Hanno scelto questi studi per passione, incontrando piccole o grandi difficoltà. Suggeriscono di seguire sempre le lezioni, studiare costantemente, rispettare l’ordine previsto nel dare gli esami e di rivolgersi con fiducia ai professori in caso di dubbi. Sono consigli che dispensano alle matricole sulla base della loro esperienza poiché si apprestano a concludere, o lo hanno già fatto da poco, la loro esperienza universitaria.
“Fin da piccola sognavo di diventare una scienziata, ero appassionata di telescopi ed ho sempre letto libri sull’Astrofisica. Quindi non avrei potuto scegliere diversamente”, racconta Viola Allevato, 25 anni, originaria di Rossano Calabro in provincia di Cosenza, da poco laureata alla Magistrale in Astrofisica e Fisica della Spazio. Oggi si occupa di alta energia. A fine luglio partirà per Monaco di Baviera, prima tappa di un tour europeo, in cerca di un dottorato di ricerca. “Preferirei vincerlo all’estero piuttosto che in Italia. Qui tutto si fa con calma, in Europa è più diretto, presenti un lavoro e se sono interessati ti chiamano”, sottolinea. Oltre lo spazio, tanti interessi ma tutti accantonati per fare l’università. “Mi piacciono lo sport, il teatro, il cinema. Suonavo il pianoforte, ma ho dovuto lasciare altrimenti non sarei riuscita ad andare avanti. I docenti lo sottolineano fin dal primo giorno: ci sono delle scelte che vanno fatte fin dall’inizio”. L’astronomia è una passione che coltiva da sempre anche la sua collega Ilaria Formicola, 26 anni, di Ercolano. Anche lei spera di proseguire con il dottorato, magari in Italia. Negli ultimi tre anni ha studiato danza del ventre, ma ha dovuto lasciare per la tesi. “Ci vuole tanta motivazione per questi studi”, dice e consiglia: “imparate l’inglese il prima possibile”.
“Un buon connubio tra la Matematica e le conoscenze fisiche e biologiche che pure mi interessavano molto”, le caratteristiche del Corso di Laurea in Chimica che hanno attratto Martina Stella, 22 anni, laureanda triennale. Altra grande passione degli studi liceali: la storia ma “mi sono detta che questa materia avrei potuto recuperarla in qualunque momento, l’atteggiamento scientifico invece no”. Infervorata dall’entusiasmo, ha superato il primo anno senza particolari problemi. Il secondo è stato tutt’altra storia. “È tragico, ci sono tanti esami pesanti. Ma quello che mi ha veramente bloccata è stata l’ansia”.
“Sono un perito chimico e volevo approfondire gli argomenti studiati”, afferma Marcello Di Napoli, 26 anni, napoletano, studente specialistico in Chimica. Le basi certamente l’hanno aiutato ma c’è un nuovo metodo da imparare. Anche lui ha attraversato quello che definisce “il tunnel del secondo anno”. “All’inizio non hai né la testa, né la voglia di studiare cose che ti sembrano astratte, come l’Analisi II”, dice. Consiglio importante: studiare a tempo pieno, ma fino ad un certo punto. “Ho tanti interessi (motociclismo a livello agonistico, l’attività di consulenza per un’azienda e il lavoro come chimico al laboratorio PLART, il museo della plastica, n.d.r.) e non voglio rinunciarvi”.
Silvia Tenuta, 23 anni, laureanda specialistica in Chimica, ha completato il ciclo di studi negli anni previsti, grazie ad una disciplina quasi militare e alla collaborazione con una collega motivata come lei. “Abbiamo seguito sempre i corsi, studiando giorno dopo giorno, fino a sera tardi. O fai così o non riesci a sostenere tutti gli esami dei primi due anni”. Si è rilassata un po’ solo al terzo anno, quando ha ripreso il pianoforte, il corso di inglese e le attività in parrocchia come direttrice del coro. “Servono metodo e volontà. Questa non è una disciplina per chi impara a memoria, così studiare in compagnia aiuta”, suggerisce. Nel suo futuro immagina un lavoro che le consenta di stare a contatto con le persone (“l’insegnamento, la ricerca”), possibilmente a Napoli (“sono combattiva e penso che le persone di un certo livello dovrebbero darsi da fare”).
“I computer mi sono piaciuti fin da piccolo e al liceo ho capito che quando ne parlavo mi sentivo a mio agio”, racconta Sergio Ricciardi, 28 anni, di Santa Maria Capua Vetere, laureato vecchio ordinamento in Informatica ed ora dottorando a Barcellona. Dopo i dubbi iniziali tra Informatica e Ingegneria Informatica, ha scelto il Corso che gli sembrava l’avrebbe fatto andare molto più dentro la materia. “Ci sono due modi per fare l’università: uno è cercare di superare gli esami con il minore sforzo, ma è una soluzione miope; l’altro è studiare quello che ti piace, andando anche oltre quello che si fa a lezione”, dice. Dopo la laurea, ha partecipato ad alcuni progetti universitari come lo Scope e il Wifed ed ha avuto un contratto come esperto dello sviluppo software alla Provincia di Caserta. Sogna la carriera accademica. “Consiglio alle matricole di sostenere subito gli esami di Matematica e Fisica, perché è da queste materie che nasce l’Informatica. Senza, mancano le basi”.
