“La triennale serve a poco”

“Le società occidentali non hanno biotecnologi a sufficienza per rispondere alle esigenze del mercato mentre la Cina già si prepara in questo senso. Vale a dire che nel prossimo futuro saremo invasi non solo dai prodotti cinesi ma anche dai cervelli provenienti dall’Oriente. A meno che non ci prepariamo per bene…”, è una delle considerazioni più rilevanti – secondo il Preside – che emerge dal rapporto pubblicato recentemente dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sulle previsioni di Bioeconomia da qui al 2030. “Tanto per dare un’idea di quanto in Italia il nostro campo di studi sia considerato marginale, basta dire che il nostro Paese non ha partecipato al gruppo di lavoro che ha elaborato il rapporto OCSE”, si lamenta il prof. Marino che è membro di una équipe del Comitato Nazionale delle Biosicurezze e Biotecnologie della Presidenza dei Ministri che opera per migliorare gli sbocchi professionali del biotecnologo. 
Il 90% dei triennalisti in Biotecnologie per la Salute, comunque, prosegue gli studi con la Specialistica, per esempio si iscrive a Biotecnologie Mediche, Biotecnologie del Farmaco o al Corso di Laurea interfacoltà in Nutrizione Umana. “E’ bene che i diplomati sappiano che molti di loro completeranno il proprio percorso di studi con un ulteriore biennio. La triennale serve a molto poco”, mette in guardia il prof. Castaldo. Dopo la Specialistica si può accedere alle Scuole di Specializzazione e sostenere l’esame di abilitazione alla professione del Biologo. “E’ uno degli Ordini più numerosi e più potenti d’Italia – ricorda il professore – Con tale titolo si ha ampio accesso al mondo del lavoro: alle industrie farmaceutiche, ai laboratori pubblici e privati, oltre che al mercato legato più strettamente al settore in cui ci si è specializzati”.
“I nostri laureati lavorano un po’ dappertutto. In Italia, ad esempio, ce ne sono alla Novartis di Torre Annunziata o di Siena, alla DSM di Capua, alla Kedrion di Lucca. Si tratta di aziende che si occupano di produzione e di ricerca – afferma il prof. Marzocchella – I nostri allievi hanno anche grande successo all’estero, soprattutto in Olanda, Austria, Inghilterra. Il numero dei dottorati svolti fuori dai confini sta diventando sempre più significativo”.
- Advertisement -




Articoli Correlati