A Chimica si cambia: Ofa alla Triennale e nuovi indirizzi alla Magistrale

“Dal prossimo anno accademico, il Corso di Laurea Triennale in Chimica subirà un cambiamento. Fermo restando il contingente di 150 unità (il numero programmato di nuove immatricolazioni), per i neoiscritti saranno introdotti gli OFA (Obblighi Formativi Aggiuntivi), così come richiesto dal CUN (Consiglio Universitario Nazionale). Vi sarà, quindi, un punteggio minimo come nuovo requisito per poter accedere”, spiega la prof.ssa Maria Rosaria Iesce, Coordinatrice del Corso di Laurea. La soglia minima da dover raggiungere è il 40%, vale a dire che occorre superare il 40% delle prove previste nel test d’ingresso. “Chi non riuscirà ad arrivare a questo punteggio – continua la docente – potrà comunque iscriversi se rientra nelle 150 unità, tuttavia ha un obbligo: dover sostenere Matematica I, Chimica Generale I ed il Laboratorio di Chimica Organica ed Inorganica entro il primo anno. Sia Matematica che Chimica sono esami fondamentali che lo studente deve comunque superare se vuole arrivare preparato al secondo anno”. 
Pur non esistendo formalmente una propedeuticità, “non si può dare Fisica se non si è fatta Matematica I, ad esempio. L’introduzione degli OFA non deve quindi considerarsi uno ‘svantaggio’, ma un modo per aiutare lo studente ad affrontare prima queste discipline di base. Le materie sono al primo semestre ed è quindi un programma fattibile, i ragazzi recuperano il loro percorso che da lì in avanti sarà tutto indirizzato verso una salita gratificante”. Il Corso di Laurea si sta adeguando ad un andamento generale nazionale: “Gli OFA stanno diventando un obbligo di legge, le Università devono avere non solo la conoscenza dello studente, ma hanno necessità di verificare l’adeguatezza della preparazione. Non è una punizione, ma un modo per instradarli e portare gli allievi al successo formativo”. Proseguendo con il percorso, la Laurea Magistrale in Chimica arricchirà la propria offerta didattica con 4 nuovi indirizzi di specializzazione. “Non abbiamo toccato l’impianto fondamentale della laurea, il percorso è solo stato ampliato con tematiche analitiche importanti. Ci sarà l’introduzione di quattro indirizzi a scelta legati al territorio e a temi innovativi”. Il primo: Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali è “molto connesso al territorio e con l’ambiente ed i beni culturali e si capisce il perché”. Nel secondo, Chimica per le Scienze della Vita, “verranno approfonditi gli studi biochimici e molecolari, così come gli aspetti metodologici di analisi e sistemi alla base della vita”. Il terzo, Chimica per l’Energia e Sostenibilità, affronta “una tematica in via d’espansione e all’avanguardia, dove si andranno ad analizzare i processi sostenibili, come ad esempio l’energia solare”. L’ultimo, Metodologie Chimiche per la sintesi e la catalisi, “è l’indirizzo più tradizionale con conoscenze spendibili in ogni industria. Prepariamo sui vari materiali, sugli aspetti molecolari e quant’altro”. Tutti i percorsi “hanno di base la multidisciplinarità di contenuti, coordinati anche alla ricerca svolta in Dipartimento”. 
La prof.ssa Iesce sottolinea: “I chimici che attualmente frequentano la Magistrale non devono dispiacersi se questa opportunità è a loro preclusa”. Il percorso tradizionale vanta dalla sua ottime performance se “il 90 per cento dei laureati di questo Corso di Laurea a cinque anni dal conseguimento del titolo lavora già stabilmente”. Le modifiche apportate al Corso derivano non da difficoltà ma “dalla volontà di innovare”. Un’ultima nota lieta da sottolineare: “quella del chimico, da marzo 2018, è riconosciuta come una professione sanitaria. Quindi il laureato è considerato non solo come un tecnologo”. 
Susy Lubrano
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