33 studenti campani al Palazzo di Vetro di New York

33 studenti, provenienti da diversi Atenei campani (23 dalla Federico II; 8 dall’Università di Salerno; 2 dall’Università del Sannio), sono partiti alla volta di New York. Pronti a rivestire, dal 22 al 30 marzo, i panni dei delegati di alcune nazioni nella sede dell’ONU. Gli studenti ricalcheranno il lavoro e il funzionamento dell’organo. Poche regole: esprimersi attraverso l’uso del British english ed affilare le armi per prepararsi al confronto, su temi come i diritti umani, con oltre cinquemila coetanei provenienti da tutti i Paesi del mondo. “Il progetto da quest’anno è patrocinato dalle diverse Università – spiega Federica Ronsini, Presidente dell’Associazione Giovani Campani nel Mondo, gruppo che riunisce e prepara i ragazzi nell’affrontare l’esperienza – Le difficoltà maggiori che abbiamo riscontrato sono state inerenti all’uso della lingua inglese e alla logistica. Non è stato facile coordinare il lavoro dei diversi Atenei svolgendo i corsi preparatori contemporaneamente, affinché la delegazione avesse lo stesso punto di partenza”. Il corso di preparazione è durato all’incirca sei mesi, i partecipanti hanno dovuto cimentarsi con norme di diritto internazionale e non. “All’inizio gli studenti che arrivavano alle lezioni – racconta il prof. Fulvio Maria Palombino, docente di Diritto del Commercio Internazionale alla Federico II – avevano un’idea sbagliata del percorso da intraprendere. Pensavano ad una sorta di vacanza, senza considerare che lo sforzo richiesto è davvero pesante. Quindi, in primis abbiamo dovuto ‘educarli’. Lì a New York la competizione è forte, è una gara e tutti vogliono vincere”. Secondo step: “Affrontare temi di diritto internazionale, ricercando i pareri e le sentenze in inglese. È stata dura, alcuni hanno dovuto rinunciare perché il livello di conoscenza della lingua straniera era troppo basso. Per fortuna abbiamo avuto la figura di un tutor che ci ha insegnato a pronunciare correttamente le orazioni. Sono alla mia prima esperienza e sono soddisfatto del lavoro svolto dai ragazzi in questi mesi”. Le basi sono state acquisite. “Faremo del nostro meglio e proveremo a vincere. La nostra preparazione giuridica – conclude il docente – è adeguata. Varchiamo il Palazzo di Vetro, con spirito battagliero”. 
Prima di partire per la Grande Mela, gli studenti si sono dati appuntamento, venerdì 15 marzo, nella Sala Valenzi del Maschio Angioino, per dar vita ad una vera e propria simulazione. Le squadre che rappresenteranno i diritti di Costa d’Avorio, San Kitts e Nevis (Antille), ed India si sono sfidati a colpi di petizioni e mozioni. “Essere qui è un’emozione grandissima, figuriamoci alla sede dell’Onu – dice Giovanni De Blasio, 20 anni, studente di Giurisprudenza all’Università del Sannio – Sono emozionato e spaventato al tempo stesso, dovrò parlare in inglese. Seppur lo conosca discretamente, ho paura di far brutta figura durante l’esposizione”. Difficoltà condivisa da Alfonso Fontana, 21 anni, studente di Giurisprudenza Federico II. “Potermi confrontare con persone provenienti da diverse parti del mondo – afferma – è una cosa che mi affascina e mi terrorizza allo stesso tempo. A New York tutti parleranno perfettamente in inglese, io ho partecipato soprattutto per migliorare la conoscenza della lingua. Però mi sento preparato, questi mesi di lezione sono stati molto duri, richiedevano una certa assiduità e un impegno serio. Dal canto mio ce la metterò tutta per farmi valere”. “Saremo al Palazzo di Vetro in una veste internazionalistica completamente nuova – commenta Eliana Diana, 21 anni, studentessa di Giurisprudenza Federico II – Già questo mette addosso una carica incredibile. Sarà un’esperienza che aiuterà a metterci in gioco, a confrontarci con persone diverse, ampliando gli orizzonti culturali e lavorativi. In futuro, costituirà un tassello in più nel nostro curriculum. Quindi, ben venga”. È il più giovane del gruppo. Si chiama Achille Reccia, ha 18 anni ed è studente di Giurisprudenza Federico II. “Sono arrivato all’Università quando le lezioni erano già iniziate – racconta – Ero iscritto a Farmacia, poi mi sono reso conto che non faceva per me”. Quindi il passaggio a Giurisprudenza e l’iscrizione alla simulazione Onu: “Le difficoltà maggiori le ho incontrate nello studio del diritto, non avendo ancora sostenuto esami. Lo studio del diritto internazionale in inglese è stato durissimo. Per fortuna il gruppo mi ha aiutato e quest’esperienza rappresenta quell’input in più che cercavo nel percorso di studi”. Antonia Goffredi e Alessia Grazioso sono studentesse di Lingue straniere all’Università di Salerno. “Siamo le uniche due a non frequentare Giurisprudenza – spiegano – Le nostre difficoltà sono state maggiori”. Antonia, 27enne, iscritta all’ultimo anno, afferma: “La carriera in ambito internazionale mi ha da sempre affascinato… ma quante difficoltà nello studiare il diritto dei Paesi che rappresentiamo! Per fortuna, c’è la passione. Poi mi piace conoscere il mio Paese attraverso l’esplorazione dell’altro”. È, invece, al secondo anno di Lingue straniere la Grazioso. “Potermi occupare di diritti umani è l’aspetto che più m’interessa – commenta la studentessa – Andare a New York mi consentirà di avere una visione d’insieme di ciò che succede nel mondo. Potrò toccare con mano il lavoro dell’Assemblea delle Nazioni più importante. Di certo non nego le difficoltà affrontate. Studiare l’inglese giuridico, nonostante una buona conoscenza della lingua, è tutta un’altra storia. Abbiamo dovuto fare un lavoro doppio, studiando norme su norme, ma di sicuro ne è valsa la pena”. È di Salerno anche Benedetta De Luca, 25 anni, iscritta a Giurisprudenza: “La carriera diplomatica mi ha sempre affascinato e grazie alla simulazione potrò farmi un’idea di come funziona il tutto. Purtroppo io e l’inglese non andiamo molto d’accordo, ma non mi demoralizzo facilmente. Sono sicura che in seno all’Assemblea, quando verrà il mio momento, saprò essere all’altezza”. “Ormai dobbiamo solo prendere l’aereo – commenta Donato Scarano, 20 anni, studente di Giurisprudenza Federico II – La simulazione di oggi ha dimostrato che abbiamo un’ottima preparazione. L’unica cosa che mi fa paura è il confronto con le Università americane, britanniche, australiane, canadesi, tutte con una competenza linguistica superiore. Ma non dobbiamo scoraggiarci, in questi mesi abbiamo fatto tanti sacrifici, è venuto il momento di farci valere”. In bocca al lupo, che vinca il migliore. 
Susy Lubrano
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