensano di essere bravi, ma da sole capacità e volontà non bastano, serve il ragionamento integrato e strutturato”. 
“Senza l’inglese, si
 resterà sempre
una schifezza”
Per questo è importante prepararsi fin da subito, appena terminata la maturità. Chi supera il test in una buona posizione, può farcela a portare a termine tutti e cinque gli anni. “Perché questo è il tempo che serve per fare un ingegnere. Quella Triennale è una laurea passante. In realtà, vorremmo anche eliminare la tesi perchè fa perdere solo tempo. In genere quelli che si fermano al triennio sono ex studenti iscritti alle vecchie lauree che hanno recuperato i crediti, ma si tratta di adulti che lavorano già”. È importante, però, sapere che la durata nominale è diversa da quella reale. “Quelli che terminano nei cinque anni si contano sulle dita”. L’offerta formativa della Facoltà è articolata in diciassette Corsi di Laurea e, all’interno della stessa Classe, è possibile il passaggio da un Corso all’altro senza avere debiti formativi. “Da tempo sogno di fare la scuola di Ingegneria; primo anno uguale per tutti e dopo si sceglie il settore”. C’è la possibilità anche di frequentare uno degli oltre 40 corsi in lingua inglese, con un valore in crediti pari al doppio del corso analogo svolto in italiano. “Senza l’inglese si resterà sempre una schifezza. È come il latino di una volta”. 
Da quest’anno cade anche l’ultimo baluardo cartaceo e anche la prova di valutazione sarà totalmente informatizzata. “Devo dire che mi dispiace, preferivo guardare negli occhi i ragazzi che venivano ad iscriversi. Ma che volete farci, forse sono un vecchio professore”. Le lezioni cominceranno a metà settembre: “da allora parte il tritacarne e comincia la selezione”.
 
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