La sede di via Claudio si sveglia di buon’ora. Per questo secondo semestre numerose le lezioni ad Ingegneria fissate in prima mattinata. Se, poi, le ore sono tante e mal distribuite, il bagaglio diventa più pesante. Sin dalle 8.00 del mattino, studenti assonnati affollano i corridoi della struttura in attesa dell’inizio dei corsi. Tra loro anche Maria Giovanna Laruto, al III anno di Ingegneria Gestionale della Logistica e della Produzione: “Seguo dal lunedì al giovedì per soli tre corsi (Analisi dei sistemi, Misure per la diagnostica, Economia e organizzazione aziendale II) con orari a dir poco indecenti. Ci sono giorni in cui ho dalle due alle tre ore di spacco, trascorse a girarmi i pollici, altri, come il martedì, dove devo raggiungere l’università per sole tre ore. Le lezioni degli esami a scelta, inoltre, si accavallano con gli orari dei corsi obbligatori. Abbiamo iniziato da una sola settimana, un paio di lezioni per corso. Per adesso le materie mi sembrano interessanti e i professori molto preparati e coinvolgenti”. Parere positivo a livello logistico: “Seguo nelle aule T1 e T3. La prima è stata da poco ristrutturata ed è una bella aula, la seconda è un po’ vecchiotta. Tutto sommato, la struttura non è male, anzi con i nuovi lavori in corso è stata migliorata. Pessimi, invece, i bagni”. Poi, la studentessa parla della sessione esame invernale: “Purtroppo, è venuto a mancare un professore e, quindi, per l’esame di Logistica ci sono state varie disorganizzazioni. Si tratta, comunque, di una disgrazia non dipesa dall’università. Per il resto, abbastanza bene, tolto un po’ di malcontento per gli appelli di marzo che alcun professori ben pensano di non concedere. Fortunatamente, con l’ampliamento della finestra d’esami per noi del III anno, la lacuna viene colmata”.
Lezioni ad ora di pranzo
Gli orari non rendono felice neanche Gianluigi, al III anno di Ingegneria Civile: “Seguo 5 giorni alla settimana con una media di 4 ore al giorno. Le ore in cui frequento i corsi, solitamente, sono quelle di pranzo (12.30-14.30) e, quindi, l’organizzazione non è delle migliori. Ovviamente, comprendo anche che questa distribuzione non è altro che una conseguenza della mancanza di aule e del numero eccessivo di studenti”. Un aspetto, questo, che influisce sull’apprendimento: “Provengo da Bacoli e, a causa anche della bassa qualità del sistema di trasporto, per arrivare all’università alle 12.30 bisogna partire da casa alle 10.30. Di conseguenza, non c’è né la possibilità di studiare la mattina né di studiare di pomeriggio, in quanto rientro a casa non prima delle 19.00”. Bene le materie, ma c’è bisogno di più tempo: “Frequento i corsi di Chimica, Architettura tecnica e Scienza delle Costruzioni. Quest’ultima, secondo me, prevede un carico di studi eccessivo. La materia, infatti, richiederebbe tempi di assimilazione un po’ più lunghi, ma, siccome il tempo a disposizione è scarso, diventa pesante e difficile da seguire. Purtroppo, il professore ha le mani legate dato che il programma è molto ampio. Fortunatamente, è sempre reperibile per ulteriori spiegazioni e chiarimenti”. Pro e contro: “La nota positiva è che seguo sempre a via Claudio, quella negativa è che le aule (seguo nelle aule I e T) non sono assolutamente moderne. Ci vorrebbe una bella ristrutturazione per ‘ringiovanire’ il tutto. Le aule, in particolar modo, non presentano un soffitto e, cosa inguardabile e antiestetica, le travi in cemento prefabbricato sono in bella mostra. Le panche di legno dove sedersi sono troppo vecchie, così il resto dell’ambiente circostante”.
“Dato che sono previsti 5 corsi (Chimica, Analisi 2, Architettura tecnica, Elementi di elettromagnetismo, Tecniche della rappresentazione, Tecnologia dei materiali da costruzione) – spiega Benedetta Sergio, studentessa del I anno di Ingegneria Civile – sono all’università tutti i giorni. In genere, inizio in prima mattinata e finisco nel pomeriggio. Il tutto poteva essere organizzato in modo migliore, ma, alla fine, questi orari non mi creano molti disagi”. A Benedetta piuttosto danno fastidio i rumori: “Le aule sono piuttosto adeguate ma, dal momento che sono in corso dei lavori, i rumori disturbano, e non poco, le lezioni”. Difficoltà, invece, durante il periodo esami: “Non ho superato alcun esame. Penso che i professori avrebbero dovuto fissare delle prove intercorso per prepararci a quello a cui andavamo incontro per la prima volta. Gli esami sono risultati più difficili delle cose fatte durante i corsi”.
