L’Ateneo Federico II si propone come punto di riferimento nel percorso di circa 250 studenti del napoletano verso la professione medica. Lo fa con il progetto “Formazione in Medicina. Dall’Accademia alla corsia”, realizzato con il supporto della Fondazione Pfizer. Si tratta di un percorso di orientamento rivolto a ragazzi del quarto e quinto anno dei licei scientifici, linguistici e classici di Napoli e provincia, interessati all’iscrizione a Medicina. L’iniziativa, con il patrocinio della Regione Campania, è stata presentata il 30 marzo al cospetto di sei licei: Vittorini, Vico, Labriola, Mazzini e Nobel. “Il progetto vuole migliorare l’attuale sistema d’accesso, la consapevolezza, le aspettative degli aspiranti medici, in risposta all’esigenza del MIUR di rendere più incisiva la fase di orientamento. Su un 80% di studenti motivati a scegliere Medicina, solo il 5% ha i genitori medici. Noi vogliamo raccogliere informazioni sulla provenienza di questi ragazzi, organizzando corsi di preparazione che abbiano un costo contenuto, poiché già nell’incontro di ottobre hanno manifestato insoddisfazione per l’attuale sistema di orientamento”, introduce Gabriella Fabbrocini, professore di Malattie cutanee e veneree, membro del Consiglio Superiore di Sanità. Nove aspiranti medici su dieci, rispondendo ad un questionario, hanno infatti dichiarato di desiderare un orientamento specifico, mentre il 50% chiede spazi e strutture adeguate ad affiancare formazione in aula a quella in corsia. Il progetto dunque prevede la possibilità, per coloro che hanno mostrato maggiore interesse, di partecipare a tre giornate di formazione per approfondire, attraverso sessioni di laboratorio, il training in corsia. “Per valutare la motivazione degli studenti, saranno invitati a compilare un breve questionario, che verte sia sui temi di attualità legati all’accesso programmato, sia ad aspetti relativi al curriculum di studi e alle aspettative di formazione”, prosegue la prof.ssa Fabbrocini. Presente anche l’on. Raffaele Calabrò, Vicepresidente Affari Sociali alla Camera: “non esiste la fine della formazione, né l’inizio dell’orientamento. Devono procedere sullo stesso binario. La Federico II è sempre stata attenta al rapporto studente-docente e all’orientamento. Sulla base del questionario coglieremo incertezze e incapacità di distinguere cosa è opportuno fare. Mi sono battuto contro il sistema francese prospettato dal Ministro Giannini, che avrebbe generato frustrati e abbandono repentino degli studi. Dunque questo sistema non ci sarà, ma verrà confermato il numero programmato”. Diverse le proposte di orientamento all’accesso: “un colloquio attitudinale, la riduzione dei test di logica, a favore delle altre materie già presenti, testi ministeriali da cui studiare. Non tutte sono state accettate dal Ministero. Un ulteriore problema da affrontare è l’aspetto del Concorso Nazionale che costringe i vincitori a migrare in altre regioni, facendo fronte a problemi economici. La nostra proposta è di copertura parziale di alloggio e spese fuori sede”. L’orientamento dovrebbe rientrare nel curriculum scolastico per il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Luisa Franzese: “dobbiamo accompagnare i ragazzi nel delicato percorso per evitare la dispersione scolastica, o che seguano soltanto quello che i media propongono. C’è stato infatti un boom di scelte di Scienze della Comunicazione negli anni scorsi, che ha causato disoccupazione una volta concluso il percorso, perché non era chiaro ciò che si volesse fare, seguendo semplicemente una moda. Con i docenti e i Dirigenti Scolastici dobbiamo trovare i punti di forza e debolezza dei ragazzi, per costruire una società migliore”. Prende dunque la parola la dott.ssa Gabriella Varallo Bedarida, Presidente della Fondazione Pfizer: “l’iniziativa è in linea con la missione della nostra Fondazione, che si propone di supportare sul territorio italiano, in partnership con enti ed istituzioni, progetti innovativi che contribuiscano al miglioramento del sistema sanitario e del benessere del cittadino. Non siamo una società di carità, ma supportiamo progetti d’eccellenza. A Medicina non devono entrare solo i migliori, ma i più adatti, perché la medicina non é una professione, ma un’identità, una pelle di cui ti vesti e dalla quale non puoi più liberarti”. Il Direttore della Scuola di Specializzazione in Gastroenterologia Nicola Caporaso conclude: “il bisogno che sentiamo, come Scuola di Medicina, non è di persone che fanno domanda, di quelle ne abbiamo tantissime, ma di ragazzi motivati. La motivazione consapevole è importante, poiché la scelta della medicina non è banale. Non significa solo fare il medico, ma essere un po’ meno egoisti e poco sicuri di se stessi. Il medico deve sempre mettersi in discussione. È una professione difficile, ma bellissima: ti consente di prevenire una malattia e di vincere battaglie”.
Allegra Taglialatela
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