“L’insegnamento in campo medico è fatto di esempio”

Rapporto con il professore, assimilazione delle materie di base fondamentali e predisposizione di determinate hard e soft skills. Insegnare Medicina a distanza non è semplice poiché sono tanti gli ingredienti che compongono la ricetta del buon medico, come raccontano alcuni dei docenti che, su questo secondo semestre, hanno insegnamenti e sono coordinatori dei corsi integrati di primo e secondo anno.
“La scorsa mattina sul mio canale c’erano 140 studenti – sottolinea il prof. Tommaso Russo, uno dei docenti del corso integrato di Biologia Molecolare e Cellulare, primo anno – A queste condizioni non si può chiacchierare con loro, al massimo qualcuno mi gira una domanda per iscritto su Teams. In aula è diverso, i ragazzi vengono alla lavagna, si parla di più, c’è un maggiore confronto”. Bisogna, però, adattarsi, “anche se abbiamo già fatto questo sacrificio la scorsa primavera e poi, di nuovo, il primo semestre di questo anno accademico. Questa situazione comincia ad essere davvero dura da sopportare, da parte di tutti”. Il corso prevede “un’attività che, in aula, si faceva a piccoli gruppi, in parallelo rispetto all’attività frontale, e serve a stimolare gli studenti a trovare soluzioni a determinati problemi. Online diventa, in fin dei conti, esattamente come l’attività frontale. La faremo comunque, spostata sul sabato per non tenerli al computer tutto il giorno”. Biologia Molecolare e Cellulare prevede una serie di argomenti che si incastrano con quelli di Genetica Umana e Medica, “incastro che, naturalmente, stiamo riuscendo a rispettare”. Più volte, nel corso dell’intervista, il prof. Russo ribadisce l’importanza dell’insegnamento in aula, con gli studenti in presenza: “L’insegnamento in campo medico è fatto di esempio. Io insegno Biologia Molecolare da medico, spiegando ai futuri medici quello che dovranno conoscere per l’esercizio della professione. E faccio riferimento, ad esempio, a malattie o a situazioni particolari aspettandomi una loro reazione. In questo, il computer è limitante e riduce il momento creativo della lezione”.
È la coordinatrice del corso integrato di Genetica Umana e Medica, la prof.ssa Brunella Franco, a ribadire la necessità di integrare questo corso con gli argomenti trattati sia in Biologia Molecolare e Cellulare che in Biochimica Umana: “Gli studenti devono prima aver assimilato certi argomenti da questi corsi, ecco perché noi entriamo nel cuore della disciplina un pochino dopo. Al momento ci siamo soffermati, ad esempio, su Darwin per cominciare a dare un’impronta generale”. Il corso prevede anche dell’attività sia didattica interattiva che formativa professionalizzante. L’attività formativa professionalizzante è impostata, per lo più, con la discussione di una serie di casi clinici, mentre “con l’attività didattica interattiva si dividono gli studenti in gruppo e si propone loro un argomento che viene trattato sotto il profilo della Biologia Molecolare, della Biochimica e della Genetica Medica. I ragazzi devono produrre un elaborato, poi c’è la discussione. Quest’attività si farà il sabato. In settimana sono già impegnati con le lezioni e devono avere il tempo per studiare”. La prof.ssa Bruno è anche coordinatrice del II ciclo, ovvero del secondo semestre del primo anno: “La sospensione delle attività in presenza è prevista almeno fino al 28 marzo, poi si deciderà in base alle disposizioni e all’evolversi della situazione. Immagino che una parte degli studenti avrebbe preferito il rientro in aula, un’altra parte forse ritiene questa modalità più adatta alle proprie esigenze, come per il primo semestre”.
“È chiaro che bisogna pensare prima alla sicurezza degli studenti e delle loro famiglie” è la premessa del prof. Giovanni Di Minno, coordinatore del corso integrato di Basi della Medicina ed Etica II, ancora primo anno. “Con questo corso si vogliono dare agli studenti delle definizioni in campo medico, permettere loro di entrare subito anche nella terminologia del settore ed acquisire dei concetti di base. Si parte da argomenti più semplici per poi alzare il livello”. Al primo semestre gli studenti hanno affrontato Basi della Medicina ed Etica I “e mi sembra che abbiano recepito bene lo scopo di questo corso. Stiamo riflettendo anche sulla possibilità di organizzare dei seminari per approfondire determinati argomenti, ma è un qualcosa da pensare in prospettiva”. Poi prosegue: “Non mi sembra che l’umore degli studenti sia particolarmente cattivo. Bisogna comprendere che il rischio non è nelle aule, ma al di fuori, quando la lezione finisce”.
Sul secondo anno, la prof.ssa Stefania Montagnani è la coordinatrice del corso integrato di Anatomia Umana II: “Quando al primo semestre decidemmo il rientro in presenza, ricevemmo un sacco di richieste per mantenere le lezioni a distanza. Immagino che questo sia avvenuto per problemi pratici, di chi è fuori sede o di chi si muove con i mezzi di trasporto”. Per le lezioni, la docente impiega “dei Power Point con qualche piccola modifica rispetto a quelli per le lezioni in aula. Da casa, purtroppo, viene a mancare la possibilità, ad esempio, di avere accesso al tavolo anatomico, così come di poter interagire con i colleghi che ricordo, per me, era un momento importante”. Anatomia è considerato spesso come un esame difficile: “Al primo anno si studia Chimica, Fisica, Biologia, discipline su cui ci si concentra anche per il test. Anatomia è una materia nuova per cui è richiesta l’acquisizione di quella terminologia medica che poi si userà con il paziente”. Un consiglio dalla docente: “Provare, se possibile, a studiare con qualcuno, cercare l’interazione, magari con qualche collega che si conosce già. Consiglio anche di svolgere le prove intercorso che proponiamo, sono un buon modo per testare le proprie conoscenze”.
Carol Simeoli

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