Per Edoardo Guida, al II anno Ingegneria Gestionale della Logistica e Produzione, seguire tutti i corsi previsti è davvero pesante: “Frequento i corsi tutta la settimana, tranne il giovedì. Gli orari non sono dei migliori, visto che si arriva a seguire anche 8 ore al giorno. Il peso diventa insostenibile. I corsi sono quelli di Economia 1, Elettronica, Ricerca operativa, Meccanica applicata alle macchine. Tutti discretamente interessanti, forse qualcuno poco congruo al percorso di laurea che ho scelto. A livello di comprensione, comunque, per ora non ho incontrato difficoltà”. Se si parla di struttura, potrebbe andare meglio: “L’ambiente è un po’ tetro, poco illuminato. Seguo sempre nell’aula I3, un vantaggio se fosse decente. Il luogo è spartano, i banchi sono scomodissimi”. Il suo percorso è stato segnato da un cambiamento netto: “La sessione d’esami invernale è andata male. Fattore legato al recente passaggio da Ingegneria Meccanica ad Ingegneria Gestionale, a causa del quale non sono riuscito a seguire molti corsi del I semestre. Ho deciso di cambiare perché le mie ambizioni lavorative non erano gratificate. Vorrei diventare un broker finanziario. Fortunatamente, con il passaggio mi sono stati convalidati tutti gli esami sostenuti durante il vecchio percorso”.
La giornata di Katia, al I anno di Ingegneria Edile, inizia male a causa dei trasporti pubblici: “Questo mio secondo semestre prevede lezioni di Analisi matematica II, Fisica generale, Geologia applicata e Tecnologia dei materiali dal lunedì al venerdì, solo mercoledì di riposo. I corsi sono iniziati da pochissimo e, quindi, è difficile poter già esprimere un giudizio. Sicuramente svegliarsi il lunedì e il martedì così presto (le lezioni iniziano alle 8.30) e trovare il giusto grado di attenzione per seguire non è facile, soprattutto se la tua serenità è stata già turbata dall’odissea che molti di noi dobbiamo affrontare per raggiungere l’università. Provengo da Quarto e, si sa, la cumana è tutt’altro che efficiente”. Ad alleviare le fatiche del viaggio ci pensano i docenti: “Per quanto riguarda i professori, sembrano tutti molto gentili e disponibili, ma credo che ciò sia un po’ dovuto al fatto che hanno un occhio di riguardo per gli studenti appena arrivati”. Poi, passa agli esami: “Affrontare gli esami del I semestre non è stata una passeggiata. Credo non sia una novità il fatto che, quello universitario, è un mondo totalmente diverso dal liceo. Qui devi cavartela da solo e imparare a gestire il carico di studio. Alla fine, però, non posso lamentarmi per come è andata”.
“Dato che sono previsti 5 corsi (Chimica, Analisi 2, Architettura tecnica, Elementi di elettromagnetismo, Tecniche della rappresentazione, Tecnologia dei materiali da costruzione) – spiega Benedetta Sergio, studentessa del I anno di Ingegneria Civile – sono all’università tutti i giorni. In genere, inizio in prima mattinata e finisco nel pomeriggio. Il tutto poteva essere organizzato in modo migliore, ma, alla fine, questi orari non mi creano molti disagi”. A Benedetta piuttosto danno fastidio i rumori: “Le aule sono piuttosto adeguate ma, dal momento che sono in corso dei lavori, i rumori disturbano, e non poco, le lezioni”. Difficoltà, invece, durante il periodo esami: “Non ho superato alcun esame. Penso che i professori avrebbero dovuto fissare delle prove intercorso per prepararci a quello a cui andavamo incontro per la prima volta. Gli esami sono risultati più difficili delle cose fatte durante i corsi”.
