“L’Erasmus dovrebbe essere nel DNA di un laureando in Scienze Politiche”

Una guida in… “Direzione Erasmus”: è l’iniziativa organizzata dal  Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”, tenutasi, a Caserta, lunedì 18 febbraio. Racconta la prof.ssa Francesca Graziani, delegata Erasmus del Dipartimento: “Questa giornata risponde all’obiettivo di incrementare le partenze dei nostri studenti”. Un’iniziativa partita dal basso: “Non si è trattato del classico convegno noioso dove intervengono solo i professori. Sono stati gli stessi studenti Erasmus a dirigere l’incontro e a raccontare le loro esperienze ai colleghi che partiranno un domani”. Aperta anche alle famiglie, la mattinata ha visto una sessantina di aspiranti viaggiatori Erasmus ascoltare i racconti e fare tesoro dei consigli dei dieci avventurosi coetanei che hanno partecipato all’evento. Prosegue ancora la prof.ssa Graziani: “I ragazzi hanno proiettato anche un video e delle slide. Il video, di circa due minuti e mezzo, è stato realizzato con le fotografie che gli studenti Erasmus hanno scattato durante il loro viaggio. Un modo per mostrare nel concreto la loro esperienza. Con le slide sono stati presentati dei dati dell’Unione Europea. Due i più interessanti: i ragazzi che hanno in curriculum un’esperienza Erasmus hanno il 60% di probabilità in più di trovare un lavoro. E ancora, l’Erasmus è un po’ Cupido dal momento che circa un milione sono i bambini nati da persone che si sono conosciute durante questo percorso”. La mattinata è terminata in bellezza, “con due dei nostri studenti che hanno suonato la chitarra”. Spazio alle domande: “Contentezza e malinconia sono i due sentimenti mostrati dagli studenti Eramsus di ritorno dal loro viaggio. Ne sono rimasta molto colpita. Ho posto molte domande, per aiutare i presenti a capire bene in cosa consista l’Erasmus – spiega la prof.ssa Graziani – Si è parlato di esami, difficoltà nel reperirli e nel sostenerli in una lingua che non è la nostra, di trovare una casa, fare delle amicizie, migliorare una lingua. Ho chiesto quali siano state le sensazioni provate all’arrivo nel nuovo paese e l’ultimo giorno prima di tornare a casa e se un’esperienza come questa sia o meno da rifare. Hanno risposto tutti sì, all’unanimità”. Quali le mete a disposizione degli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche? “Portogallo, Spagna, Francia, Romania, Svezia e Polonia. Quali sono le mete preferite? Sicuramente quelle più classiche come la Spagna e la Francia, ma ultimamente stanno emergendo dati molto interessanti in relazione alle sedi dell’Est. La Commissione Europea ha evidenziato che il trend di queste università è salito dell’84%. Le università dell’Est sono spesso bistrattate, ma, soprattutto quando si collocano in piccoli centri, sono gestite in modo ottimale, hanno a disposizione campus decorosi e programmi e lezioni in lingua inglese. La Polonia e la Romania sono in netta crescita”. A scopo informativo, per gli studenti del Dipartimento c’è anche una pagina Facebook che risponde ad un duplice obiettivo: “È uno spazio dove i ragazzi raccontano la loro esperienza e postano delle foto. Ma è anche una sorta di paracadute per gli studenti in partenza che possono contattare direttamente chi questa esperienza l’ha già fatta, in modo da eliminare quelle paure recondite che ancora si possono avere nell’andare all’estero”. Una questione di DNA: “L’Erasmus dovrebbe essere un elemento costitutivo di un laureando in Scienze Politiche. Dovrebbe essere nel suo DNA. Fino a dieci anni fa era un’esperienza che si poteva fare come non fare, ma oggi i valutatori ne tengono conto quando guardano un curriculum. L’esperienza Erasmus dice molto di quello che sei e insegna ad essere autonomi, responsabili, a realizzare cose e superare paure. Mi piace ripetere che i ragazzi che rientrano dall’Erasmus sono più belli perché il loro sguardo cambia. Hanno gli occhi di chi guarda verso il futuro con maggiore curiosità”.
Carol Simeoli
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