“Studiate per voi ma anche per il Paese”

Grande partecipazione agli Incontri Introduttivi allo studio del Diritto. Più di duemila studenti hanno affollato la Facoltà di Giurisprudenza per prendere parte ad una manifestazione che ha acceso i riflettori sul giurista e le sfide del ventunesimo secolo. In cinque giorni di incontri, tre aule video collegate all’aula Coviello, tanti gli ospiti illustri intervenuti – molti laureati alla Federico II. “Questi primi momenti d’incontro e d’accoglienza – ha detto il Preside Lucio De Giovanni, il 27 settembre, nel dare il benvenuto in Facoltà alle matricole – sono per tutti voi studenti una sorta di orientamento, per porvi di fronte alla nuova realtà che vi apprestate a vivere. I relatori presenti testimoniano la passione e l’impegno che si deve avere nello studiare il diritto, un mondo in continua evoluzione che ha processi di trasformazione particolarmente accelerati. Per questo abbiamo deciso di articolare il diritto in grandi aree tematiche”. La prima volta che si entra in Facoltà “si ha la sensazione che una nuova storia stia per cominciare. Nella vostra vita universitaria ci saranno momenti belli, gratificanti, ed altri difficili. Le difficoltà si superano avendo grandi ideali da portare avanti. In questi anni studiate per voi, ma studiate anche per il Paese, visto che sarete la futura classe dirigente e sarà vostro il potere di cambiare le cose”, ha aggiunto visibilmente emozionato il Preside. Relatore d’eccellenza per il tema “Il giurista, la legge e il diritto”, il Presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. “La Federico II è da sempre la mia università. Mi sono iscritto nel 1951 e ancora ricordo il mio primo esame: Istituzioni di diritto romano. All’epoca non era ancora nata la Corte costituzionale e ci avevano insegnato che il diritto era emanazione dello Stato. Laureato nel 1955, scelsi il concorso in magistratura per poter essere indipendente. In quegli anni era tutto molto più facile”, racconta il Presidente. Cosa vuol dire essere un giurista? “E’ difficile dare una spiegazione, la grande area tematica del giurista non è facilmente inquadrabile. Leggere ed interpretare le norme, ad esempio, è un lavoro che il giurista non finisce mai: la certezza del diritto non verrà mai conquistata per il continuo evolversi del mondo circostante. Aspirare a diventare giurista oggi è un po’ difficile, è necessaria una costante riflessione sul metodo di studio perché il diritto mal si adatta ai continui cambiamenti. Iscriversi a Giurisprudenza è una scelta sicuramente entusiasmante ma anche estremamente impegnativa”. Testimonianza supportata dal Presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Buonajuto.  “Il giurista non deve essere un semplice tecnico della legge – afferma – ma un soggetto consapevole, perché il diritto è in continuo divenire e la giustizia diviene una necessità per chi si affaccia al mondo giuridico. Il diritto affolla le aule di giustizia, sta al giurista delinearne la traiettoria”. Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, racconta: “negli anni 70, quando ero Sostituto Procuratore a Palermo, ancora non si sapeva bene cosa fosse la mafia e si andava avanti per scoprire le possibili reti in cui fosse imbrigliata l’organizzazione. A distanza di anni abbiamo scoperto quasi tutto, essere mafiosi vuol dire entrare a far parte di un sistema, una sorta di ‘clientelismo’ in cui si fanno favori reciproci per ingrandire la ‘famiglia’. Oggi più che mai c’è bisogno di giuristi per indicare quale sia la strada da scegliere”. L’intervento cattura l’intera platea. “Abbiamo bisogno di nuove leve che abbiano ideali solidi per il bene della collettività. Inoltre, ci sono poche risorse umane e materiali per far fronte ad un nemico così forte. I mafiosi, in fin dei conti, non hanno paura del carcere, hanno paura di perdere i loro affari loschi e quindi il denaro, la ricchezza. Per questo sono per un’antimafia concreta che sappia quali siano gli ambiti su cui lavorare. Chi si appresta a scegliere Giurisprudenza deve essere pratico, esplorare le diverse sezioni del diritto in senso critico. Al contempo, bisogna continuare a credere nelle proprie idee, solo così i sogni futuri di una completa legalità possono realizzarsi”. Sul “giurista e le criticità delle Istituzioni Comunitarie” ha discusso il Giudice della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro. “Sono contento di essere tornato in Facoltà, il rapporto con gli studenti è fondamentale. Come prima cosa sento di consigliare l’esperienza Erasmus, per poter parlare d’Europa occorre conoscere l’argomento, e il programma di studi che si fa all’estero permette di vivere una realtà diversa e di entrare a far parte per la prima volta nella cultura comunitaria. D’altronde entrare nella famiglia dei giuristi vuol dire proprio partecipare all’inserimento di questi ultimi all’interno della Comunità Europea, istituzione che va mantenuta e curata”. Gli studi giuridici quindi “devono esortare all’incontro tra le diverse realtà – continua il Giudice Tesauro – come stimolo intellettuale che va al di là della disciplina giuridica. Vi deve essere un ampliamento delle relazioni fra Università e Comunità Europea per abituare i futuri giuristi al pensiero sovranazionale. La stessa Costituzione all’articolo 10 ricorda che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. In questo clima, dove la nostra legge può essere messa in discussione, occorre dare alle nuove generazioni la facoltà di poter intermediare fra questi due aspetti del diritto”. Ha chiuso la manifestazione, il 1° ottobre, l’incontro “Benvenuti in Facoltà”. Le matricole hanno avuto l’opportunità di conoscere i docenti del primo anno, il Presidente della Commissione Didattica Giovanni Leone e il prof. Francesco Santoni, responsabile del Centro d’Orientamento. “I miei collaboratori attendono le matricole al primo piano di Porta di Massa per rispondere a qualsiasi dubbio, anche quello che sembra più banale. Interagire fin da subito con le strutture universitarie è un buon modo per non rimanere indietro. Lo sprint iniziale è quello che influenza l’intera carriera universitaria, per questo – ha detto il prof. Santoni – vi dico che dovete essere pronti a farvi spazio”. 
Susy Lubrano
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