Per Edoardo Guida, al II anno Ingegneria Gestionale della Logistica e Produzione, seguire tutti i corsi previsti è davvero pesante: “Frequento i corsi tutta la settimana, tranne il giovedì. Gli orari non sono dei migliori, visto che si arriva a seguire anche 8 ore al giorno. Il peso diventa insostenibile. I corsi sono quelli di Economia 1, Elettronica, Ricerca operativa, Meccanica applicata alle macchine. Tutti discretamente interessanti, forse qualcuno poco congruo al percorso di laurea che ho scelto. A livello di comprensione, comunque, per ora non ho incontrato difficoltà”. Se si parla di struttura, potrebbe andare meglio: “L’ambiente è un po’ tetro, poco illuminato. Seguo sempre nell’aula I3, un vantaggio se fosse decente. Il luogo è spartano, i banchi sono scomodissimi”. Il suo percorso è stato segnato da un cambiamento netto: “La sessione d’esami invernale è andata male. Fattore legato al recente passaggio da Ingegneria Meccanica ad Ingegneria Gestionale, a causa del quale non sono riuscito a seguire molti corsi del I semestre. Ho deciso di cambiare perché le mie ambizioni lavorative non erano gratificate. Vorrei diventare un broker finanziario. Fortunatamente, con il passaggio mi sono stati convalidati tutti gli esami sostenuti durante il vecchio percorso”.
La giornata di Katia, al I anno di Ingegneria Edile, inizia male a causa dei trasporti pubblici: “Questo mio secondo semestre prevede lezioni di Analisi matematica II, Fisica generale, Geologia applicata e Tecnologia dei materiali dal lunedì al venerdì, solo mercoledì di riposo. I corsi sono iniziati da pochissimo e, quindi, è difficile poter già esprimere un giudizio. Sicuramente svegliarsi il lunedì e il martedì così presto (le lezioni iniziano alle 8.30) e trovare il giusto grado di attenzione per seguire non è facile, soprattutto se la tua serenità è stata già turbata dall’odissea che molti di noi dobbiamo affrontare per raggiungere l’università. Provengo da Quarto e, si sa, la cumana è tutt’altro che efficiente”. Ad alleviare le fatiche del viaggio ci pensano i docenti: “Per quanto riguarda i professori, sembrano tutti molto gentili e disponibili, ma credo che ciò sia un po’ dovuto al fatto che hanno un occhio di riguardo per gli studenti appena arrivati”. Poi, passa agli esami: “Affrontare gli esami del I semestre non è stata una passeggiata. Credo non sia una novità il fatto che, quello universitario, è un mondo totalmente diverso dal liceo. Qui devi cavartela da solo e imparare a gestire il carico di studio. Alla fine, però, non posso lamentarmi per come è andata”.
Pause troppo lunghe tra i corsi
Marco, studente del I anno di Ingegneria Elettrica, appare molto determinato: “oltre agli impegni universitari ne ha anche di sportivi. Allo sport non rinuncio. Far coincidere tutti gli impegni non è facile, soprattutto se ci si ritrova dinanzi ad orari completamente sballati. Seguo tre volte alla settimana, dalle 6 alle 7 ore al giorno e talvolta con pause tra un corso e un altro anche di 2 ore. Alla fine, però, proprio lo sport mi ha insegnato ad avere costanza e a non mollare. Come ho superato il I semestre, così riuscirò anche nel secondo”. La struttura è da migliorare: “Le aule di via Claudio di certo non possono paragonarsi a quelle calde ed accoglienti del liceo. La struttura cade un po’ a pezzi, ma andiamo avanti. La situazione, poi, in questo periodo è aggravata dal continuo rumore dei lavori in corso che iniziano a farci compagnia dalle prime ore del mattino”.
Giuseppe, al II anno di Ingegneria Civile, vuole rimediare agli errori del passato: “Stendiamo un velo pietoso sulla prima sessione esami. Non sono riuscito ad organizzarmi a dovere e, ad esser sincero, non ho dedicato il tempo necessario allo studio. Ora, riprendo questo semestre con un’altra testa. Seguirò tutti i corsi e, anche se un’impresa quasi impossibile, cercherò di recuperare qualche esame arretrato. Gli orari sono terribili, dato che seguo quattro volte alla settimana dalle 4 alle 6 ore al giorno e quasi sempre con spacchi di due ore. Tornare a casa e rimettersi a studiare? Non se ne parla, se non nel week-end”. Anche Giuseppe si lamenta dei lavori in corso: “L’ambiente non è molto accogliente, siamo circondati da soffitti senza controsoffittatura, sedie scomode e banchetti (quando ci sono) sicuramente non adeguati. Il tutto accompagnato dalla dolce melodia di trapani e martelli che ci perseguitano di continuo”.
