Sequestrati dai pirati un professore universitario e la sua assistente

Dopo il successo di ‘La Valigia sul letto’, Eduardo Tartaglia e Veronica Mazza tornano sul grande schermo con ‘Sono un pirata, sono un signore’, un film low budget, distribuito da AI Entertainment, in uscita nelle sale il 18 aprile. L’autore partenopeo racconta un’avventura, che ci riporta a fatti recentemente accaduti: quattro italiani in viaggio sequestrati da pirati. Veronica Mazza, Francesco Pannofino e Giorgia Surina, insieme a Tartaglia che ne è anche il regista, ne sono i protagonisti principali. Si trovano al largo delle coste africane ognuno per motivi diversi: un professore universitario e la sua assistente, impegnati in un progetto di ricerca in Biologia marina presso l’Università di Milano; un marittimo napoletano imbarcato su una nave mercantile; una parrucchiera napoletana, assunta per curare il look di una nobildonna in vacanza. Casualmente riuniti su una stessa barca, vengono improvvisamente sequestrati da un gruppo di pirati, diventando i protagonisti di una vicenda di rilevanza internazionale. “Ho tratto spunto dagli agghiaccianti casi di rapimenti di marittimi, il più delle volte campani, in navigazione sulle coste dell’Africa. Ovviamente, è tutto riletto in maniera divertente e alla fine diventa un’avventura di cuore”, spiega Tartaglia, che, per il titolo del film, invece, si è ispirato all’omonima canzone di Julio Iglesias, “un po’ per buon augurio dopo ‘La valigia sul letto’, un po’ per la storia stessa”. I quattro malcapitati formano un gruppo molto eterogeneo per provenienza culturale: “sono persone molto distanti che non hanno nulla in comune. Nella vita normale, riuscirebbero a condividere davvero poco ma sono obbligati dalle circostanze a solidarizzare. La nostra speranza è quella di essere riusciti a fare un altro film, diverso dai precedenti, che sappia coniugare divertimento ed emozioni pure, e con personaggi di una grande umanità”. 
Regista e attore, Tartaglia aveva intrapreso tutta un’altra strada. “Mi sono laureato in Giurisprudenza alla Federico II nell’87, con una tesi in Plagio nel diritto romano – racconta – Ero uno studente nella media, al contrario dei miei amici che erano dei mostri!”. La passione per il teatro, però, ha avuto la meglio: “anche se lo studio mi è servito tanto – aggiunge – anzi riaffiora ancora nei miei testi teatrali. Ultimamente, in riferimento alla commedia teatrale ‘Questo bimbo a chi lo do’, il critico Enrico Fiore mi diceva che, dai testi, si evince la mia preparazione in Diritto. Come oggi, neanche ai miei tempi la laurea garantiva nulla, ho fatto la mia scelta professionale liberamente. Non sono un figlio d’arte e ciò mi ha dato un senso di grande libertà nell’affrontare le difficoltà che sono poi venute”. 
Il film è ambientato in Africa, ma è girato a Cuba. “A Cuba, ci sono paesaggi estremi che ricordano molto l’Africa e, poi, ci hanno sconsigliato di girare in Africa per la presenza di bande armate”, spiega Veronica Mazza, che nel film interpreta Stefania, la parrucchiera. “Abbiamo girato molte scene in luoghi impervi, foreste, dove in tanti hanno avuto problemi di allergie, e, per la prima volta nella mia vita, ho visto un formicaio”. Diverse le problematiche connesse anche ai permessi necessari per girare e ai rapporti diplomatici. “Prima di tutto, c’è un ufficio ministeriale per il cinema che si occupa dell’approvazione delle sceneggiature, e impone che metà della troupe sia di nazionalità cubana”. Anche molti attori sono cubani, ma “non sono potuti rientrare nelle scene che prevedevano partenze in mare, non potevano mettere piede sulle barche per rischio di allontanamento. Ci siamo rapportati spesso con l’ambasciatore di Cuba, Carmine Robustelli, il quale si è sempre mostrato molto disponibile”. Insomma, per Veronica, è stato un film “tramite il quale ho rivisto tutti quegli argomenti che, studiati all’Università, mi sembravano strani”. Laureata in Scienze Politiche a L’Orientale, nel ’95, col massimo dei voti e la lode, afferma: “Se potessi ritornare indietro, approfondirei molto le lingue, perché oggi sono una conoscenza utilissima. Per il resto, devo dire che il periodo universitario è stato molto bello, ho preparato una tesi in Dottrine politiche con il prof. Roberto Esposito e mi sono laureata nella Cappella Pappacoda. A L’Orientale, c’era un bel clima, a dimensione umana”. Subito dopo, ha cominciato a scrivere per Il Mattino, sede di Nola, ma, “dopo il corso di formazione svolto presso l’Accademia del Bellini di Napoli, ho intrapreso la strada artistica, entrando nella compagnia di Mario Scarpetta, e mi sono dedicata completamente al teatro”.
Maddalena Esposito
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