“Fin da piccola sognavo di diventare una scienziata, ero appassionata di telescopi ed ho sempre letto libri sull’Astrofisica. Quindi non avrei potuto scegliere diversamente”, racconta Viola Allevato, 25 anni, originaria di Rossano Calabro in provincia di Cosenza, da poco laureata alla Magistrale in Astrofisica e Fisica della Spazio. Oggi si occupa di alta energia. A fine luglio partirà per Monaco di Baviera, prima tappa di un tour europeo, in cerca di un dottorato di ricerca. “Preferirei vincerlo all’estero piuttosto che in Italia. Qui tutto si fa con calma, in Europa è più diretto, presenti un lavoro e se sono interessati ti chiamano”, sottolinea. Oltre lo spazio, tanti interessi ma tutti accantonati per fare l’università. “Mi piacciono lo sport, il teatro, il cinema. Suonavo il pianoforte, ma ho dovuto lasciare altrimenti non sarei riuscita ad andare avanti. I docenti lo sottolineano fin dal primo giorno: ci sono delle scelte che vanno fatte fin dall’inizio”. L’astronomia è una passione che coltiva da sempre anche la sua collega Ilaria Formicola, 26 anni, di Ercolano. Anche lei spera di proseguire con il dottorato, magari in Italia. Negli ultimi tre anni ha studiato danza del ventre, ma ha dovuto lasciare per la tesi. “Ci vuole tanta motivazione per questi studi”, dice e consiglia: “imparate l’inglese il prima possibile”.
“Un buon connubio tra la Matematica e le conoscenze fisiche e biologiche che pure mi interessavano molto”, le caratteristiche del Corso di Laurea in Chimica che hanno attratto Martina Stella, 22 anni, laureanda triennale. Altra grande passione degli studi liceali: la storia ma “mi sono detta che questa materia avrei potuto recuperarla in qualunque momento, l’atteggiamento scientifico invece no”. Infervorata dall’entusiasmo, ha superato il primo anno senza particolari problemi. Il secondo è stato tutt’altra storia. “È tragico, ci sono tanti esami pesanti. Ma quello che mi ha veramente bloccata è stata l’ansia”.
“Sono un perito chimico e volevo approfondire gli argomenti studiati”, afferma Marcello Di Napoli, 26 anni, napoletano, studente specialistico in Chimica. Le basi certamente l’hanno aiutato ma c’è un nuovo metodo da imparare. Anche lui ha attraversato quello che definisce “il tunnel del secondo anno”. “All’inizio non hai né la testa, né la voglia di studiare cose che ti sembrano astratte, come l’Analisi II”, dice. Consiglio importante: studiare a tempo pieno, ma fino ad un certo punto. “Ho tanti interessi (motociclismo a livello agonistico, l’attività di consulenza per un’azienda e il lavoro come chimico al laboratorio PLART, il museo della plastica, n.d.r.) e non voglio rinunciarvi”.
Silvia Tenuta, 23 anni, laureanda specialistica in Chimica, ha completato il ciclo di studi negli anni previsti, grazie ad una disciplina quasi militare e alla collaborazione con una collega motivata come lei. “Abbiamo seguito sempre i corsi, studiando giorno dopo giorno, fino a sera tardi. O fai così o non riesci a sostenere tutti gli esami dei primi due anni”. Si è rilassata un po’ solo al terzo anno, quando ha ripreso il pianoforte, il corso di inglese e le attività in parrocchia come direttrice del coro. “Servono metodo e volontà. Questa non è una disciplina per chi impara a memoria, così studiare in compagnia aiuta”, suggerisce. Nel suo futuro immagina un lavoro che le consenta di stare a contatto con le persone (“l’insegnamento, la ricerca”), possibilmente a Napoli (“sono combattiva e penso che le persone di un certo livello dovrebbero darsi da fare”).
“I computer mi sono piaciuti fin da piccolo e al liceo ho capito che quando ne parlavo mi sentivo a mio agio”, racconta Sergio Ricciardi, 28 anni, di Santa Maria Capua Vetere, laureato vecchio ordinamento in Informatica ed ora dottorando a Barcellona. Dopo i dubbi iniziali tra Informatica e Ingegneria Informatica, ha scelto il Corso che gli sembrava l’avrebbe fatto andare molto più dentro la materia. “Ci sono due modi per fare l’università: uno è cercare di superare gli esami con il minore sforzo, ma è una soluzione miope; l’altro è studiare quello che ti piace, andando anche oltre quello che si fa a lezione”, dice. Dopo la laurea, ha partecipato ad alcuni progetti universitari come lo Scope e il Wifed ed ha avuto un contratto come esperto dello sviluppo software alla Provincia di Caserta. Sogna la carriera accademica. “Consiglio alle matricole di sostenere subito gli esami di Matematica e Fisica, perché è da queste materie che nasce l’Informatica. Senza, mancano le basi”.