Giuseppe, al II anno di Ingegneria Civile, vuole rimediare agli errori del passato: “Stendiamo un velo pietoso sulla prima sessione esami. Non sono riuscito ad organizzarmi a dovere e, ad esser sincero, non ho dedicato il tempo necessario allo studio. Ora, riprendo questo semestre con un’altra testa. Seguirò tutti i corsi e, anche se un’impresa quasi impossibile, cercherò di recuperare qualche esame arretrato. Gli orari sono terribili, dato che seguo quattro volte alla settimana dalle 4 alle 6 ore al giorno e quasi sempre con spacchi di due ore. Tornare a casa e rimettersi a studiare? Non se ne parla, se non nel week-end”. Anche Giuseppe si lamenta dei lavori in corso: “L’ambiente non è molto accogliente, siamo circondati da soffitti senza controsoffittatura, sedie scomode e banchetti (quando ci sono) sicuramente non adeguati. Il tutto accompagnato dalla dolce melodia di trapani e martelli che ci perseguitano di continuo”.
Lo stress da pendolare
Per Rosanna, al II anno di Ingegneria Aerospaziale, ci vorrebbe più tempo: “L’orario dei corsi riesco a gestirlo piuttosto bene. Vorrei solo riuscire a ritagliare un po’ di tempo da dedicare allo studio degli appunti presi durante la giornata. Purtroppo, rientrare a casa in tempo utile e con un minimo di energia è più unico che raro. Al termine di ogni giornata universitaria, inizia il viaggio della speranza. Abito a Marano e per intravederla al pomeriggio impiego circa 2 ore tra pullman e metropolitana. Non è un aspetto da trascurare perché incide enormemente sul mio grado di stress. Spero di poter al più presto acquistare un’auto”. Un viaggio che vale la pena compiere: “Fortunatamente amo questo Corso di Laurea e le lezioni di questo semestre. Seguirle non mi pesa. I professori, poi, sono sempre disponibili ad ascoltare e a dare ulteriori spiegazioni”.
“Per me – confessa Miriam, studentessa al III anno di Ingegneria dell’Automazione – non è facile. Provengo da un liceo linguistico e non avere le basi per affrontare questo percorso mi complica sicuramente la vita. Ho capito di voler fare l’ingegnere troppo tardi altrimenti al liceo avrei studiato altro. Comunque, volere è potere e sto riuscendo pian piano ad avvicinarmi ai miei obiettivi. Devo dire che in questi anni ho avuto il sostegno non solo della mia famiglia, ma anche dei professori. Ad ogni mio dubbio o incomprensione bastava recarsi a ricevimento per avere tutti i chiarimenti necessari. Se non capivo, erano pronti a rispiegarmelo. Prezioso anche l’aiuto dei miei compagni. Nonostante all’università l’ambiente sia molto più dispersivo, sono riuscita a stringere alcune solide amicizie. Confrontarsi per telefono o studiare in compagnia è come dividersi la fatica e rende tutto più leggero. Ora che sono al III anno, sono entrata nel meccanismo e mi sento più forte. Agli orari, a volte ingestibili, sono abituata. È inutile lamentarsi. Bisogna adeguarsi in virtù dei traguardi che si vuole raggiungere”.
Fabiana Carcatella
“Per me – confessa Miriam, studentessa al III anno di Ingegneria dell’Automazione – non è facile. Provengo da un liceo linguistico e non avere le basi per affrontare questo percorso mi complica sicuramente la vita. Ho capito di voler fare l’ingegnere troppo tardi altrimenti al liceo avrei studiato altro. Comunque, volere è potere e sto riuscendo pian piano ad avvicinarmi ai miei obiettivi. Devo dire che in questi anni ho avuto il sostegno non solo della mia famiglia, ma anche dei professori. Ad ogni mio dubbio o incomprensione bastava recarsi a ricevimento per avere tutti i chiarimenti necessari. Se non capivo, erano pronti a rispiegarmelo. Prezioso anche l’aiuto dei miei compagni. Nonostante all’università l’ambiente sia molto più dispersivo, sono riuscita a stringere alcune solide amicizie. Confrontarsi per telefono o studiare in compagnia è come dividersi la fatica e rende tutto più leggero. Ora che sono al III anno, sono entrata nel meccanismo e mi sento più forte. Agli orari, a volte ingestibili, sono abituata. È inutile lamentarsi. Bisogna adeguarsi in virtù dei traguardi che si vuole raggiungere”.
Fabiana Carcatella