Sono stati più di milleseicento i prenotati per sostenere il Progress test. Il 16 novembre, gli studenti di Medicina iscritti dal terzo anno in poi si sono accomodati in quattro aule diverse del Policlinico per sostenere una prova nazionale finalizzata alla verifica delle competenze raggiunte dagli aspiranti medici. Due le sessioni affrontate: la prima incentrata sulle scienze di base, la seconda, invece, su quelle cliniche. Trecento le domande totali, equamente distribuite tra le due parti. Rispondere in maniera corretta al 30% dei quesiti a risposta multipla garantiva agli studenti di terzo e quarto anno di aggiudicarsi uno 0.1 da destinare al voto di laurea, soglia fissata al 40% per quinto e sesto anno. Si è trattato di un esordio per Alessandro Lombardi, studente del terzo anno: “è stato un banco di prova per verificare cosa è rimasto degli esami affrontati nel primo biennio. Le domande non erano molto difficili. Però per noi del terzo anno molti argomenti erano sconosciuti”. Con lui Natale Guarnaccia: “sulle centocinquanta domande affrontate nella prima parte forse solo la metà era alla nostra portata. È stato un modo per misurarci, ma credo che il test sia veramente utile solo per gli studenti più grandi”. Parla di esperienza positiva Paolo, che si sofferma sugli aspetti più ostici: “le domande sul sistema nervoso erano molto complesse, sfociavano nella psichiatria. È andata decisamente meglio con microbiologia”. Ha più esperienza Raffaele, studente del quarto anno: “è un test stimolante. Ti rendi conto che riesci a muoverti tra argomenti trattati anni fa. Magari non si ricorda il
dettaglio, ma ci sono gli strumenti per arrivare alla risposta”. Non si è preparato in maniera specifica per la prova: “sto studiando per gli esami e ho preferito concentrarmi su quelli. Sicuramente rispetto all’anno scorso avevo un approccio migliore alle domande”. Di certo non mancava l’allenamento con le crocette. Lo sottolinea Francesca: “siamo abituati agli esami scritti. La tipologia di test, quindi, non ci è nuova. Anzi, in questo caso abbiamo avuto più tempo a disposizione rispetto al solito”. Si è misurato con se stesso Luca, al quinto anno: “non ero qui per lo 0.1 in più sul voto di laurea. È importante, ma mi interessava piuttosto capire a che punto è la mia preparazione. Ho notato parecchi miglioramenti rispetto al passato. L’aver affrontato la parte clinica mi ha aiutato a ricordare molto meglio argomenti affrontati durante il triennio preclinico. La praticità aiuta la memoria”. Finalità diverse hanno portato all’edificio 20 il suo collega Raffaele: “ero qui per lo 0.1. La prova, a mio avviso, non è utile per testare la propria preparazione. Ho notato progressi sulle materie cliniche, ma ho dimenticato qualcosa degli esami studiati ai
primi anni”. Scopi utilitaristici hanno spinto in aula anche Dario: “ero qui solo per lo 0.1 da aggiungere al voto di laurea. Credo di aver superato la soglia necessaria. L’impatto è stato meno traumatico rispetto al passato perché adesso conosco molti più argomenti”. Difficoltà in particolare con “Anatomia. È tutta memoria, quindi è difficile ricordare i concetti”. Ha notato dei progressi Massimo: “le domande di Anatomia e di Biochimica erano molto
specifiche. Ho risposto comunque a tutto, visto che non erano previste penalizzazioni. In linea generale, credo di essere migliorato rispetto al passato”. Terzo progress test per Nazareno: “le domande non sono di per sé molto difficili, però è necessario ricordare tanti argomenti. Ho risposto a tutto, anche perché gli errori non influenzano negativamente il punteggio. Credo sia un ottimo esercizio per i concorsi futuri”. Fa parte dei veterani Giovanni, al suo sesto anno da aspirante medico: “per me è il terzo progress test. Ho notato i progressi in termini di conoscenze personali”. Ammette di aver lasciato per strada qualcosa: “si sente la mancanza di alcune nozioni. I dettagli di Anatomia si perdono dopo qualche anno e non ho ripetuto nulla per questa occasione”. Ultimo anno in aula pure per Eugenio: “oggi mi ha messo in difficoltà soprattutto la parte di Biochimica, ma il test era fattibile”. Nessun dubbio sul perché affrontare l’impegno: “lo 0.1 non è così determinate. L’ho fatto solo per mettermi alla prova”.
dettaglio, ma ci sono gli strumenti per arrivare alla risposta”. Non si è preparato in maniera specifica per la prova: “sto studiando per gli esami e ho preferito concentrarmi su quelli. Sicuramente rispetto all’anno scorso avevo un approccio migliore alle domande”. Di certo non mancava l’allenamento con le crocette. Lo sottolinea Francesca: “siamo abituati agli esami scritti. La tipologia di test, quindi, non ci è nuova. Anzi, in questo caso abbiamo avuto più tempo a disposizione rispetto al solito”. Si è misurato con se stesso Luca, al quinto anno: “non ero qui per lo 0.1 in più sul voto di laurea. È importante, ma mi interessava piuttosto capire a che punto è la mia preparazione. Ho notato parecchi miglioramenti rispetto al passato. L’aver affrontato la parte clinica mi ha aiutato a ricordare molto meglio argomenti affrontati durante il triennio preclinico. La praticità aiuta la memoria”. Finalità diverse hanno portato all’edificio 20 il suo collega Raffaele: “ero qui per lo 0.1. La prova, a mio avviso, non è utile per testare la propria preparazione. Ho notato progressi sulle materie cliniche, ma ho dimenticato qualcosa degli esami studiati ai
primi anni”. Scopi utilitaristici hanno spinto in aula anche Dario: “ero qui solo per lo 0.1 da aggiungere al voto di laurea. Credo di aver superato la soglia necessaria. L’impatto è stato meno traumatico rispetto al passato perché adesso conosco molti più argomenti”. Difficoltà in particolare con “Anatomia. È tutta memoria, quindi è difficile ricordare i concetti”. Ha notato dei progressi Massimo: “le domande di Anatomia e di Biochimica erano molto
specifiche. Ho risposto comunque a tutto, visto che non erano previste penalizzazioni. In linea generale, credo di essere migliorato rispetto al passato”. Terzo progress test per Nazareno: “le domande non sono di per sé molto difficili, però è necessario ricordare tanti argomenti. Ho risposto a tutto, anche perché gli errori non influenzano negativamente il punteggio. Credo sia un ottimo esercizio per i concorsi futuri”. Fa parte dei veterani Giovanni, al suo sesto anno da aspirante medico: “per me è il terzo progress test. Ho notato i progressi in termini di conoscenze personali”. Ammette di aver lasciato per strada qualcosa: “si sente la mancanza di alcune nozioni. I dettagli di Anatomia si perdono dopo qualche anno e non ho ripetuto nulla per questa occasione”. Ultimo anno in aula pure per Eugenio: “oggi mi ha messo in difficoltà soprattutto la parte di Biochimica, ma il test era fattibile”. Nessun dubbio sul perché affrontare l’impegno: “lo 0.1 non è così determinate. L’ho fatto solo per mettermi alla prova”.