Lezioni fortemente improntate ad una didattica interattiva e centrata sulle best practice, un’aula intesa come comunità di apprendimento, studenti che diventano lavoratori della conoscenza, tanta pratica e incontri con esperti esterni: sono questi gli ingredienti che caratterizzano il corso semestrale Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane tenuto dal prof. Luigi Maria Sicca alla Magistrale in Economia Aziendale. “Perché diciamo risorsa umana e non semplicemente persona? Ogni individuo è l’oggetto di un investimento e su di esso c’è un’aspettativa di ritorno. Su uno studente investe la sua famiglia, l’università stessa, investiamo anche noi docenti affinché possa imparare cosa vuol dire essere un knowledge worker, un lavoratore della conoscenza. Essere un knowledge worker significa portare un contributo di conoscenze e trasformarle in competenze organizzative”, spiega il prof. Sicca le cui le lezioni si configurano come un ponte diretto tra l’università e il mondo del lavoro. “Dopo la laurea lo studente deve confrontarsi con un mercato del lavoro estremamente flessibile e non saprà subito dove collocarsi. Magari vorrà svolgere un certo tipo di professione e all’inizio sarà costretto ad occuparsi di altro. L’apprendimento delle best practice, quelle pratiche virtuose che possono essere contestualizzate e riproposte concretamente in contesti molto vari, consentirà al giovane laureato di aggredire il mercato del lavoro con successo. Per gli studenti sarà un valore aggiunto capire, già durante gli anni universitari, come funzionano queste categorie pratiche e come possono essere riadattate a seconda di come si muove la competizione”. Le lezioni si tengono il lunedì, martedì e giovedì dal 5 novembre e si arricchiranno con il contributo di esperti che operano nel settore delle risorse umane. “Avremo in aula rappresentanti di grandi aziende, multinazionali, medie imprese manifatturiere, società di consulenza per offrire agli studenti un panorama più ampio possibile sul futuro. Valuterò di volta in volta, insieme ai ragazzi, quali esperienze portare in aula. Sicuramente saranno con noi i responsabili delle risorse umane della ex Finmeccanica. Spiegheranno agli studenti come avviene il processo di selezione e di reclutamento e si parlerà di ingresso nel mondo del lavoro, gestione dei conflitti, comportamenti organizzati e soft skills”, anticipa il prof. Sicca. Come saranno impostate, dunque, le lezioni? “Il lavoro in aula è fondamentale. Il corso si basa proprio sul concepire questo spazio come un luogo di apprendimento. L’aula non è un’azienda, ma entrambe sono comunità di apprendimento. La classe diventa un laboratorio in cui ciò che accade al suo interno simula quello che accadrà fuori. Con gli studenti faremo anche attività pratiche di laboratorio in sottogruppi. Il gruppo stesso diventerà oggetto di studio e gli studenti saranno portati a riflettere su se stessi. Faranno esperienza insieme al docente e agli esperti esterni di cosa vuol dire essere un oggetto di investimento e come diventare knowledge worker. Il lavoratore della conoscenza deve saper acquisire quelle pratiche che vive in aula per poi portarle fuori dalle mura rassicuranti”. La vera cifra di apprendimento diventa, quindi, proprio lo stare insieme e i concetti teorici devono passare dalla carta stampata alla persona fisica degli studenti. “In questo senso l’esame diventa la simulazione di un colloquio di lavoro, un’occasione, per lo studente, di capire quale sia il modo migliore per porsi nei confronti di un’azienda e come far fruttare le proprie competenze”, afferma il prof. Sicca. Gli studenti “devono porre domande, devono anche sbagliare, questa è la cifra di scarto tra chi metabolizza e interiorizza i contenuti e chi non lo fa. Il primo giorno di lezione stringo con i ragazzi un patto da qui a quaranta, cinquant’anni. Se il nucleo di queste lezioni sarà ancora nelle loro teste, allora la sfida didattica sarà stata vinta”, conclude il professore.
Carol Simeoli
Carol Simeoli