Visita guidata alla nuova sede in costruzione a San Giovanni

Un primo sguardo di gruppo a quella che diventerà la nuova sede della Federico II per Ingegneria il 17 marzo. L’idea è partita dal prof. Antonio Formisano che, in collaborazione con l’Associazione Apotema-Università, ha organizzato, nell’ambito del corso di Tecnica delle Costruzioni, una visita al complesso universitario in costruzione, Area ex Cirio. Infatti, nella zona dismessa di San Giovanni a Teduccio si prevede l’insediamento di una nuova sede federiciana, visitata da due gruppi di una quarantina di studenti. Qui sono in costruzione: aule, laboratori, biblioteche, studi dipartimentali, centro congressi e un parco pubblico. L’opera costituisce un vanto dell’ingegneria, in quanto rappresenta un esempio di riqualificazione e innovazione del tessuto urbano, attraverso una costruzione utile, moderna e ben integrata. “L’appalto è partito nel 2003, sarà concluso nel 2018. I costi per la realizzazione complessiva dell’opera ammontano a 160 milioni di euro, siamo arrivati ad un terzo per ora. Ne verranno fuori 200mila metri cubi di superficie costruita, qualcosa di imponente dunque”, spiega il Direttore di Produzione Giovanni Sacchettino, che illustra agli studenti del terzo anno di Ingegneria Edile le opere in piena fase di realizzazione: l’armatura di travi e pilastri in cemento armato, i sistemi costruttivi prefabbricati e gli accorgimenti tecnici attuati per consentire l’interazione degli impianti con il sistema di rilevamento e automazione che governerà l’intero complesso. “Qui fioriranno sette blocchi di aule per attività didattiche e tre di Laboratori sui materiali leggeri e pesanti, più un centro congressi e un parcheggio”, mostra il prof. Formisano. L’idea di organizzare la visita guidata è legata al suo corso: “la prima parte è destinata allo studio delle strutture in cemento armato, la teoria deve essere affiancata alla pratica, al contatto tangibile, per cui l’Associazione Apotema, che da sempre ci supporta e promuove, ha preso contatto con i tecnici del cantiere per permetterci di visionare l’opera”. La visita si è concentrata sulle zone: Parcheggio, L1, L2, L3, ovvero i tre blocchi di Laboratori, senza dimenticare la facciata: “che è ventilata. La parte superiore di questa continua in alluminio con vetri termici. Dall’ingresso principale in via Nuova Villa si accede al garage che avrà altri due ingressi: via Protopisani e via Signorini. Ci sono stati interventi sulla pavimentazione, dopo i rilevamenti dei collaudatori in corso d’opera, sulla pendenza. Una pendenza eccessiva diventa infatti pericolosa”, sottolinea Sacchettino. 
 
Una giovane laureata assunta dopo il tirocinio
 
Il Direttore passa la parola a Elena Rubinacci, per spiegare la tecnica del nodo in umido. La dottoressa si è laureata nel 2012 in Ingegneria Edile-Architettura, ed oggi lavora nel cantiere: “il nodo è la parte che unisce trave e pilastro, si realizza in umido quando il calcestruzzo viene posato in opera al momento”. Elena ha solo 28 anni ed ha seguito un tirocinio convenzionato con l’Università presso il cantiere, dopo la laurea a pieni voti: “il tirocinio è durato sei mesi, dopodiché mi hanno assunta presso l’Impresa Consortile ATI. Mi occupo di varie mansioni, tra le quali la progettazione. Il fatto che il tirocinio fosse gratuito incentivava maggiormente le stesse aziende a prendere tirocinanti, ora che è obbligatorio il rimborso spese, le aziende sono più restie a concedere stage”. Oltre all’impresa ATI, che si occupa del primo lotto, c’è il gruppo PCM: “ci occupiamo di controllo per l’Università. È un secondo lotto andato in gara da poco, una volta vinto l’appalto, ci vorranno altri cinque anni, per una fase B, che dunque non si concluderà nel 2018”, chiarisce il Geometra Francesco Terrazzano. Il Presidente di Apotema-Università Emilio Rodontini si sofferma sulla necessità della visita: “lo scopo della nostra Associazione, ovvero la prima ragione per cui vi sono entrato è dare l’opportunità agli studenti di sporcarsi le scarpe, in modo che sappiano cosa li aspetta. La cosa interessante di questa sede è che una centrale Oleodinamica nei pressi alimenta tutti gli impianti idraulici presenti (per idraulici si intende delle macchine che vanno ad olio)”.
Allegra Taglialatela
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